La notte più fredda dell'anno

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Titolo: La notte più fredda dell'anno

Protagonista: Salazar Serpeverde

Parole: 989

Prova: Prima


Ho sempre pensato alla morte come qualcosa di dolce.
Morire chiudendo semplicemente gli occhi attorniato da familiari e amici.
Questo era per me la morte.
Non avrei mai pensato di lasciare questa vita lontano da tutto e da tutti, disperso nella steppa russa.
Pensavo che Godric avrebbe scherzato fino all'ultimo, che Tosca mi avrebbe sempre sorriso solare, che me ne sarei andato con Priscilla che mi teneva la mano.
Anche quando avevo abbandonato i miei amici, in un certo senso tradendoli, la mia idea di morte non era cambiata.
In qualche modo ci saremmo ricongiunti, in qualche modo mi avrebbero perdonato, pensavo.
Ma anche quella volta mi sbagliavo.
Loro probabilmente in questo momento sono nella Sala Grande a godersi un ottimo banchetto e a ridere.
Io invece sono qui, con la neve che mi turbina attorno formando vortici bianchi.
I fiocchi, gelidi, si posano sulla mia pelle scoperta.
Le mani sono ghiacciate.
Im qualche modo potrei prendere fuori la bacchetta e teletrasportarmi, se non l'avessi persa.
Potrei urlare cercando di attirare l'attenzione di qualcuno, se non avessi così freddo da non riuscire neppure a muovere un articolazione.
E allora mi chiedo cos'ho fatto per meritarmi questa morte.
Non augurerei neppure al mio peggior nemico di morire per assiderazione.
Il gelo che ti penetra nelle ossa, la tua pelle bollente per la febbre a contatto con i fiocchi ghiacciati.
È così che sto morendo.
Accucciato contro un pino e con la testa che inizia a delirare.
Non sono più cosciente, credo.
Perché non è possibile che io sia di nuovo quel ragazzo purosangue di buona famiglia, che duella con Godric per una scommessa.
Non è possibile che lui stia ridendo anche quando una fattura lo colpisce in pieno petto.
Non è possibile.
Sto delirando.
Eppure mi sembra ieri.
Non è possibile che Tosca mi stia porgendo un pacchetto dalla carta del colore del caramello.
Quello era il mio dodicesimo compleanno.
Eppure, ancora una volta, mi sembra che tutto questo stia succedendo in questo preciso momento.
Ma bisogna imparare ad arrendersi all'ovvio.
Quei tempi sono passati, ora rimane solo la speranza che loro si ricordino quanto meno di me.
E lo so, Dio se lo so, che le mie scelte sono state sbagliate, ma ogni uomo dovrebbe avere la possibilità di poter rimediare ai propri sbagli.
Loro non me l'hanno data una seconda possibilità.
Si sono chiusi in loro stessi lasciandomi fuori.
Mi hanno escluso da qualsiasi decisione.
La mia parola è arrivata a valere meno di zero rispetto alla loro.
E allora l'unica soluzione possibile è stata andarsene.
Tagliare la corda e lasciare quel posto che avevo voluto così tanto, trasformato in un centro di accoglienza per poveri nati babbani con un briciolo di magia nelle vene.
Per loro è stato un tradimento, per me l'unica cosa sensata che potevo ormai fare.
Anche ora, a un passo dalla mia morte ricordo perfettamente quella notte, la notte in cui ho lasciato Hogwarts.

Cammino veloce per i corridoi di Hogwarts.
Le candele illuminano a malapena l'ambiente.
Tutto è silenzioso e i miei passi risuonano nel corridoio.
È notte, è normale perciò che nessuno si aggiri per il castello.
Sento l'orologio suonare le tre del mattino.
Tutto è perfetto, tutto è perfetto per andarsene da questo posto.
Nessuno mi vedrà e non dovrò sostenere lo sguardo di Godric mentre me ne vado.
Non dovrò vedere Tosca che si volta e si allontana.
Ma, soprattutto, non dovrò abbandonare Priscilla senza una minima spiegazione.
Sarebbe troppo doloroso.
Non credo che riuscirei a dirle che me ne sto andando per sempre.
È meglio che lo capisca da sola.
Poi potrà urlare, prendersela, distruggere tutto quello che trova intorno.
Ma io non ci sarò più.
Esco dai sotterranei e mi preparo ad affrontare la notte più fredda dell'anno che mi attende fuori dal portone d'ingresso.
I corridoi, bui, farebbero rabbrividire chiunque.
L'eco dei tuoi passi sembra farti diventare pazzo.
Sembra quasi che qualcuno ti stia seguendo.
O quanto meno fa diventare pazzo me, che me ne voglio andare senza che nessuno sappia, senza che nessuno veda, solo col mio rimorso.
Forse in un futuro, per ora lontano, arriverà il momento in cui rimetterò piede in questo castello che io stesso ho costruito, ma quel tempo è dovrà attendere ancora al lungo.
Mi guardo per l'ultima volta indietro prima di spalancare il portone e lasciarmi trascinare lontano dalla notte più fredda dell'anno.

La notte più fredda dell'anno.
La notte più fredda dell'anno.
È questa, è questa la notte più fredda dell'anno.
E forse ancora una volta si tratta solo di lasciarsi trasportare.
Di lasciare che il cuore ti trasporti lontano, verso una nuova vita.
In fondo, quell'attimo in cui il cuore smette di battere, non è forse pure quello un biglietto di solo andata per una nuova vita?
La neve continua a scendere, senza sapere di star portando verso la morte un uomo che neanche un cieco definirebbe innocente.
E mi resta solo la possibilità di visualizzare nella mia mente la mia famiglia, mia moglie che non ho mai amato, i miei figli che per anni sono stati il motivo per cui la mattina mi alzavo e decidevo che non era ancora giunto il momento di morire, e loro.
I miei amici.
Sogno ad occhi aperti Godric che ride a una sua battuta, Tosca che beve un thè sorridendomi e Priscilla che mi bacia per l'ultima volta.
I miei figli, i miei adorati figli, sono in piedi davanti a me che mi promettono di portare alta la casata di Serpeverde.
È un attimo, ma è un attimo bellissimo, che mi illude che tutto possa andare bene, che in qualche modo supererò questa notte.
Ma, quando apro gli occhi, la realtà si ripresenta davanti a me.
Se possibile la neve mi turbina attorno sempre più velocemente e sembra sempre più fredda.
E mi resta solo lasciare che il cuore smetta di battere e abbandonarmi alla notte più fredda dell'anno.

"Tell Me About Hogwarts" W.G.Hp -lilylunapotter02Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora