«Papà, come mai ho due padri e nessuna madre?»
«Piccolino mio, devi capire che c'è un qualcosa che lega non solo maschi e femmine, ma anche persone che hanno lo stesso sesso.»
«E cos'è questo "qualcosa", papà?»
...
Avevo sei anni, ero tornato da poco a casa dopo una giornata di scuola stancante. Era una bella giornata di sole, il weekend era alle porte ed io volevo solo riposarmi, solo che nella mia mente sorgeva un dubbio che è nato da una lezione.
Ricordo ancora una frase da parte della maestra, significativa per me, che sarebbe:
«Se uno vuole stare con qualcuno, lo faccia e basta, la sua vita è libera e nessuno può limitarla!»
Però non capivo cosa volesse intendere con quello che aveva detto, quindi andai da Hiroto, mio padre adottivo, che era da solo in casa. Il motivo? Midorikawa era al Sun Garden per il suo turno di lavoro.
Gli chiesi il senso di questa frase, fino a quando non mi venne in mente il fatto di avere due padri, e non una madre.
Lui mi rispose con una cosa che non avevo mai provato fino ad allora, però ero ancora piccolo per capirla.
«Kariya-kun, questo "qualcosa" collega sia me che Midorikawa, e si chiama amore.»
Rimasi sorpreso da quella parola, suonava così bene in quel momento.
«E cos'è l'amore, papà?»
«L'amore è quella cosa che ti fa stare meglio in un momento difficile, la persona che ti fa sorridere in un momento complicato, quel sorriso della persona che ti è più cara che ti fa stare bene insieme a lei, un'entità che ti fa pensare positivo davanti a tutto il male che esiste tra la gente. »
«Tra la gente? Che cosa vi ha fatto la gente?» chiesi spaventato, ma lui continuò a sorridermi ed a parlarmi con un tono sereno.
«No piccolo, però quando si parla di amore tra due persone dello stesso sesso, certa gente si ritiene schifata per una cosa che non farà mai. Le religioni più estreme ci considerano un errore o figli del diavolo, quando alla fine è solo la natura di una persona.»
E dire che ritenevo che la religione fosse solo un mezzo per avvicinarsi ad un qualcosa di superiore, mentre alla fine è solo un mezzo per allontanarsi dalla normalità umana. Quello l'ho capito solo qualche anno dopo.
«Ma non solo questo... perché c'è gente che odia tanto queste persone innocenti, che le porta perfino a gesti estremi.» ma non mi specificò mai quei gesti. Solo qualche anno dopo potevo capire quello che intendeva con quelli.
Hiroto poi, mi lasciò con una frase bellissima:
«L'amore è libero, sentiti libero di amare chiunque tu voglia.»***
Erano passati undici anni da quel discorso e mi ritrovavo in piazza a manifestare, solo che non trovavo un tipo dai capelli viola che doveva essere con me in quel momento.
Dopo qualche minuto arrivò lui, stanco e con il fiatone, ma lo perdonai: sapevo che non era colpa sua se era arrivato in ritardo.
Con una mano lo accarezzai dietro la schiena e poi ci tenemmo le mani, fino a quando lui alzò la mano e formò una metà di un cuore.
«Che ne dici? Formiamo questo cuore?» mi chiese, tenendo ancora in alto quella mano imbrattata dai colori arcobaleno.
Silenziosamente e felicemente, completai quel cuore ricoperto da quei colori accesi.
Ho capito cosa voleva dirmi papà.
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La curiosità di un bambino
FanfictionSo che è un po' tardi, ma voglio dedicare questa fanfiction a chi, nella notte del 12 giugno 2016, è stato vittima della nota Strage di Orlando, dove l'amore non può essere una cosa normale per estremisti ed omofobi... però, da quando la penso io, l...