Dopo pochi passi eravamo già nella sala principale, la musica stava cominciando a spingere, il ritmo si stava facendo sempre più avvincente. L'ambiente era parecchio ampio: pareti nere, tetto alto, alcuni gradini ci separavano dalla pista. La consolle del dj in direzione opposta alla nostra; il bar a pochi metri da noi sulla sinistra. Un grande orologio svettava sulla parete alle spalle del dj. La gente iniziava ad accalcarsi in pista, ondeggiando con quel movimento lento, traballante, tipico di chi balla la musica Trance. Da una parte il dj, in consolle, con la gente che ballava sotto di lui, dall'altra il bar, con i primi avventori che già si dilettavano tra coca-rum, gin-tonic, vodka-lemon e via dicendo.
L'ambiente era molto variegato, ad ogni passo si poteva udire una lingua diversa: dall'italiano al tedesco, dal francese all'inglese, passando per spagnolo, portoghese, cinese, russo, polacco e chi più ne ha più ne metta.Ci avvicinammo al bar, e Lucio ordinò subito quattro shot di tequila e quattro bottigliette d'acqua, per cominciare col piede giusto; una manciata di sale, e giù tutto d'un fiato. Di colpo mi salì una vampata di calore dallo stomaco fino alla testa, dando un primo, lieve stordimento al mio cervello; alchè mi rivolsi a Lucio: -Non si poteva cominciare meglio! A proposito, stasera viene Amanda?
Il mio amico si strofinò la bocca con un tovagliolino, incalzando: -Bho non so; oggi a lavorà m'ha detto che decideva dopo. Comunque se passa secondo me è tua!
Amanda, bellissima ragazza italo-spagnola collega di Lucio; era di Madrid, ma suo padre era italiano. Bassina, coi capelli rossi, un corpo da favola; occhi marroni molto scuri, addominali più duri di un palestrato; due gambe che ti avrebbero pure fatto vendere tua madre. Era già un anno che l'avevo conosciuta ed eravamo in ottima sintonia; usciva spesso con noi, e quella sera avevo deciso che mi sarei fatto avanti; quando si sarebbe presentata sarebbe stata mia, ne ero certo, non potevo sbagliare.
-Gli devo fare la mossa della cinghia se non ci sta!- Scherzai afferrando il mio amico.
-Sarebbe a dire?
Iniziai a mimare il famoso "gesto della cinghia", molto utile per abbordare, soprattutto quando sei fatto: - In pratica si fa scorrere il braccio dietro al suo collo, e le si carezza un po' la guancia; nel frattempo ti avvicini col viso a lei, e poi bam, le giri la testa verso te di scatto e le pianti la lingua in bocca, senza neanche darle il tempo di fiatare!
Lucio cominciò a ridere di gusto: -Ahahah, ma dai, e da uno a dieci quante volte ci stanno e quante te tirano uno schiaffo?
-Diciamo una, forse due, se sei proprio proprio fortunato tre ci stanno, le altre o vanno via o ti massacrano di botte!- Scherzai dando a Lucio una pacca sulla spalla.
-O, guarda che con quelle strafatte nun vale, quelle pomicerebbero pure 'n palo!
Mi misi a ridere anche io, incalzando subito: -Beh allora fai che ci sta una su dieci, anzi neanche, forse mezza, anzi guarda, direi che non ci sia stata mai nessuna sobria! Comunque dai sono anche troppo gentiluomo rispetto ad altri.
-Perché?
-Una volta ho conosciuto uno che provava direttamente a infilargli l'indice nel culo senza neanche presentarsi. Così, da dietro, di soppiatto, non ti dico quanti schiaffi prese quel ragazzo!
Lucio scoppiò a ridere nuovamente rispondendo: -Mamma mia, prima o poi presentami questo pazzo!- Estrasse un fazzoletto dalla tasca e si soffiò il naso.
- Comunque regà guardate chi arriva!- Commentò rivolgendosi a tutti noi.
Ed ecco che in quel momento si avvicinarono a noi due ragazzi ben vestiti, con stivaletto e camicia; un'aria beffarda traspirava dai loro volti, la classica puzza sotto il naso dei giovani rampolli. Erano James e Carl. Il primo alto, slanciato, con una barba incolta e un capello lungo nero, dal volto sempre sorridente, di chi proprio sta bene al mondo. Il secondo invece era praticamente pelato, un po' cicciotto, completamente depilato dalla testa ai piedi. Aveva un'aria quasi famigerata, da sembrare il boss della malavita della città; ma in realtà era il ragazzo più buono del mondo.
Erano due ragazzi inglesi di buona famiglia, venivano dalle zone ricche della città, più precisamente da Chelsea, uno dei quartieri più raffinati (per vivere lì serve uno stipendio di almeno quatto mila sterline al mese). Li avevamo conosciuti ad un festival fuori Londra qualche mese prima, e da lì eravamo diventati ottimi amici. Venivano spesso a far serata con noi, e vi posso assicurare che nonostante quell'aria posh da figli di papà erano quelli che ci davano più dentro; non so perché, probabilmente erano i classici ragazzi viziati annoiati dalla società moderna che tentavano di raggiungere il Nirvana con l'uso di quante più droghe possibili.
-Cheerio guys! Ready to rock??- Esordì James dall'alto del suo metro e novanta, mentre si accarezzava la folta barba nera.
-Hey belli! Siamo ready! You are ben vestiti tonight!- Rispose Titty col sua accento napoletano misto inglese. Era già a Londra da più di un anno la ragazza, ma ancora il suo inglese era pessimo, molte volte dovevamo aiutarla noi quando parlava perché tendeva sempre a mischiare l'inglese con l'italiano e addirittura col napoletano; era terribile da ascoltare, ma lei era fatta così e le volevamo bene per questo. Ma il bello è che in tutto ciò Carl e James capivano un po' di italiano. Ci dissero che lo avevano studiacchiato alle superiori quindi qualcosa se lo ricordavano ancora.
-Thank you my bella, everyone are brilliant, Amelia I love your boobs as usually; Titty your simile is like a sunshine!- Rispose Carl coi suoi soliti apprezzamenti per le tette di Amelia e il sorriso di Titty, accarezzandosi la testa pelata, e lasciandosi andare ad una breve risata. Si girò verso Lucio, salutando prima lui e poi me con una stretta di mano molto amichevole, acquisendo grazie a questo gesto anche le bustine per lui e per James. Se le infilò in tasca di soppiatto, dandomi al contempo una pacca sulla spalla.
-I see you in a good mood John, please tonight don't throw everything on my shoes like last week bro!
- Hopefully i'll throw up on James's shoes this time!- Scherzai al volo.
Sì perché purtroppo la settimana precedente avevo anche bevuto oltre ad essermi fatto e quindi arrivai verso le sei talmente fradicio che vomitai sulle scarpe del povero Carl. Il problema è che lui in quell'esatto momento svenne, accasciandosi sul divanetto dove ci trovavamo e finendo addirittura per cagarsi addosso! Era molto più fatto di me, tant'è vero che dalla puzza che faceva, tornando a casa in autobus si era creata una zona vuota attorno a lui, nessuno riusciva a stargli vicino! Penso sia stato uno dei momenti più epici che abbia mai vissuto.
Prontamente James entrò nella conversazione: -This time Carl, if you need i'm gonna steal some toilette paper before we'll leave the club!
Già me lo vedevo James con la carta igienica intento a pulire le chiappe di Carl, sarebbe stata una scena memorabile!
Ovviamente Titty non aveva capito quasi niente del discorso e quindi ci interruppe subito con cadenza alquanto napoletana: -Ch'ha det quist?
-Niente Tit, stava a parlà da settimana scorsa quando Jonny ha vomitato addosso a Carl e lui allo stesso tempo s'è cagato addosso! James diceva che sto giro ruberà un po' di carta igienica così da far contenti tutti e due.- Le rispose Lucio provocando l'immediata risata di Titty e Amelia.
-Ah ok. No seriamente ragazzi stasera fate i bravi che sennò dobbiamo trascinarvi fino a casa io e Amelia!- Concluse la mia amica napoletana.Era ormai già quasi un'ora che ci trovavamo dentro al locale, l'atmosfera si stava facendo via via sempre più calda, così tra uno shot e l'altro decidemmo di andare in pista a ballare.
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Undermind
ParanormalJonny è un giovane ragazzo italiano residente a Londra, tossicodipendente e senza alcun obiettivo nella vita, completamente ossessionato dallo scorrere del tempo. L'unica cosa in grado di riempire la sua triste e anonima esistenza, sono le sostanze...