Il campo dell'epilogo

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Ringrazio la collaborazione di Sarhita  (date un'occhiata al suo profilo http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=72853 )

Il campo dell'epilogo

Era quasi surreale, l'odore di tutti quei fiori. Ma allo stesso tempo così vero da invadergli i sensi.

I colori accesi della primavera lo circondavano come macchie brillanti... un caleidoscopio indistinto che lo assuefaceva. A sovrastare ogni colore, vi era il tenue rosa dei petali di ciliegio che, fluttuanti, volteggiavano in un ultima danza.

Faceva caldo. Forse troppo, si trovò a pensare, per essere appena l'inizio della stagione in cui la vita inizia a rinascere, come ogni anno.

Il dolce tepore del sole sulla pelle lo rilassava, così come il cinguettio lontano dei piccoli uccelli che concedevano tregua alle loro ali, sui grandi e accoglienti rami.

Osservava la propria ombra muoversi lungo la strada, placida e rilassata. Sembrava quasi un fantasma, da quanto ella lo faceva appariva sottile e deformato.

Si sentì quasi leggero, come privo di ogni preoccupazione, e lasciò libero di apparire sul suo volto un bellissimo sorriso. Bellissimo, certo, ma non era più lo stesso sorriso di un anno prima. Vi era una velata malinconia, un male di vivere, che riusciva a sfuggire, rimanendo celato agli sguardi meno attenti e disinteressati.

Si fermò solo quando fu giunto alla fine di quella via di campagna, rendendosi conto che la stava percorrendo senza neanche una meta precisa.

Si accorse di essersi fermato proprio davanti a un grande campo, pregno di fiori. Lo osservò, apprezzandone la tavolozza variegata di decine, forse centinaia di sfumature diverse. Non si era accorto di dove i suoi piedi e la sua mente vagante lo stessero portando finché non lo riconobbe. E fece male.

Portava con sé tanti ricordi, quel luogo. Le sensazioni erano le stesse di allora, almeno in parte. La pelle bruciava, la mente era pesante, ma l'animo leggero. Il profumo... quel profumo delicato invadeva ogni cosa.

Eppure, il suo cuore, non era più lo stesso.

Non vi era più quell'amore travolgente, rosso, come rossi sono i papaveri. Quell'amore che faceva battere il suo cuore più forte, scaldandolo internamente, liberando così un morbido tepore in tutto il suo corpo.

Invece adesso... adesso sentiva freddo.

Era così freddo, dentro di sé.

In tutta la sua vita aveva compreso che per lui vi erano solo due modi di scacciare quel gelo assassino, per far sì che la vita tornasse a scorrere, almeno nelle sue vene.

Il primo? La danza.

Non sentiva il bisogno di farsi accompagnare dalla musica. Non questa volta, almeno. Non in quel luogo.

Ballò. Ballò come non aveva mai fatto prima... o forse come faceva sempre, con quel suo sorriso perenne e il cuore infranto, con l'energia di un ragazzo allegro e la tristezza di un animo morto.

Ballò per lui, anche se lui non era lì per guardarlo.

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I muscoli gli dolevano. Le ossa stavano per cedere. I passi erano terminati. Il cielo stava salutando la sera, con i caldi colori del tramonto. Non voleva smettere. Non gli erano mai piaciuti i finali. Non voleva porre una fine, non in quel luogo, non di nuovo.

Il campo dell'epilogo poteva aspettare.

"Mi manchi." sussurrò, e la sua voce si perse nel vento, il quale portò le sue parole lontano, nell'atmosfera, forse anche nello spazio più profondo. "Mi manchi."
Due parole che nessuno mai si sarebbe immaginato di sentirlo pronunciare, riferite a lui. Le persone comuni non riuscivano a capire il loro amore. E come avrebbero potuto? Non sapevano di loro, o della loro storia. Loro non conoscevano il suo dolore.

Il campo dell'epilogo [ BTS ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora