Capitolo 1.

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Il cielo quella sera ricordava loro due, il ragazzo più grande era il sottofondo blu notte: talmente scuro da rapire i tuoi occhi se ti soffermavi a guardarlo, mentre il più giovane dei due assomigliava alle stelle: sempre brillanti ed energiche il cui unico scopo era abbellire lo sciupato cielo notturno finendo, però, per attirare gli sguardi di qualsiasi persona che abitasse in periferia. La città era il posto meno consigliato per qualcuno che voleva soffermarsi a guardare le miriadi di stelle, soprattutto se quel qualcuno amava il silenzio disturbato solo dal penetrante rumore continuo delle cicale che frinivano. Soprattutto se odiava il seccate trambusto prodotto dalle macchine che si spargeva nelle grandi città come Seoul. Taehyung per fortuna viveva in una di quelle periferie, dove le strade erano strette e i lampioni sempre spenti. La sua casa era a pianterreno, affiancata da una piccola panetteria da cui provenivano sempre languidi profumi, che tentavano spesso il ragazzo ad entrare e comprare qualcosa. Si ritrovava così, ogni volta, a varcare la soglia di casa lasciando la borsa da qualche parte vicino alla porta, mentre si dirigeva prima verso il frigorifero per prendere una bottiglia di soju, poi nel suo verde giardino. Amava sedersi sulla panchina, accuratamente posizionata al lato sinistro, e guardare le infinite stelle brillare solo per lui. Osservando semplicemente quel cielo stellato, si era ricordato di quella sera fredda d'ottobre, in cui le nuvole coprivano le stelle come se volessero proteggerle dal gelo, che aleggiava sovrano quella notte. Avevano appena finito di festeggiare il compleanno di Jimin, questo comprendeva bere fino a quando qualcuno non avrebbe vomitato in qualche cunicolo deserto della strada. Forse, era stato l'alcool a fare arrossire le guance di Taehyung, quando il suo sguardo si posò casualmente sulla persona di fianco a lui. Era stata quella affascinante distrazione a farlo inciampare in una presunta buca. In realtà la strada era liscia come l'olio e, il suo barcollamento, era semplicemente dovuto a qualche bottiglia di troppo e nessuno a fermarlo. Quello che non aveva assolutamente previsto era che al posto di cadere sulla dura strada, visto che non aveva provato minimamente a sfidare la gravità, sarebbe caduto tra le lunghe braccia accoglienti del ragazzo accanto a lui. Aveva sempre avuto una specie di attrazione per l'amico, all'inizio era solamente affascinato da lui. Successivamente decise di ignorare quel sentimento, che poteva sentir crescere come un parassita nel suo cuore, facendo finta che non esistesse. Quando però il fato decideva, crudelmente, di farli rimanere da soli non riusciva a fingere. I suoi sguardi erano chiaramente persi in quel corpo così esile, che Taehyung aveva paura di toccare nel terrore di romperlo, mentre le sue labbra perdevano di colpo la loro umidità portando solamente un infernale deserto di secchezza e volere. Quella sera, come qualsiasi altra volta in cui era a contatto con il colpevole di quei sentimenti, era arrossito sentendo tutto il calore del suo corpo scorrere per fermarsi solamente nelle sue gote. Forse era stato l'alcool a creargli delle speranzose allucinazioni, ma Taehyung giurava di aver visto le nere pupille del maggiore notare le sue gote ormai a fuoco, e giurava di aver visto un leggero color cremisi sulle guance del ragazzo .

"Cristo, sta attento a come cammini idiota." suonava come uno di quei vecchi scorbutici che ogni tanto trovava mentre camminava tra le stradine della città, veniva rimproverato sempre anche se stava soltanto passeggiando. Alcuni lo costringevano addirittura a svolgere piccole mansioni ricevendo in cambio qualche dolce o d'estate un bel ghiacciolo che portava sempre pace alla sua gola. Taehyung era molto loquace da sobrio, diventando anche logorroico e fastidioso delle volte, ma quando era ubriaco cambiava totalmente: dal ragazzo amorevole e chiassoso diventava calmo e leggermente ostile. Non rispose alle cose che gli erano state dette dal maggiore, ma semplicemente osservò il cielo notando gli immensi nuvoloni grigi, odiava quella visione e così continuò a cercare con il suo sguardo, bramando a qualcosa di più interessante.Presto vide quello che stava cercando, una stella che aveva la forza di brillare nonostante i numerosi impedimenti, cercò di condividerla con il maggiore che, per qualche motivo, si ostinava a non vedere nulla. Come poteva non vedere quella chiara luce, che aveva ormai rapito gli occhi di Taehyung facendogli dimenticare miracolosamente la presenza del maggiore che ora era davanti a lui in cerca di quella "bellezza"?. – Beh infondo non vede neanche i sentimenti che provo per lui, sono così evidenti e chiari proprio come quella stella – , pensò tra se. Poggiò naturalmente, come se il suo posto fosse quello, la testa sulla spalla sinistra del maggiore, prese il suo braccio e lo puntò sulla fonte di luce che non aveva smesso di splendere per un singolo secondo. Ci fu uno sguardo fugace sul collo di lui, e – dio quanto mi piacerebbe riempire di segni rossicci la sua pallida pelle – pensò un'altra volta tra se, riuscendo a trattenere a stento quell'istinto.

Non importa|TaegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora