CAPITOLO DUE

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Terra verde, mare sconfinato, alberi che si elevano sopra ogni misura, un sole che illumina tutta l'isola con i suoi raggi che rendono tutto più aureo, attraversando le nuvole che sembra siano fatte di zucchero. L'inverno non esiste, c'è solo la primavera, e l'acqua è di uno spettacolo naturale che lascia le palpebre sbarrate per tanta bellezza, con il rumore delle onde lieve e dolce, con la limpidezza che viene risaltata dai raggi luminosi. Un posto dove non c'è alcun edificio, niente scuola, niente città, solo tanto verde, alberi e fiori. La sensazione di pace, di tranquillità, la stessa che regna sovrana, e la pioggia che riecheggia nell'aria, la rugiada che rimane sopra l'erba, riflettendo l'arcobaleno che si estende nel cielo azzurro in tutto il suo splendore. Un posto che lascia pensare alla libertà, alla spensieratezza, con una foresta tutta da scoprire, giorni interi da sfruttare per riposarsi alla penombra di un qualsiasi albero. Mille sensazioni che si fondono tra loro, con la tristezza di non poter condividere quest'isola con nessuno. Ecco cosa affligge Peter. Non aver nessuno con cui condividere questo posto, ed è per questo che ha scelto come amica la fatina Trilli e si accerchia di tanti bambini, che, come lui, hanno scelto di non diventare grandi, chi per un motivo e chi per un altro. Il divertimento è assicurato, ogni giorno con tante storie nuove, nuove avventure per la foresta, nuovi posti ancora inesplorabili, ma sentono che manca qualcosa, quella cosa in più. Ma cosa? Hanno un'isola per loro, il divertimento, la gioia, la libertà, ma cosa manca? Hanno un vuoto dentro, tutti, e non sanno cosa è, e non riescono a venirne fuori. Ecco che uno dei bimbi ha l'illuminazione, e comincia a raccontare una favola, con scarsi risultati, se non ancora meno. E tutti ricordano le favole che raccontavano le proprie mamme, ed ecco l'assenza che tanto rattrista tutti: è l'assenza di una mamma. Anche Peter capisce che ha bisogno di una madre, essendo scappato di casa tempo prima per la paura verso il futuro, ed ora ha nuovamente bisogno di una mamma, perché in effetti ogni bambino ha bisogno di una mamma. Ha bisogno dell'affetto che solo una madre può dare al proprio figlio, un affetto che non può dargli né la fatina né i suoi amici bambini, che, nonostante egli sia un testardo, cieco per i bisogni degli altri, piagnucoloso ed egoista, questi lo adorano perché fu l'unico che fece conoscere loro - esclusivamente- il mondo infantile, un mondo che non fa per nulla interessare alla crescita e a cosa possa venire dopo. Peter, tra l'altro, dimentica spesso le sue avventure, se non quelle significative e importanti, perché le vive e agisce d'istinto, e l'unica cosa che ricorda perfettamente è quella in cui è riuscito a sconfiggere Capitan Uncino, e questo rimane impresso nella sua mente perché segna - per lui - una vittoria contro il mondo degli adulti. Ma capisce, Peter, che ha bisogno di una mamma anche per evitare che gli altri bambini si mettano in grave pericolo,senza accorgersi che anche Trilli, la fatina, rappresenta anch'essa l'infanzia, mostrando quella gelosia che solo i bambini hanno quando comprendono che tutte le attenzioni che prima le erano rivolte vanno verso altri, e così Trilli si ingelosisce ogni volta che Peter degna di attenzioni gli altri bambini e non lei. Nonostante non si accorga di questo, Peter si decide, ha bisogno di una mamma, sia per sé che per gli altri, e va a cercarla.

L'AMORE NON HA LIMITI ( #Wattys2016 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora