Capitolo 25

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Subin

"Ecco il bicchiere d'acqua che aveva chiesto..." La donna di statura bassa dai capelli lunghi neri porse il bicchiere di vetro. Con quel caldo che faceva ci voleva proprio dell'acqua "Dove è il ghiaccio?!" <Ma che servizio?!> l'acqua era fresca ma i cubetti mancavano. "La voglio fredda!" "Si..." La donna si inchinò tremante per poi scomparire. La parrucchiera dietro di lei le pettinò ancora i capelli nella forma desiderata per poi spruzzare la lacca, "Ecco qua!" Disse la giovane piena di gioia "Proprio un bel lavoro, ora posso andare a posare" si alzò sentendo la ragazza piena di gioia dal suo complimento. <Tz! Ridicola...> camminò verso le macchine fotografiche. Mok era intento a preparare il letto su cui avrebbe dovuto posare "Così è perfetto!" Gridò lui mentre il resto del personale annuì allontanandosi. A passo elegante lo raggiunse per poi stendersi come un gatto "Ricordi quello che ti ho detto?" "Sì" <Come se lo avessi dimenticato!>, si stese di schiena guardando di lato mentre le braccia le posò poco più sopra di lei. <Se non mi metto di più in mostra perderò il posto...> pensò maledicendo quella ragazza dai capelli rossi. Era tutta colpa sua. Ormai avevano pianificato tutti i prossimi shooting, inizialmente incaricati per lei, finchè non adocchiarono quella Azzurra. <Idiota!> "Subin! Cambia posizione..." La risveglio dai pensieri Mok con un altro flash "Ha si!" Si girò per poi sedersi, mise la mano fra i capelli biondi "Cosa ne pensi se facessi i capelli rosa?" "Hmmm..." Il fotografo ci pensò un attimo sù facendo altri scatti "Beh! Non è male come idea..." Lei annuì. <Da quando hanno visto quella ragazza... Ho perso alcuni miei incarichi...> ma non era così grave alla fine, perdeva della fama ma i soldi c'erano comunque. <Ancora una settimana...> pensò felice ricordando il suo armadio pieno di vestiti. Le nuove scarpe e gioielli. <Grazie amore per tutti questi bei averi... Il bambino è contento> ridacchiò cambiando posa. Jiyong era veramente un idiota, all'inizio gli piaceva finché non si era stufata di lui. Ma non era così stupida, poteva ancora sfruttarlo e mandare via quella ragazza... Yla. Voleva ancora giusto rovinare la loro bella situazione. Notò fin da subito il cambiamento di GD dall'arrivo di quella ragazza, pur non essendo più innamorata di lui non si permise di perderlo. Non poteva competere una ragazza così schiocca contro di lei, non essendo nemmeno famosa è bella quanto lei. <Quella Yla... Rovinarla è stato facile, ed è così sensibile!> alla fine aveva guadagnato la vendetta è in più aveva ottenuto tutto ciò che voleva con la scusa del bambino. <Un idea improvvisa ma stupenda per ottenere le ultime cose> Tra poco avrebbe anche traslocato con Jongsuk, non vedeva l'ora. Inoltre Jiyong non avrebbe potuto dire nulla alla stampa, sarebbe stato solo uno scandalo contro di lui poiché i giornalisti non vedendola in cinta potrebbero dare delle false supposizioni su di lui. "Hihi..." Le risate le vennero automatiche, non riusciva a trattenerle. "Ti vedo di buon umore oggi Subin!" Fece notare Mok posandole la coperta bianca su di lei, con le dita creò delle pieghe "Già, oggi è proprio una bella giornata!".
Dopo un po' bussarono alla porta, non ci badò molto stendendosi di pancia. Mok continuò con il suo lavoro mentre sentiva il suono di tacchi avvicinarsi "Ciao Mok!" Lui si fermò "Dammi un attimo Cara..." Le fece segno con la mano di attendere. Sbuffò voltandosi "Ciao Kyung che sorpresa vederti qui! Sei in anticipo!" "Si scusami, avevo ancora domande sulle pose per la prossima rivista..." "Hahah! Certo sarai qui dopo Subin. Il capo vuole valutare tra te e lei le foto. Quale sia la modella migliore per questa rivista" <Come?!> "Come mai Mok? Il nostro caro capo non ha mai avuto dubbi su di me" si sedette sorridendogli. "Non so come dirtelo tesoro ma... Ci vogliono nuovi visi freschi" "Non sono così tanto vecchia?!" "Non intendevo ciò, ma cambiare un po' personaggio e questo che vuole..." <Ma come?! Io sono la migliore!> "Basta! Oggi finisco qui!" Non poteva sentire di più. Lasciò i riflettori raggiungendo la cabina, si cambiò svelta indossò i suoi occhiali da sole nuovi ed uscì senza ascoltare Mok che la pregava di tornare. Sbattè dietro di se la porta fuori mando ancora Kyung che era rimasta a fissare la scena. "Coglioni" sussurrò raggiungendo l'ascensore scendendo lentamente al piano terra. "Mi ci vuole dello shopping..." Ridacchiando rigirò la carta di credito fra le dita, l'aveva usata spesso ed era stupenda. Jiyong versava sempre un tot di soldi in essa giusto per le sue spese quotidiane. "Ti amo tesoro..." Bacio la carta dorata felice. Il suo telefono squillò "Pronto?" "Subin, sono Mok..." "Cosa c'è?" Sbuffò uscendo dal palazzo ed attese che il semaforo diventasse verde. "Il capo è entrato poco fa. Non vedendoti ha deciso di incaricare Kyung-mi al posto tuo..." <Cosa?! Merda, ho perso la mia occasione... Sono stata una stupida!> "Una come lei?! Ne risentirete vedrete! Senza di me non avrete molto successo!" Riattaccò furiosa. Finalmente divenne verde e a passo deciso attraversò la strada. Un signore la colpì alla spalla "Mi scusi" una voce roca, inquietante "Faccia attenzione!" Gli rispose indietro in inglese. Lo guardò un attimo. <Ma quanto è brutto?!> indossava una maglietta verde scuro ed emanava uno strano odore notando poi la maglietta sudicia. I capelli invece lunghi, si capiva delle ciocche brune he sbucavano ribelli dal cappuccio che gli ricopriva il capo. Il suoi occhi rotondi facevano capire che sicuramente non era coreano... Sembrava anche disorientato. "Mi perdoni signora..." Le sorrise inchinandosi. Senza dire altro si voltò allontanandosi da quell'orribile tipo. "Devo prendere una nuova maglietta... Adesso puzzerà sicuramente di lui..." Con la mano si spolverò la spalla. Si girò di nuovo e l'uomo rimase a seguirla con lo sguardo senza muoversi dalle strisce. Di colpo divenne rosso e lui corse via. <Brrr... È inquietante> continuò il suo passo raggiungendo la shinsagae. "Perfetto! Adesso rilassiamoci un po'!" Senza esitare entrò nell'enorme stabile.
Aveva bisogno un vestito elegante. Qualcosa che avrebbe eccitato GD. Vagò tra i negozi scegliendo la marca migliore. Mentre si era distratta a osservare delle scarpe una chiamata la riportò nel mondo reale. "Pronto?" "Ciao tesoro, volevo dirti che lo sanno..." La sua voce era tremante "Come? Jiying sei tu?!" "Si..." Era quello che temeva? Eppure gli aveva chiaramente detto di aspettare. Sperava che il segreto sarebbe durato più a lungo... "Lo sai che ti avevo chiesto di aspettare... Non mi sento pronta di affrontare la situazione con loro. I ragazzi non mi sopportano amore... Soprattutto Daesung..." In quell'istante delle braccia cinsero il suo corpo dietro di lei. "Vedrai con il tempo le cose miglioreranno" Jiyong non ne sembrava molto convinto dal tono di voce. "Non lo so... Ne riparliamo stasera" "D'accordo..." Sussurrò lui per poi riattaccare. Le dolci labbra le baciarono il collo lentamente "Ciao..." Si girò guardandolo nei occhi. "Che bello vederti qui" Jongsuk era più splendido che mai. I suoi occhi luccicavano di gioia "Con chi eri al telefono?" Domandò prendendola alla mano curioso come sempre. "Il mio ex..." Lui ridacchiò "Ci sta provando ancora?" Lei annuì "Ma non ti preoccupare, stasera andrò a parlare con lui per chiudere del tutto la questione" lui annuì baciandola sulla fronte, "Così potremo traslocare insieme finalmente" "Già! Evviva!" Lo abbracciò forte per poi portarlo dentro un negozio. "Grazie che hai avuto tutta questa pazienza amore..." Lo accarezzo alla guancia "Di niente... Era chiaro che avevi bisogno ancora tempo per fargli capire, ma se non ti lascerà in pace ce l'avrà a che fare con me!" "Tranquillo" lo baciò. Per sviare il discorso lo prese al braccio "Vieni scegliamo qualcosa per domani sera..." Gli lanciò un occhiata furbetta e lui la seguì come un cagnolino ridendo.

Più tardi si lasciarono. Il solito bacio intenso mentre la presa di jong sul culo la fece eccitare. "A domani sera allora amore" la baciò ancora sulla fronte per poi entrare in macchina.
Lo salutò con la mano vedendolo partire, nel frattempo il celo cominciava ad oscurarsi ed era ora di tornare a casa. Sicuramente Jiyong la aspettava di fornite casa sua. <Adesso sarà complicato... È successo prima del previsto> ridacchiò attraversando la strada "Ma ho ottenuto comunque abbastanza!" Strinse la presa ai sacchi con i nuovi indumenti di marca. In più il nuovo paio di scarpe rosse erano stupende con delle borchie argentate. Prese un profondo respiro camminando verso l'autosilo in cui aveva lasciato la sua Automobile. Quel giorno non aveva trovato posteggio in agenzia. Un Audi TT nera aveva preso il suo solito posto. Ringhiò invidiando la bella macchina "Tanto ne avrò una molto più bella, hahaha!".
In quell'istante un ricordo le passo per la testa.
Un camion passò per la strada.

"Mamma! Voglio diventare la donna più bella del mondo!" Sua madre le voltava la schiena mentre cucinava qualcosa "Piccola mia, ricordati che la perfezione non esiste. I difetti sono quelli che ci rendono speciali e quelli che noi siamo" lei si girò con indosso la benda all'occhio sinistro. Lo aveva perso da bambina, un ragazzino la colpì con un piccolo razzo ad una festa... Non le raccontò mai i dettagli e non le mostrò mai cosa c'era oltre quella stoffa. Al solo pensiero le vennero i brividi. "Allora la più ricca!" La madre sospirò posando i piatti in tavola per loro due. "I soldi non comprano l'amore" " Li userò comunque per diventare bella!" Il pentolone prese posto in centro tavola seguito dai bicchieri riempiti d'acqua. I capelli neri della madre ondeggiarono al movimento del capo, "Hai così tanto da imparare del mondo tesoro mio" si sedette di fronte a lei prendendo in mano le bacchette. "Diventerò modella! La mia prima spesa sarà per ridarti la vista!" "Non puoi, il mio occhio non c'è più..." "Te ne farò fare uno! Ho visto che ne creano di vetro!" La risata della madre era dolce. "Ma dove..." Scosse la testa prendendo un boccone rinunci do a chiedere. La sua risata era come una dolce melodia "Promettimi una cosa...". Annuì alla madre mangiando il riso svelta "Rimani te stessa e ricordati delle persone che ami veramente. Perché i soldi sono solo un oggetto e non ti ricondurranno da loro"  "Sisi...".
Due giorni dopo la madre morì investita da un tir. Il semaforo era diventato verde. Stavano tornando dalla spesa e la madre si incamminò finché voltarono lo sguardo. Il camion si avvicinava e all'ultimo frenò, ma non abbastanza. Una spinta la fece cadere in avanti e a pochi centimetri dietro di lei sfrecciò il gigante. Era rimasta da sola. Con appena undici anni. Suo padre era scomparso appena nacque senza lasciare traccia mentre il resto della famiglia avevano abbandonato il mondo da tempo. Ed ora anche sua madre. Era lì per terra ricoperta di sangue pochi metri più avanti. Il camionista che corse verso di lei. Il dolore, il cuore era a pezzi.
Finì per un paio di mesi in orfanotrofio, rimanendo anche sotto terapia, venendo poi adottata da una famiglia benestante. Con il passare dei anni completò la scuola, si impegnò al liceo e raggiunse la carriera da modella. Ora il suo sogno era diventato realtà. Modella, bella e ricca. I vestiti la facevano diventare colei che desiderava da sempre, mentre il trucco la faceva sembrare quasi ad una dea.
"Questi soldi... Non riporteranno mai in vita mia madre..." Una lacrima scese lenta. La mano tremò non riuscendo ad afferrare la maniglia della macchina. "Sono bella, ricca e felice! Ho ottenuto ciò che volevo!" Dopo quelle parole una fitta le passò nel cuore. Tirò la maniglia sedendosi sul sedile inserendo la chiave. I sacchi li appoggiò di fianco a lei. Il motore ruggì appena mise in moto. "Ho tutto ciò che volevo usando i soldi! Sono felice!". Disse a se stessa cercando di auto convincersi, ma quel strano peso nel suo animo voleva continuamente contraddirla. <Cosa ho sbagliato?! Ho ottenuto ciò che volevo!>
Uscì dall'autosilo accelerando. Con la mano si asciugò il viso rallentando ad un semaforo rosso "Basta!" Scosse forte la testa scacciando i ricordi che ritornavano a infestarla. "Andiamo avanti!" Ripartì il più veloce possibile. Avrebbe lasciato quella sera Jiyong raccontandogli la verità ed Yla era con il cuore a pezzi, in più se ne era tornata in Svizzera. <E fuori dai piedi...> sorrise dando un occhiata al volante. Ora poteva godersi la vita con tutto ciò che aveva desiderato. Vestiti, trucco, gioielli ed un uomo fantastico. Un rumore. Si risvegliò dal pensiero. Il suono del clacson. Le ruote che frenano sul cemento. A destra un'altra auto la raggiunse veloce. Luccicava alla luce dei lampioni è notò il viso del uomo oltre il vetro. La bocca spalancata forse in preda ad un urlo. "Mamma...".

Perdonatemi è passato un po di tempo XD
I prossimi capitoli li farò più lunghi e ci metteranno un po Hahah ma spero che vi piaceranno. Vi è piaciuto il punto di vista di Subin?

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