Molte persone sono convinte e persuase di molte cose seppur essere convinti è tremendo. Probabilmente è giusto credere che con più convinzioni si possa vivere meglio; tuttavia, una convinzione non è una certezza. Una convinzione può essere definita come una certezza in cui si crede senza sapere che essa è una probabile illusione. Se non si hanno convinzioni, quindi, non si hanno illusioni; analogamente, se non si hanno illusioni, si è pronti ad accettare disillusioni e infine si potrà vivere con meno sofferenze. Essere disillusi però, porta a non avere speranze, e dunque neanche positività. Il pessimismo che nega quelle positività è di conseguenza una precauzione contro il vero male: l'esistenza. Coloro che stanno bene sono coloro che sono già rassegnati, quelli che non si pongono domande. Il vero positivista , dunque, è il pessimista senza speranza.
E' lecito allora affermare che per il vero "positivista-pessimista" l'intera esistenza sia un tentativo di trovare senso all'esistenza stessa. Nel tempo in nostro possesso, possiamo solo limitare il dolore che proviamo talvolta. La vita, per inciso, diviene crudele e insopportabile quando non riusciamo a placare i nostri dolori; essa è un continuo bluffare a poker contro il caso senza possibilità di avere mai le carte vincenti; la scelta è possibile ma solo al livello del caso: diventa quasi una punizione più che una liberazione. La scelta, nel momento in cui si compie, accende indecisione e insicurezza: tutto quello che sarà fatto e tutto quello che sarà sentito rimarrà frutto delle condizioni in cui si viene alla vita.
E' tutto così contaminato e tutto accatastato; bisogna combattere tutta la vita per la vita ma a quale scopo?
Ci si appassionerà alla lotta solo se si avranno delle passioni. Cos'è però un passione? E' un condizionamento mentale che s'inculca nel momento in cui si è impressionabili; taluni la scambiano con la propria indole innata. Sarebbe stato diverso se si fosse nati in condizioni di vita diverse? La passione è una costrizione travestita da sogno, il quale sentiamo di dover avere altrimenti si paga una vita vuota e priva di significato.
La passione e la convinzione ti salveranno dallo squallore di esistere. E' allarmante pensare però che entrambe siano solo distrazioni. Viviamo per qualcosa o qualcuno ma chi o cosa vive per noi?
Perché deve esistere la legge? Non dovrebbe essere automatico che chi procuri male debba sentire il male? La legge la creano gli uomini. Se non è scontato tutto ciò, non esistono nè bene nè male. Il male e il bene individualistico sono le uniche cose che hanno un senso e il riscontro, secondo la legge. Basare il male e il bene sulle sensazioni fisiche/mentali di un uomo, tuttavia, è un concetto estremamente debole e non assoluto. Ogni individuo è bene e male, e il male dovrebbe essere accettato in modo lungimirante proprio come il bene perché in assenza di un'entità soprastante che governi queste concezioni, non possiamo stabilire nulla basandoci su sistemi così obiettivi.
Perché fondiamo ogni funzione della vita sulla sacralità non autentica di pezzi di carta? I soldi sono un elogio al caso che impera nell'esistenza: se ne si posseggono tanti o pochi, se si viene al mondo o no... sono due paragoni incalzanti. La loro indifferenza è tagliente come una sciabola; chi evita l'essenziale domanda (perchè?) evita la realtà. Tali persone sono per caso le stesse che amano vivere? Scoprirsi indifferenti a questi ragionamenti vuol dire illudersi. Illudersi, però, vuol dire vivere? Forse si; quest'illusione deriva da una ben definita convinzione: quella che esistiamo per uno scopo.
Siamo fatti per soffrire e per far soffrire a nostra volta. L'umano è inevitabilmente egoista e impaurito. Questi ultimi due aggettivi, combinati insieme, sono un gancio pugilistico nel fianchi dell'idealismo umanitario, della speranza e della felicità. Possiamo invitarci l'un l'altro a divenire distratti, a seguire le distrazioni anche note come amore e passione.
Perché pensiamo? Perché abbiamo lo strumento del pensiero? Un'arma che non si può controllare ne lasciare, a doppio taglio e senza controllo. L'unico controllo del pensiero è il caso. Se sei una persona che pensa tanto o che non pensa affatto da cosa è deciso? Cosa decide dove nasci e come cresci ? Sempre Il caso. Quindi la vita è un caso e l'esistenza, invece, una convinzione. Le uniche cose certe sono paradossalmente quelle che non possiamo comprendere (come la morte ad esempio).
Io vi dico a voce alta condita da grandi urli e allo stesso tempo sussurrata flebilmente come la mia bocca fosse alle vostre orecchie: attaccatevi alle passioni e sappiatevi illudere bene, amate e fatevi amare!
Sembra quasi una costrizione? Fare ciò che suggerisco per sopportare tutto. Si vive, possiamo dire infine, in perenne illusione: si recita. Per tale motivo sostengo che le persone più importanti dell'umanità siano gli attori che con l'interpretare attivano l'arte della finzione creando continue illusioni. La vita è una recita, chi recita per vivere vive autenticamente.
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Varie confutazioni e osservazioni
SpiritualUna confutazione pragmatica e analitica su ciò che affermiamo essere le nostre ragioni di vita.