Improvvisamente sentii la sua mano poggiarsi sul mio fianco destro, mentre l'altra sulla mia guancia. Il suo caldo respiro mi sfiorò le labbra, mentre iniziavano ad inumidirsi. Non vedevo né sentivo nulla, ma di una cosa ero certa: era vicino, vicinissimo alle mie labbra. Non avrei mai potuto permettere che mi baciasse, non avrei mai creato niente che potesse compromettere il mio rapporto con Niall. Lo amavo troppo, sin troppo. Come un miracolo il DJ abbassò la musica, e cambiò la luce, mettendone un tipo abbastanza chiaro permettendomi di vedere. Restai scandalizzata quando vidi Austin davanti il mio corpo, ad occhi chiusi e le sue labbra che stavano per toccare le mie. Un senso di nervosismo salì dentro me, una furia immensa mi assaltò, portandomi a lasciare sulla sua guancia cinque delle mie dita.
"Ahi! Ma che fai?!" Si lamentò.
"Che faccio io? Che fai tu?! Stavi per baciarmi Austin!"
"E se non fosse stato per quel DJ di merda lo avrei fatto, e tu ti saresti innamorata."
"Ma smettila! Non ti azzardare a toccarmi mai più, né tanto meno provare a baciarmi! Ciao Austin!" Lo scrollai dal mio corpo, spingendo all'indietro dalle spalle.
"Lucrezia, se arriva Niall fallo venire in camera mia!" Urlai da lontano verso la mora e il nostro gruppetto di amiche. Un cenno con la testa e un pollice in su fu la sua conferma.
Corsi subito in casa, andai in camera mia e chiusi la porta. Tirai dalla tasca destra dei pantaloni il mio iPhone, componendo il numero di Niall.
"Ehi piccola." Rispose con voce dolce.
"Vieni subito a casa e portami via."
"Che è successo Delia?"
"Austin. È qui. Ha tentato di baciarmi, eravamo a pochi millimetri di distanza, mi teneva forte e non riuscivo a staccare il suo corpo dal mio! La luce era troppo scura, non vedevo niente e la musica troppo alta, gli altri non mi sentivano. Poi il DJ ha cambiato musica e luce per fortuna, e me lo sono ritrovata incollato al mio corpo, le sue labbra stavano per toccare le mie, sentivo il suo respiro, gli ho dato uno schiaffo, merda Niall vieni, vieni adesso, voglio te!" Raccontai in lacrime.
"Merda questa non doveva succedere! Ora ci penso io a quel coglione bastardo del cazzo! Sono lì tra 10 minuti!"
"Mi trovi in camera mia, sbrigati, ti prego amore, ti prego."
"Arrivo piccola mia, arrivo."
Chiusi il cellulare e mi buttai a peso morto sul letto. Nemmeno tre minuti e sentii bussare alla porta.
"Avanti." Acconsentii ad entrare, pensando fosse Lucrezia.
"Ciao bellissima, già stanca?"
"Vattene immediatamente Austin!"
"Parliamo un po'."
"Non ho niente da dirti."
"Io si però. Tante cose."
"Non voglio saperle."
"Te le dirò lo stesso."
"Ti ho detto che non le voglio sapere, e devi andartene!" Iniziai ad alzare la voce.
"Calma bambolina." Si avvicinò verso il letto, sedendosi vicino me. Portò la mano sulla mia guancia, guardandomi fisso negli occhi. I suoi occhi color nocciola erano meravigliosi e molto lucidi.
"Sdraiati." Ordinò.
"Mai! Lasciami."
"Distenditi, ti prego." Mi implorò.
"No Austin."
Facendo un po' di forza mi costrinse sul materasso, bloccandomi con i fianchi tra le sue ginocchia e le braccia tra le sue mani.