Capitolo 24

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Jiyong

Aveva urlato, forte.
La gola gli doleva.
Tutto gli vorticava nella testa dalla rabbia.
Dallo strazio, dalla gioia e dalla sofferenza.
Non capiva più cosa fosse giusto da fare in quella situazione.
La bottiglia di vino gli era scivolata tra le mani per poi fracassarsi in mille pezzi a terra. Il cuore gli si strinse tanto che si abbassò ridendo. Le piastrelle erano diventate rosso scuro. Non capiva più cosa provava.
"Allora lo sapeva..." Rimase ad osservare il vino che si faceva strada tra le piastrelle. "Jiyong tutto apposto?!" Seungri gli si era avvicinato preoccupato. <Lo sapeva... L'avrebbe saputo primo o poi, ma che lo sapesse già... Che sia stata Subin...> non se l'aspettava, ringhiò rendendosi conto che Yla l'avesse scoperto da sola. <Avrà sofferto a quella notizia?!> "Stupida perché sei tornata?!" Con il braccio si tolse di torno Seungri dirigendosi verso la porta. <Tutto sarà più difficile. Sto male solo a pensarla, non può rimanere qui!> "Cazzo!". Prima che potesse abbassare la maniglia qualcosa, o meglio dire qualcuno, lo colpì alla spalla facendolo sbattere contro il guardaroba vicino all'entrata. "Hei ma cosa?!" "Jiyong calmati!" "Lasciami in pace Tae!" Lo sbatté contro il muro tenendolo alle spalle "Non capisci niente! Non può!" "Cosa non può? Se non ti spieghi come posso comprendere ciò che dici?!" Si morse il labbro. Così forte che sentì il gusto del sangue. "Fanculo! Si complica tutto!" "O forse sei tu a rendere tutto ancora più difficile?!". Quelle parole di Yongbae lo colpirono a segno. Lasciò la presa dalle sue spalle "Tz!". Si volse e corse fuori di casa raggiungendo l'ascensore.
Cosa poteva dirle una volta di fonte a lei? Tutto il suo corpo tremava dall'agitazione. Il cuore a mille. Avrebbe voluto abbracciarla, tenersela stretta a sé... Ma facendo così avrebbe portato in lui sofferenza. Forse anche in lei...  In più aveva la consapevolezza che non avrebbe mai potuto assaporare quelle sue labbra. Carnose e belle rosee. Sembravano sempre chiamarlo appena le guardava... In più il suo sguardo, quello che ti prendeva e ti attirava a se come una calamita. Verdi come il mare. Ti ipnotizzavano facendoti cadere in loro.
Ma il bambino aveva anche bisogno di un padre e una madre.
"Pling!" Il suono del piano lo riportò nella realtà.
Dopo essere irrotto nell'appartamento di Kyung e Azzurra trovò Seunghyun sul divano, con Yla in lacrime. L'amica di Azzurra urlava qualcosa ma non la sentì. Il cuore gli si strinse di più sentendosi cadere in una voragine. Il suo sguardo, lo strazio. Odiava vederla piangere. "Perché sei tornata?! Rendi tutto più schifoso e difficile!" Spinse via Azzurra che era in mezzo ai piedi e afferrò Yla per la mascella. <Sei così bella... Vederti così mi distrugge...> si fissarono nei occhi, la rabbia saliva in lui. <Per il mio cuore è dura da sopportare...> lei doveva andarsene. Sarebbe stato alla fine meglio per entrambi dimenticarsi... <Io rimango con Subin e il mio futuro figlio, tu tornerai per la tua strada... Si è la miglior cosa> pensò per poi ordinarle di andarsene. Pietrificata lo rimase a fissare mentre le lacrime scendevano. Gliene cancellò via una. Anche se il cuore gli pesava vedendola così triste non poteva fare altro... "Vattene..." Le sussurrò nel orecchio ma lei non rispose. Senza dire di più uscì sbattendo la porta. A quel punto dovette urlare. Di nuovo ed ancora più forte. Tutto quel peso nel cuore non voleva andarsene. "Fanculo! Fanculo! Fanculo!" Picchiò contro la porta di metallo dell'ascensore. Una donna spaventata si ritrasse in un angolo nel istante che essa si aprì. "Buona sera..." Disse solo appoggiandosi poi contro il muro dopo essere salito. <Mantieni la calma...> prese un profondo respiro " Se, sera..." Rispose con voce tremante quella per poi scendere subito dopo, sicuramente era impaurita di lui. <Non ho voglia di tornare a casa...> "Cazzo!" Scosse forte la testa scompigliandosi poi con le mani i capelli. <Cosa ho fatto...>.
Senza farsi troppi problemi uscì dal grattacielo fermando il primo taxi. Gli disse l'indirizzo della prima dico che gli venne in mente ed esso lo portò. Doveva dimenticare, non voleva più pensarci su troppo. Il viaggio durò un po' mentre le luci di Seoul brillavano. <Da adesso in avanti mi preoccuperò solo del futuro... Senza Yla> scosse il capo mentre l'autista curvò a destra. Non riusciva però a dimenticare il suo sguardo, quel viso triste che piangeva. Le lacrime che scendevano senza finire. Quel dolore che aveva provato nel vederla così. Nel sapere che non avrebbe mai potuta essere sua, quella dolce e amorevole Yla. Ed ora le aveva ordinato di andarsene. "Siamo arrivati..." Disse l'uomo guardandolo attraverso lo specchietto retrovisore. Notò una cicatrice che passava lungo la fronte fino sotto l'occhio illeso. <Chissà cosa gli è successo> "Al posto di guardarmi dammi i soldi!" Gli mostrò il totale sullo schermo del tassametro e senza dire niente tirò fuori i portafogli. "Buona serata" gli augurò il tassista ripartendo subito appena chiuse la portiera. <Non è così buona...>.
"Bene... Andiamo" parlò con se stesso pagando l'entrata. La musica rimbombava frenetica con le luci che saettavano dappertutto. Donne lo osservavano o si avvicinavano per parlargli, ma senza pensarci su due volte le fece segno di no avviandosi al bar. "La bevanda più forte che hai!" Ordinò battendo con un pugno il bancone. "Ok..."  Il barista sicuramente più giovane di lui si spaventò dalla sua reazione. Senza perdere tempo gli preparò una bevanda azzurra con quale altro alcolico mischiato dentro. "Voilà!" Disse lui fiero del suo miscuglio . "Questa è una bomba vedrai! La migliore che abbia mai fatto!" Gli fece l'occhiolino per poi andare a servire un altra persona. Al tatto il bicchiere era freddo e si era appannato <Interessante...> prese il primo sorso sentendo un gusto amaro, di colpo altri gusti diversi. "Wow..." E continuò a bere finendo l'intero bicchiere. "Un altro!"

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