Capitolo 50

6.8K 279 111
                                    

Lily's pov

E così prende avvio un altro mese primaverile: il tanto atteso aprile.
È incredibile come una persona possa cambiare totalmente in un così breve lasso di tempo, eppure ciò è successo con me e con Harry, il quale ancora giace addormentato al mio fianco.
Non si sveglia né quando scosto le lenzuola dal mio corpo - intorno alle cinque del mattino - né quando inizio a vestirmi, colta da un profondo moto d'ansia. Mi preoccupa l'idea che mia madre possa non trovarmi in camera o, peggio, mi becchi a rientrare dopo una nottata passata fuori casa.

"Harry." Sussurro tra i denti, piegando il busto per allacciarmi le scarpe. Il ragazzo non cede segnali di vita, ma si limita a grugnire qualche parolaccia nel morbido cuscino su cui posa il capo. Sospiro in risposta, socchiudendo gli occhi e prendendomi la testa tra le mani a causa della stanchezza. Poi mi avvicino al letto e poso entrambe le ginocchia sul materasso. "Harry."
Gli accarezzo la schiena e le spalle, tentando un approccio gentile. "Harry, hey. Ti prego, svegliati." Trascino le dita tra le ciocche dei suoi capelli. Lui mi accontenta semplicemente prendendosi le mie coccole in silenzio, ma ignorando la mia voce.
"Harry, alzati. Se mia madre non mi trova in camera non esco più di casa. Non essere egoista."

Seguono almeno dieci mattine identiche a questa. Un continuo starsi addosso, ricercarsi tra le lenzuola, sussurrare parole biascicate per il sonno. Harry si fa più soffocante e apprensivo del solito, si preoccupa di dettagli futili, e si infuria per la minima irregolarità.
A consolare ogni mia preoccupazione è mia madre stessa, con la quale ho lentamente riallacciato i rapporti dopo un sano e forte litigio. È così che deve andare - si risale solo dopo aver toccato il fondo.

Sta di fatto che, in questo ultimo periodo, lo stress si fa sentire più che mai. Mi pesa addosso una strana sensazione d'angoscia, con gli occhi di Harry e dei ragazzi che non mi perdono mai di vista. Mai. Questa continua ricerca del difetto sta addirittura riuscendo ad allontanarmi da Sarah, che non vedo e non sento da un po'. La situazione disastrosa mi sta isolando.

Per questo, subito dopo lo stridere della campanella, abbandono la classe col respiro affannato per ricercare in corridoio la chioma riccia della mia migliore amica. Per un istante mi annienta l'idea di averla già persa, ché non si trova da nessuna parte. Né al piano superiore, né nell'ala ovest della sede, né nella zona dei laboratori.
Tanto che sono costretta a chiedere di lei agli studenti che attraversano i vari corridoi dell'istituto, solo per ottenere le solite risposte insoddisfacenti.

E improvvisamente mi sento persa. Abbandono la schiena contro la parete color panna e mi porto una mano alla fronte, sospirando e liberando così una forte tensione. Nonostante siano trascorsi ormai mesi dal mio ricovero in ospedale, ho continuato a tenermi in contatto col dottor Thompson, il quale mi ha confessato che l'ansia e gli attacchi di panico faranno per sempre parte della mia vita. Come se ormai mi si fossero cucite addosso, tali paure.
E mi ha inoltre rassicurata dicendo che, nonostante io non riuscirò mai a risalire, non toccherò mai realmente il fondo della disperazione. Rimarrò sospesa in un limbo.

Quando riapro gli occhi un forte mal di testa prende a farmi martellare le tempie. Getto uno sguardo a l'orologio stretto al polso e accarezzo distrattamente il retro del mio collo: Harry mi sta aspettando fuori scuola, così come eravamo rimasti d'accordo in mattinata.

E per questo, giusto a causa del fatto che aumentare la sua soffocante protettività nei miei confronti è l'ultima delle mie intenzioni, ogni mio pensiero corre a lui quando mi sento trascinare gentilmente all'indietro, oltre il sottoscala affollato da varie scope e bidoni della spazzatura.

Seguo il mio primo istinto e reagisco con fin troppo entusiasmo, strappando entrambe le mie braccia dalla presa estranea e utilizzando il gomito sinistro per colpire il ragazzo alle mie spalle: così Kendall emette un gemito soffocato e abbandona le mie spalle, portandosi una mano a livello del costato e rilasciando un profondo sospiro.

Dangerous [hs]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora