Paura. Di solito non sono una persona paurosa, anzi molto spesso affronto le cose senza timore ma quella volta qualcosa o meglio qualcuno mi bloccava, Camila era una delle mie migliori amiche ma dopo quel bacio, bacio che io avevo iniziato, non sapevo più se ritenerla tale. Ero in una totale confusione come mai mi era capitato prima in vita mia; continuavo a chiedermi perchè l'avessi fatto, mi ero presa in giro da sola per tutti quei giorni dopo l'accaduto, conoscevo già la risposta non c'era nemmeno bisogno di tormentarmi come invece avevo fatto. Era esattamente come aveva detto Veronica, io ero palesemente attratta dalla cubana, così attratta dalla sua bocca che non ero riuscita a controllarmi quel giorno, tanto da superare il limite. Ormai ne ero consapevole eppure continuavo a comportarmi da vigliacca nascondendomi da lei. Non vedevo le ragazze da giorni ormai e mi mancavano un sacco, avevo deciso di evitare una persona in particolare ma ero finita per evitarle tutte per paura di incontrare lei.
Bussarono alla porta e allora mi avviai per aprire, quel pomeriggio era stato abbastanza noioso come tutta la settimana del resto. Quando aprii mi ritrovai l'ultima persona che avessi mai immaginato. Lei era lì di fronte a me mentre mi fissava con lo sguardo puntato dritto nei miei occhi, incuteva quasi timore; non avevo mai visto Camila Cabello così decisa.
"Dobbiamo parlare" pronunciò e senza aspettare che la invitassi in casa, entrò.
"Chi era alla porta Lauren?" sentii la voce di Jack provenire dalla sala, l'avevo invitato per avere un po' di compagnia e per giocare ai videogame. Si avvicinò e ci raggiunse all'entrata di casa "Oh Cabello, Lauren non mi aveva detto che avremmo avuto altra compagnia" parlò ancora, ammiccando verso la cubana.
"Non sono qui per unirmi a voi" rispose ampiamente seccata dall'atteggiamento del ragazzo "Devo parlare da sola con lei" continuò e io fui di nuovo vittima del suo sguardo.
"Andiamo in camera mia" finalmente trovai il coraggio di risponderle.
Salii le scale seguita da lei ma non ci scambiammo nemmeno una parola. Entrammo in camera ed io mi fermai nel mezzo della stanza aspettando che cominciasse a rompere quel silenzio troppo carico di tensione che si era creato. Era parecchio agitata pure lei, lo potevo notare dal modo in cui continuava a mordicchiarsi il labbro inferiore. Dio, quanto amavo quel gesto, era così contraddistintivo.
"Quel coglione ci spierà?" furono le sue parole per aprire la battaglia che dì lì a poco avremmo combattuto.
"No"
"Ne sei sicura?"
Evitai la sua domanda ponendogliene un'altra, andando dritta al punto. "Di cosa devi parlarmi?"
"Dobbiamo giocare a fare le stupide Lauren?" era chiaramentre infastidita e il mio atteggiamento non aiutava di certo. "Sono quattro giorni che sto al tuo gioco ma adesso sono stanca, quindi se non hai le palle per affrontarmi allora lo farò io Jauregui." Le tremava la voce dalla rabbia e il viso le si stava colorando di un leggero rossore. "Perchè mi hai baciata?"
Ed ecco che la fatidica domanda era arrivata, mi aveva colpito come un mattone nello stomaco; dovevo risponderle ma non potevo dirle la verità. Non sapevo cosa rispondere.
"Non lo so"
"Non lo sai? Mi prendi per il culo, Lauren?"
"Ti prego non complichiamo le cose"
"Ma che cazzo ti dice il cervello? Non complichiamo le cose eh? Sei tu che stai facendo finta che io non esista, sei tu che hai complicato tutto."
"Io sono...."
"Tu sei una stronza"
"Camz...."
"Non ci provare, Lauren. Se ti ha fatto così schifo quel bacio potevi semplicemente dirmi che non ti è piaciuto, l'avrei capito sai? Conosco bene gli standard di Lauren Jauregui" parlò amareggiata e arrabbiata mentre le vedevo gli occhi farsi sempre più lucidi.