Ecstasy (prova 4 ~Colori~)

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Se ti fermi un secondo a pensare, quando colorata puó essere la tua vita in un primo momento e quanto può essere nera in un secondo, probabilmente te ne stupiresti.

Ti stupiresti di come il giorno prima, sei solo una ragazza sciocca, con una bella vita, una famiglia normale e degli amici fantastici, mentre il giorno dopo non sei più nulla oltre ad una pianta... ecco come mi vedo ora: pianta, grigia, hai presente? Quel grigio smorto, spento, che ti dice che stai male ma che ci sei! Anche se é solo un modo per ironizzare il mio stato, mi diverte pensare che nessuno la fuori puó capire per quale motivo continui a ripete questa parola...

Volevo divertirmi, osservare i colori della notte, le sfumature di un freddo, mescolate al calore di un rosso fuoco, come un falò, come quello che svettava nel centro della piccola spiaggia nel quale avrei dovuto consumare la più bella festa della mia vita...

Verso le 23:00, di quella fantastica notte, commisi il più terribile degli errori... diedi ascolto a chi non dovevo.

Mi hanno convinto a fare qualcosa di cui mi sarei pentita, mi ripetevano che sarebbe stato un mix di colori brillanti, spenti, luccicanti, saturi, scuri, chiari... tutti i colori esistenti e forse anche di piú, mi hanno detto che una volta un loro amico ha giurato di aver visto un colore impossibile da concepire, un nuovo colore, che peró era difficile riprodurre.

Mi passarono una tavoletta nera cosparsa di polvere bianca e pastiglie colorate su cui erano incise parole come Sky, Qu, Fk, immagini di emoticons gialle sorridenti che ti invogliavano a mescolarti a quei colori ricchi.

Titubante ne afferrai una e la posizionai sulla lingua, come mi avevano detto di fare loro; in lontananza la mia migliore amica mi correva incontro, il suo viso rosso di furore, viola di rabbia poi bianco, di paura... a ogni colore spettava uno stato d'animo che improvvisamente smisi di riconoscere, era felice? Triste? Non lo capivo, la pastiglia cominciava a fare effetto... solo in quel momento mi resi conto che stavo sbavando, tossendo, ridendo, masticando, ma cosa stavo masticando? Niente...

Prima caddi a terra in uno stato catatonico nel quale, l'unica cosa certa, era il nero che mi circondava... un nero profondo, orribile, così denso da sembrare impossibile... ero depressa.

In lontananza vidi un punto bianco panna, vivido, che si moltiplicava come un virus, avaro di potere.
Il bianco si sparse per tutta la mia mente, comparendo e scomparendo in base al battito lento e irregolare del mio cuore.
Subito mi ritrovai a contare, non so cosa, ma diedi il via ad un conto alla rovescia.
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Il nero lottava per la supremazia.
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Il bianco scomparve stranamente.
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Il minuscolo puntino chiaro esplose accecandomi.
Ora era veramente un miscuglio di colori indefiniti, si passava dal bianco al rosso al verde e al blu, dal giallo al viola, dal nero al rosa...
I colori combattevano come pixel su un monitor rotto.
Prima i rossi esplodevano eliminando gli arancioni.
Poi i blu si dividevano inglobando i rossi.
Era una lotta per mantere il proprio spazio vitale ben distinto, non ci si poteva mischiare o si avrebbe perso la saturazione.
Sembrava di assistere ad una battaglia interspaziale...
Ogni esplosione di colore rovinava irreparabilmente la mia vista e il mio cervello, non me ne accorgevo ma faceva male, malissimo.
Urlavo e mi muovevo ma nessuno mi sentiva.
Ero sola in mezzo ad un torneo a cui non volevo partecipare.
I colori esplodevano e ancora, ancora e ancora, e in quel bordello giurai di aver visto un colore impossibile...

Improvvisamente tutto cessó, i colori sparirono, la battaglia era finita.

Aveva vinto il nero primordiale.

Aprii gli occhi ma non vidi nulla, nessun colore, sbattei le palpebre ma non sentii nulla, nessun rumore...

Mi ritrovai per terra a tastare la sabbia umida cercando di rialzarmi.

Una volta in piedi riaprii gli occhi ma di nuovo niente...

Inciampai, caddi e sbattei la testa, poi basta, non mi ricordo nulla.

Adesso mi trovo qui, in quello che penso sia un letto.
Senza vista, senza forze, senza niente...

Ogni giorno noto delle anime chiare illuminare il nero in cui vivo da quella notte.

Quelle anime, piangono, mi ripetono che devo svegliarmi che non possono perdermi, che vogliono rimanere con me nonostante i medici dicano che una ragazza vegetale non puó dare segni.
Ripetono cosí tanto quella parola che allora, con grande sforzo, un giorno la ripetei anche io, solo che dissi Pianta.

I medici lo definiscono riflesso.

Nonostante i miei sforzi non riesco a riaprire gli occhi, a parlare con frasi si senso compiuto, ad abbracciare i miei genitori.

Oggi ho sentito che non c'é niente da fare, che non mi risveglieró mai, ma loro non sanno che io sono ancora qua dentro! Loro non sanno che ci sono! Che vivo in questo turbinio di nere emozioni! Ma che vivo dannazione! Sto vivendo! E loro vogliono staccare la spina dell'apparecchio che mi tiene in vita...

Ma io ci sono...sono qui... sono...
sento una lacrima calda scivolarmi lenta sulla guancia e con lei scompaiono le sensazioni, i colori, le frasi nella testa, il tocco della mano di mia madre, ma soprattutto, scomparve la frase che stavo ascoltando spaventata... ci dispiace.


Ed è tutta colpa di quei dannati colori...

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