Parte senza titolo

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Francesco, un ragazzo come tutti gli altri, ma per me diverso, proprio perché non era un ragazzo ma il ragazzo, avevo 16 anni e, temo, che per lui persi la testa.

Incontrato quando in realtà non aspettavo nessuno e fu capace di cambiarmi, mi fece sentire migliore di com'ero e portò un po' di luce nei miei giorni. Ma questa luce durò soltanto due mesi e mezzo, dopodiché anche lui, come tutti, se ne andò. Mi disse in pieno che non avrebbe fatto un passo in avanti, ma io continuai a passare le giornate ad aspettare e sperare che cambiasse qualcosa. Ormai la mia vita era come se dipendesse totalmente da lui. Era l'unico pensiero che avevo in testa e non riuscivo a pensare ad altro se non a quel ragazzo che portò via la mia purezza. Fu una cosa di cui ero sicura. Sapevo che prima o poi sarebbe successo e mi convinsi che lui era la persona che probabilmente meritava questo privilegio ed ero consapevole anche del fatto che poi avrebbe preso la via e se ne sarebbe andato e quando sarebbe successo, non avrei dovuto piangermi addosso pensando che non avrei dovuto fare quello che ormai avevo fatto. Ci sono stati giorni che l'ho pensato, ma solo perché sarebbe stato meglio se, forse, se ne fosse andato con il rimpianto di non avermi portato via quello che tanto desiderava.

Io gli donai del puttaniere e lui ricambiò dandomi della falsa e dell'ignorante. Falsa perché, secondo lui, in sua presenza fingevo comportamenti quando in realtà non era così, forse è una delle poche persone con cui non finsi neanche una volta. Il problema è che lui di me non capì niente, mi diede troppo per scontata, forse perché era abituato alle persone così, però io non sono una di quelle. Mi è sempre piaciuto fare la differenza, se gli altri seguivano la moda, io seguivo i miei gusti perché le cose che possono permettersi tutti non mi piacciono, non mi sembrano di valore e questo vale anche con le persone. Mi piacciono le sfide, mi piace conquistare qualcuno che sento mio e custodirla, giorno per giorno, come una perla preziosa. Ma io ho bisogno di essere vissuta, ho bisogno di tempo per far si che mi apra completamente a qualcuno. Ma queste cose a lui non interessarono e preferì andarsene e tornare da chi, prima di me, era stato più facile da ottenere. Ogni mia amica cercò di farmi sentire meglio dicendomi che lui non mi meritava, che era stato stronzo ad andarsene per delle cazzate e che io ero migliore di quello che lui credeva ed avevo avuto fin troppa pazienza a sopportare chi aveva sempre dato priorità a tutti tranne che a me, ed io lo sapevo che ero migliore di quello che lui pensava, però ormai nulla aveva importanza perché era convinto di cose che non erano come lui credeva. Dal momento in cui se ne andò, la mia vita riprese ad andare avanti in modo sbagliato. Con lui passai dei momenti che, al sol pensiero, mi vengono le lacrime. Furono momenti belli, almeno per me. Con lui mi sentivo al sicuro e stranamente viva, era capace di mettere pace ai miei pensieri negativi ma questo a lui non importò e preferì andarsene.

Da quel giorno cambiai e decisi di indossare di nuovo la mia corazza. Quella corazza che mi faceva apparire una ragazza a cui non interessava se qualcuno aveva un parere sbagliato, perché sarebbe andata avanti ugualmente, anche al costo di avere al suo fianco qualcuno in meno. Perché, alla fine dei conti, conta chi resta nonostante i momenti bui. Le persone che lo fecero furono coloro che mi videro crescere ed altre incontrate lungo il cammino: Le mie amiche. Loro mi conoscevano meglio di chiunque altro. Potevo contare sempre sul loro aiuto, perché ci sarebbero state in ogni caso ed io ci sarei stata per loro, perché chi ha meritato una mano da parte mia, l'ha sempre avuta.

Cercai di evitare affezioni veramente grandi e di limitarmi a storie di una sera. Accontentandomi di un piacere limitato, che non si può avere ogni volta che si vuole, ma soltanto quando si presenta l'occasione. Capii che la vita di coppia non era per me, perché mi sarei ridotta a straccio ogni volta che qualcosa sarebbe andata storta e non mi andava più di soffrire per chi non si era fatto problemi ad abbandonarmi. Il mio difetto era quello d'immergermi troppo nelle situazioni, davo me stessa in modo di provare a mantenere qualcosa che doveva finire, cercavo di mettere più virgole che punti, anche al costo di perdere il controllo di me stessa, ma non potevo assumere questo comportamento ogni qualvolta mi veniva dato un addio. Avrei dovuto lasciare andare che le cose andassero come dovevano e non di opprimere le persone, ma ero così. Sentivo il bisogno di essere amata, ma nessuno capì questo. Cercavo costantemente affezioni, m'illudevo di ogni singolo gesto e sapevo che avrei vissuto male proprio per questa ragione. Ma questa è la mia persona e non ci sono stati modi per cambiarla.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 07, 2016 ⏰

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