The Hawk

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È passato un anno da quando se n'è andato. Un anno da quando l'ho visto l'ultima volta. Un anno da quando il mio letto è vuoto.
Credo di essere diventato un vegetale, compio solo le azioni essenziali: respiro, dormo, mangio a malapena, mi riempio di caffè e mi chiudo nel mio laboratorio, ma va bene così.
D'altro canto a nessuno interessa, perché dovrebbe interessare a me?
L'unica persona a cui fregava qualcosa di me, non esiste più, se n'è andata e non tornerà più.
Mi manca.
Mi manca il suo respiro sulla mia pelle, i suoi baci sul mio corpo, le sue mani che mi accarezzano con delicatezza come se potessi rompermi da un momento all'altro data la sua considerevole forza, le sue labbra sulle mie, i suoi occhi che mi guardano come se fossi la cosa più bella del mondo, le sue braccia che mi stringono e che mi tengono al sicuro.
Mi manca tutto di lui.
Ma il mio capitano non tornerà più.
Nessuno verrà a recuperarmi da questo incubo, metto su la solita faccia da poker e vado avanti fingendo che nulla sia successo ma in realtà ricordo tutto, ricordo come tu ti sia spento mentre ti tenevo tra le braccia e ricordo ogni tua ultima parola;"Tony continua a vivere dopo di me." e così ti sei spento dopo un ultimo bacio, la morte del tuo assassino non mi fa sentire meglio, niente potrebbe farmi sentire meglio, nemmeno parlare con Pepper aiuta più.

Ho paura,paura di essere troppo fragile. Dicono che sono cinico, ma nessuno riesce a vedere quanto soffro, nessuno riesce a vedere oltre solo Steve.

Il rumore della porta che sbatte, mi risveglia dai miei pensieri.
Alzo gli occhi e riesco a scorgere una figura sfocata, che entra nel mio laboratorio, ma non riesco a capire chi sia.
Sbatto più volte le palpebre e finalmente riconosco i suoi occhi azzurri e il suo ciuffo biondo, è lui.
Sorrido senza neanche accorgermene.
Mi alzo velocemente dal pavimento del laboratorio e mi scaravento tra le sue braccia che mi aspettano e mi stringono.
"Sei tornato! Non te ne vai più,vero capitano?" gli chiedo con il viso appoggiato al suo petto e le mani che stringono quella sua assurda camicia a quadri.
"Non me ne vado più."mi sussurrà abbracciandomi. 


Appoggia le labbra sulle mie ed è a quel punto che mi sveglio e noto di non essere più sul pavimento del mio laboratorio, di non essere più con Steve, mi strofino gli occhi ed è a quel punto che mi rendo conto di avere le guance umide.
"Devo aver bevuto troppo ieri sera."dico mentre mi metto a sedere sul mio divano, quando all'improvviso due braccia mi stringono e mi tirano indietro fino a farmi appoggiare la schiena sullo schienale.
"Mi hai fatto preoccupare"mi dice il proprietario di quelle braccia "Non ti svegliavi più."aggiunge ed è a quel punto che mi volto e mi perdo in due occhi grigi e in un ciuffo castano.
"Mi spiace Clint."sussurro.

Da quando è morto Steve, Clint si è trasferito da me all'inizio era solo per controllare che non bevessi così tanto da farmela addoso di nuovo nell' armatura o peggio farla esplodere ma poi si è trasformato in qualcosa di più grande di una semplice amicizia, Clint si prende cura di me, mi ascolta e la notte quando mi sveglio urlando a causa degli incubi lui è subito al mio fianco.
All'inizio lo rifiutavo perchè pensavo di farcela da solo come mio solito, ma poi ho capito che non era così e lo lasciato avvicinarsi lentamente a me, si è infiltrato nella mia vita come la migliore delle spie.
So cosa prova per me, ma io non sono ancora pronto a lasciarmi il passato alle spalle, la ferita è troppo fresca e troppo dolorosa e so già che Clint prima o poi la curera ma per ora a noi va bene così, io ho bisogno di lui e lui a bisogno di me per un motivo simile al mio.
Clint mi stringe ancora ed io mi appoggio alla sua spalla fra il collo e la clavicola e sotto le sue carezze mi riaddormento questa volta di un sogno senza incubi e senza sogni.
Da quando c'è Clint non fa più così paura, da quando c'è Clint mi sento un pò meno fragile, da quando c'è Clint il mio Capitano vive meglio nei miei sogni.

Recensioni e critiche costruttive sempre ben accette.  

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