Comunque, sono Giorgio.

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Pietro

"Ciao izzy, scusa il ritardo è già arrivato il cliente di Mike?" Le chiesi mentre mi toglievo il cappotto e i miei vestiti per indossare quelli per lavorare. Lei si allontanò dallo specchio sbattendo le ciglia per far fissare il mascara bene e mi guardò.
"Si, ti sta aspettando nella camera. Devo dire che hai avuto una certa fortuna, è davvero carino, peccato che sia gay." Disse ridacchiando e sistemandosi la parrucca fucsia.
Alzai gli occhi al cielo e uscii dal camerino non appena fui pronto.
Aprii la porta lentamente e la richiusi dietro di me. La suite era completamente buia tranne che per la luce della luna che illuminava solo una parte della stanza. Illuminato solo per metà sulla poltrona quasi di fronte a me c'era un ragazzo che sogghignava. Era parecchio inquietante ma mi feci coraggio e mi avvicinai, deglutendo tutte le mie paure.
"Mike mi aveva detto che eri carino." La sua voce era bassa e bramosa. Mi fece segno di avvicinarmi a lui e io obbedii.
"Sono a tua completa disposizione." Dissi con voce sensuale ,riuscivo a distinguere meglio il suo volto e il suo corpo ora che gli ero vicino. Era magro e portava un completo elegante. Si mise a ridere.
"Questo già lo so, ora spogliati. Lentamente." L'ultima parola fu come un sussurro. Un brivido mi attraversò la schiena, feci come mi disse. Mi tolsi la maglia che indossavo e poi feci scivolare lentamente le mie mani sul mio corpo fino ad arrivare alla zip dei pantaloni, la slacciai e tolsi anche quelli, mi avvicinai ancora di piu a lui e mi sedetti sulle sue gambe. Il suo respiro divenne più affannato, come il mio. I nostri visi erano a pochi centimetri di distanza, riuscivo a sentire il suo profumo fresco e dolce. Si passò la lingua sul labbro inferiore portando le mani sui miei fianchi e stringendoli leggermente, sentivo il tessuto dei boxer stringersi. Affondai il viso nel suo collo lasciando baci umidi e caldi. La sua pelle era morbida e liscia.
Un gemito roco lasciò le sue labbra e il suo respiro si fece sempre più irregolare.
Mi infilò una mano nei capelli tirandomi la testa lontano da lui, gemetti per la sorpresa.
"Piano piccolo." Mi fece scendere e mi portò in bagno, rimasi sorpreso da quello che vidi. Il bagno era illuminato dalla luce soffusa delle candele che erano piazzate un po' ovunque. Era una cosa...romantica. Perche avrebbe dovuta fare una cosa del genere per una persona che pagava per essere sua?
Lo guardai confuso e all'improvviso mi ricordai di quel bel viso che alla luce era perfettamente chiaro.
"Tu?" Chiesi, lui si voltò verso di me quasi con lo stesso stupore.
"No, tu!" Non lo avevo ancora visto bene in volto, ma non potei fare a meno di notare che era dannatamente sexy con i capelli scompigliati, la camicia semi aperta e le pupille dilatate desiderose di un po' di sesso. Il silenzio divenne quasi imbarazzante ma poi il suo sguardo si spostò sulla mia mano fasciata. Nel suo sguardo passò timore, non eccitazione.
"È colpa mia quello?" Chiese diffidente, puntando la mia mano con la testa.
Io la guardai confuso. Scherzava? Okay che si era comportato da completo stronzo, ma non mi aveva fatto davvero fisicamente male.
"Cosa? No, certo che no" Dissi, prendendo la mano con l'altra. La situazione si stava facendo veramente scomoda, non avevo mai visto nessuno dei miei clienti fuori dall'orario di lavoro, ne tanto meno loro avevano mai visto me.
Si appoggiò al muro a braccia conserte guardandomi prima di spostare lo sguardo sulla vasca. Io tenetti il suo sguardo, non avevo nessuna voglia di farmi vedere inferiore a uno stronzo.
"L'acqua si raffredda, che facciamo?" Chiese impaziente. Alzai un sopracciglio appoggiandomi allo stipite della porta. Per un momento mi dimenticai di essere al lavoro, mi stava davvero considerando come una persona e non un suo oggetto? Non potevo non farmi scappare quest'occasione.
"Non lo so, sei tu qua che dai ordini." Mi fulminò con lo sguardo, a quanto pare non gli piace essere provocato.
Si avvicinò a me stringendo i denti, poggiò una mano in parte alla mia testa e si avvicinò a me, aveva lo sguardo fermo e terribilmente attraente. Era più alto di me, mi sentii bloccato e intimorito ma non smisi di guardarlo dritto negli occhi.
"Allora spogliati e vai nella vasca, stupida puttana." Gli occhi mi diventarono lucidi per la frustrazione, perchè era cosi cattivo? Lo sorpassai e feci come mi disse aspettandolo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 09, 2016 ⏰

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