Capitolo 11

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'E adesso cosa hai intenzione di fare?' chiese tra preoccupazione e felicità Mark dopo aver sentito come era andata.

'Non lo so, sai come la penso. E' dopo quello che mi ha detto Irene.. Io non posso deluderla, ma andare da lei è stata la prima cosa che mi è passata per la testa quando l'ho vista in quello stato. E' stata una reazione spontanea.' rispose ad occhi bassi Chris che pensandoci  bene adesso finalmente riusciva a riconoscere che in fondo in me, pur essendo una tipa strana, c'era qualcosa che lo incuriosiva.

'Allora farai bene a capirlo perchè Irene torna tra due giorni, la pacchia dai suoi zii è finita.' disse dispiaciuto Mark battendo la mano sulla spalla dell'amico.

'Lo so.. Troverò una soluzione.'

'Trovala presto e sopratutto non pensare troppo, io vado dal mio amore che mista reclamando, scusami fratello.' sorrise Mark allontanandosi, poi si fermò e torno indietro dall'amico.

'Ah,se per caso ti servisse a decidere o stronzate simili, lei è infondo al corridoio da sola, lontana da tutti. Credo stia pensando anche lei a qualcosa, o semplicemente sta aspettando qualcuno..'continuo l'amico, e poi sparì nella folla del corridoio a cambio dell'ora.

Ero sola affacciata alla finestra, guardavo ma non vedeva nulla perchè quella finestra infondo non mostrava nulla, dava semplicemente su un muro di cemento. Tutti mi guardavano straniti ma a me non importava. Alcuni ridevano anche, ma non sapevano il reale motivo che mi aveva portata li, non sapevano che ero li perchè avevo bisogno d'aria. Mi sentivo soffocare e avevo deciso di allontanarmi un pò da tutti. 

Christian mi guardò, ma non come gli altri. MI guardò con uno sguardo interrogativo come se avesse capito, ma non fece altro. Iniziò a percorrere il corridoio segandolo a metà, scansando tutti quelli che gli venivano incontro.Tremavo, ero emozionata e impaurita. Ero stanca, avevo un vuoto allo stomaco. Avrei voluto piangere e sorridere allo stesso tempo. Ero strana, ero un miscuglio di emozioni in quell'istante, emozioni a cui neppure io sapevo dare forma e nome. Sentì la testa pesante egli occhi che quasi mi si chiudevano. Resistetti fin quando potei,poi il buio e caddi davanti a me. Caddi ma non sentìi dolore, solo morbidezza e calore. Non so cosa successe nei minuti a seguire so soltanto che quando riaprì gli occhi ciò che vidi era davvero oltre ogni mia aspettativa.

'Ehi ehi.. Hope.'

Alzai gli occhi socchiusi: era Christian. Mi agitai e cercai di liberarmi dalui ovviamente senza riuscirvi.

'Calma,non faccio nulla. Non agitarti perchè peggiori la situazione.Nessuno ha visto nulla, credono semplicemente che tu mi abbia abbracciato. Cerca di non attirare attenzioni se non vuoi che ti portino in ospedale.'

Vennero i brividi ad entrambi. Io non ressi e mi abbandonai sulla sua spalla, poi insieme ci dirigemmo in fondo al corridoio, in quel banco su cui avevamo parlato qualche ora prima.

'Siediti.'fece lui sollevandomi per il braccio.

'Cela faccio da sola' risposi liberandomi dalla sua presa..

'Scusa non era mia intenzione offendere, siamo nervosette eh?'

Sospirai ma non risposi, abbassai lo sguardo.

'Da quanto tempo non mangi?' Chris si era fatto serio.

Mi sentì bloccare tutto, non respiravo quasi più. Mi sentì violata, maltrattata, quasi offesa. Cambiai in viso probabilmente e Christian se ne accorse.

'Ehi tutto ok?.. Senti non volevo mica dire qualcosa di male.. insomma stavi per svenire se non c'ero io e mi chiedevo..' non riuscì a finire perche lo interruppi.

'Ti chiedevi cosa? Se mangiavo? Se potevo davvero essere cosi pazza da farmi male? Mangio grazie, non si vede?' Ero nervosa. Tremavo, avevo detto quelle parole per difesa.

'Io non credo che tu sia pazza, tu sei bellissima e no, non volevo offenderti ma solo aiutarti.'

'Non ho bisogno d'aiuto..'

'Oh si invece, si che ne hai bisogno. Come ne ho bisogno io e come ognuno di noi ne avrebbe bisogno.' rispose malinconico lui.

'Io ce la faccio da sola.' sentenziai seria.

Christian rimase di ghiaccio. Era l'ennesimo rifiuto e si sentì di troppo.Voleva aiutarmi, voleva soltanto essermi d'aiuto.

'Allora bene, scusami se ti ho disturbata non volevo. E' stato un piacere Hope, ci si vede in giro.' disse sospirando mentre si alzava da quel banco e si allontanava da me..

'No aspetta.. Senti io..' iniziai quasi in lacrime, senza sapere neppure cosa volessi dire o fare. Ma lo feci, dovevo far qualcosa, non potevo lasciare che andasse cosi.

'No,nulla, non scusarti sono momenti particolari e io non dovevo immischiarmi. Scusami.' mi salutò e si voltò le spalle.

'Mano io non voglio.' dissi tra le lacrime, ma lui era ormai troppo lontano per sentirmi.

Ci avevo provato, invano, ma lo avevo fatto. Avevo lasciato che andasse nuovamente a rotoli qualcosa di bello. Lo vidi entrare in aula volgendomi di sottocchio un ultimo sguardo. Avrei voluto fare qualcosa ma non riuscii a far nulla. Mi chiusi nuovamente in me stessa e, aspettando che il mio corpo riprendesse le sue normali funzioni, rimasi li a fissare il nulla con qualche lacrima in più che mi accarezzava il viso, tra il via vai di studenti in piena pausa che contribuiva a farmi sentire particolarmente sola. Tutti avevano qualcuno con cui star mentre io ero sola in quel banco a fissare inerte ciò che mi circondava.

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