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Meeting

Jenna aveva appena capito.
Quei due bambini, quelli dei suoi ricordi, erano lei e Minho.

O almeno era ciò che lei pensava.
Il velocista era l'unica persona che conosceva che credeva che le stelle fossero come delle fate che ti proteggono.

Gli parlerò domani, si disse.

Era quasi l'ora di cena. Aveva una fame.

Avrebbe mangiato anche un Dolente.
Okay, forse no.

"Jenna!" era Minho.

"Dimmi, Mí"

"Dobbiamo assolutamente parlare!"

"Proprio ora? Sto morendo di fame!"si lamentò..

"Proprio per questo ti  ho portato un panino"e glielo porse.

"Dimmi" disse lei, intenta a mangiare la sua cena.

"Durante la Mutazione ho riavuto dei ricordi"

"Si è normale"

"Lo so, grazie. Comunque volevo dirti che ho ricordato delle cose strane"

"Tipo?" disse Jenna, mordendo il panino.

"Non si mangia con la bocca piena"

"Fai sul serio?" disse lei.

"Certo che no! Ricordi quel giorno che mi hai raccontato il ricordo che ti era venuto? Quello dei bambini che non si volevano lasciare?"

"Gioco di parole!"disse lei con un sorrisetto stupido dipinto in faccia "comunque sì, lo ricordo"

"Ecco, durante la Mutazione anch'io ho avuto lo stesso ricordo. Due bambini. Un maschio ed una femmina. Io il maschio e una bambina dai capelli rossicci come i tuoi.

Questo a cosa ti fa pensare?"

"Che quei due bambini eravamo noi?" domandò incerta, anche se lo sapeva già. O almeno l'aveva intuito.

"Esatto! Poi, dopo la conversazione, io fui portato in un laboratorio. Poi mi svegliai dentro la Scatola senza nessun ricordo!"

"Quindi io e te eravamo ottimo amici?" disse Jenna.

"Sì!"esclamò Minho.

Si guardarono negli occhi. Nessuno mosse un muscolo.

"Allora?"domandò lui "non fai niente?"

"È che non so cosa fare! Praticamente ti conosco da, tipo ehm una settimana!"

"Abbracciami"

"Come?"

"Ho detto abbracciami"ripeté Minho.

E si abbracciarono.

Minho strinse più forte.

Jenna, in cuor suo, non voleva dirgli del ricordo del bacio.

Già c'era un'atmosfera di tensione tra i due. E lei non voleva che questa aumentasse.

Quindi rimase zitta.