Fiamma azzurra

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Con questi scritti parteciperó a concorsi di vario genere di Eva
Sezione Fantasia e Amore @Evakant00

Scritto per sezione Fantasia:

Era Maggio, come ogni mattina preso lo zaino, lo misi in spalla e andai al college.
Ogni giorno sempre la stessa monotonia: sveglia presto, colazione, zaino, autobus, lezioni noiose tranne letteratura straniera ovviamente, mensa, zaino, autobus, casa, studio ed infine, lui.
Una tremenda e circoscritta monotonia.
Non quella mattina peró.
Era seduta al mio solito posto, cuffietta nell'orecchio destro, il sinistro libero per non isolarmi troppo, una canzone dei Linkin Park, tutto nella norma.
Le mie labbra canticchiavano, mi avevano sempre confessato della loro peccaminosità, ma non potevo farci niente, io che oltretutto passavo le giornate torturandole: mi piaceva morsicarle.
"Burn" schioccai le sita e nelle mia mani apparvero fiamme rosso vivo; chiusi i pugni e scomparvero. Schioccai muovamente le dita e nuovamente chiusi i pugni, ancora e ancora, il fuoco era parte di me. Guardai fuori dal finestrino e mi spaventai quando vidi la macchina vicino a noi prendere fuoco "Che strana coincidenza" riflettei.
Arrivammo in ritardo a scuola per colpa dell'incidente, fortunatamente alla prima ora avevo matematica e non letteratura.
Che avvenimento strano, le immagini continuavano a vorticare nella mia mente, un turbinio di emozioni quasi incontrollabili, mi sentii infuocare.
Arrivai a scuola in ritardo ma ormai più nessuno faceva caso a me e alla mia sbadataggine o almeno dall'arrivo di Cristian.
Un nuovo compagno di classe a vui sbavare dietro.
Mi sederti come mio solito in terza fila, Katrin oggi era assente, febbre di cavallo post sbornia, era da aspettarselo, sorrisi dentro di me.
Eccolo, ok lo ammetto, era davvero bello.
Alto, occhi castani, rasato, aveva lo stile del ragazzo ribelle dallo sguardo peró che smentiva tutto, suadente e accattivante eppure così dolce.
Tutte gli sbavavano dietro, tranne me, ovvero anche a me piaceva ma non ero proprio il tipo da farlo sapere al mondo o fargli notare la lucidità della mia bava per lui, quindi.
E quindi niente lo guardavo da lontano e fantasticavo che un giorno potesse essere lui il mio Darcy.
Non voglio un amore perfetto, voglio un amore vero.
Si stava avvicinando sempre più a me, avevo le palpitazione, bum, bum, uno, uno, due, tre, quattro, uno, respira, respira va tutto bene, tu abbassa la testa e continua a disegnare.
Prova a cantare, avevo ancora in testa la canzone dei Linkin Park di stamattina, decisi di intonarla nella mia mente, era a pochi oassi da me quando mi rivolse la parola "Ehi ciao, posso sedermi qui? La tua amica oggi è assente..." annuii ripetutamente, ero arrivata a quel punto della canzone che tutto sembrava così vivo sentivo il fuoco ardere in me e il rosso diventare la mia anima, alzai leggermente lo sguardo e vidi il suo sorriso sorpreso, quasi spaventato. " Che ti prende? Tutto bene? Sei diventata così bella! Cioè non che prima non lo fossi!" non potevo crederci il ragazzo più bello della scuola si era inpappinato guardandomi, questa sarebbe da raccontare, a volte è un peccato non avere amici.
La canzone stava salendo e così l'adrenaliba in me, sentivo il cuore uscire dal mio petto, troppo era lo strazio, l'ardore e la passione che in me era, "Burn" pronunciai, il foglio inizió a scricchiolare fino a quando prese fuoco, non mi dava fastidio e non ne ero spaventata, avvicinai la mano, la passai sulle fiamme, erano così calde ed armoniose. Con mio stupore non mi scottai, anzi rimasi letteralmente illesa, forse quella fiamma aveva colmato il vuoto del mio cuore perpetrato per anni.

Fiamma languinea,
Soffio cuore,
Risveglia per sempre
Il dolce candore.

" No! Ti farai male!" disse Cristian, guardai dentro me ció che stavo facendo, il mio volto aveva quasi raggiunto la fiamma e tutti mi fissavano.
Non riuscivo a fermarmi, le ero sempre più vicina, il nostro era un legame forte, etereo che mai e poi mai sarebbe finito. " Erit Agamnorà" pronunciai ed i miei vestiti di trasformarono, "Erit Cresaceius" urlai più forte, la fiamma divenne una piccola palla di fuoco, la facevo roteare, arrivata sopra la mia nuca la calai e delicatamente la ingoiai. Il fuoco era sparito ma ora tutti erano spaventati da me.
Presi lo zaino e corsi via, uscendo sbattei contro Cristian, lo ferii, non volevo.
Inpeovvisamente la mia mente si riempì di immagino sconosciute, vicessitudini che da bambina avevano così vigore in me che le avevo oppresse.
Fin da piccola giocavo col fuoco, i miei genitori erano spaventati poi un giorno capirono, capitono che ero io a produrlo e che potevo essere un danno per l'umanità, così colpendomi con un masso alla tempia mi fecero perdere la memoria, e da codardi scapparono.
Ma io ora ricordo tutto, e voglio la mia vendetta.
I miei senai ora erano sviluppati, ero l'estremo essere, il comandante supremo.
Sentivo crescere nel mio cuore la mia impulsività, il mio rancore, la rabbia.
La mia natura finalmente era nata.
Sentii bussare alla porta, riconobbi il profumo, era Cristian. Qualcosa in me mi siceva di non aprire, che era dannoso per la mia salute ma non fui io a reagire, fu passione ad aprirgli la porta.
Appena arrivato mi abbracció e sentii in un secondo un getto d'acqua riempirmi le vene, lui, sapevo che non poteva funzionare, io fuoco, lui acqua.
" Ho visto quello che hai fatto oggi, i tuoi occhi incupirsi, accecati dal potere, tu non sei così, hai lo splendido dono di saper controllare il fuoco, puoi salvare le persone ma tu sceglierai sempre l'egocentrismo, ascoltami, oggi il tuo potere ha confluito nella sua più grande espressione, potevi ferire gravemente i tuoi compagni ma non lo hai fatto e questo mi ha portato qui da te, qui per dirti, che io credo nella dolce ragazza timida che padroneggia una fiammella e spegne gli incendi.
Lo accolsi all'interno della casa e mi presi cura della ferita che gli avevo causato.
Rimanemmo rinchiusi senza mai uscire per due settimane.
Io e lui, soli.

Quel che Fuoco brucia,
Acqua ristora,
Quel che Acqua spegne,
Fuoco riaccende.

E così eravamo noi, die amanti proibiti trovati nel ventre caldo d'una madre: Amore.

Quella sera lui si avvicinó a me strinse la mia mano e lentamente inizió ad accarezzare ogni angolo del mio corpo " Shh, o prenderai fuoco" mi disse Cristian, "Tu, sei tu il fuoco che vive in me..." sospirai io al suo orecchio.
Mi orese in braccio e mi adagió, in camera, sul letto, lentamebte iniziai a togliermi i vestiti, volevo mostrarmi a lui, e Cristian fece lo stesso.
Sempre più vicini, lui su di me iniziammo a creare una dolce sinfonia, una passione pacata che ammaliava i nostri cuori.
Tutto intorno a noi inizió a cambiare, le pareti si tinsero di rosso fuoco, e così ogni oggetto a noi vicino prese fuoco, dal soffitto inizió a scendere una cascata d'acqua porpurea, candida, bagnava tutto ma non noi, ci faceva da scudo.
Potevo sentire il suo corpo muoversi nel mio, le sue mani tra i miei capelli, i nostri reapiri affannati che in un ultimo e caldo sospiro si congiunsero.

Ero seduta sul letto, le coperte congevano il mio corpo e lui era li, ancora dormiente accanto a me.
Mi avvicinai e dolcemente, con piccoli baci sulla guancia lo svegliai.
Era così bello.
" Ho imparato a fare una cosa..." lo esortai, vidi il suo sguardo incuriosito, aprii il palmo della mano e pronunciando il suo npme creai una bellissima fiamma azzurra, il fuoco si era medcolato con l'acqua, non c'erano ne vinti, ne vincitori, solo due corpi innamorati. "Per te..." gli dissi, lui quasi in lacrime si avvicinó a me e ricongiunse le sie labbra alla propria casa: le mie.

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