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Il taxi mi accompagna fino davanti al possente edificio. Appena scendo dalla macchina prendo a fissare nervosamente la porta d'ingresso, poi alzo gli occhi e prendo ad ammirare le tante vetrate da cui filtra la luce del sole.

Noto le persone che entrano ed escono frettolosamente dalla porta. Sono vestite molto eleganti, professionali e fini.
Anch'io oggi ho voluto imitare un po questo 'look' da lavoro, insomma, ho cercato di essere il più professionale e seria possibile. Certo se mi fossi presentata ad un colloquio di lavoro importante come questo con un top e dei pantaloncini con gli ananas sopra, mi avrebbero sicuramente cacciata fuori a suon di rimproveri.

Fortunatamente ho optato per una gonna nera lunga fin sopra il ginocchio, è abbastanza attillata e da quell'aria professionale che volevo. Nella parte superiore indosso una camicia di seta bianca, ovviamente dentro la gonna. Tacchi neri, un tocco di mascara, fard, un rossetto rosa pallido e voilat. Avendo paura che i miei capelli rosa potessero influenzare il giudizio del mio capo, o comunque dei colleghi, ho deciso di schiarirli leggermente, facendoli diventare di un rosa pastello molto elgante e femminile.

Sono pronta?
Non lo so.
Sono agitata?
Si.

Dopo un paio di minuti mi obbligo a farmi venire il coraggio di entrare. Così inizio a camminare vertiginosamente sui tacchi troppo alti, e mi dirigo verso il grande edificio di New York.

"Buongiorno cara, lei deve essere la signorina Alissa Grey, giusto?" Mi chiede un'assistente bionda con un rossetto rosso fuoco ed un vestito che mostra un po troppo.

"Ehm.. Si, sono io." Rispondo agitata, mangiandomi anche le parole.
Le mani mi stanno sudando e tremando al tempo stesso.

"Stanza in fondo al corridoio, comincerai a discutere ed esporre ai tuoi futuri colleghi. Dopodiché, se verrai accettata definitivamente, potrai accordarti con il capo sui vari orari lavorativi ed eventuali richieste."

"D'accordo, grazie." La ringrazio e mi avvio verso la fatidica stanza.

Voglio, anzi, devo fare buona impressione.

Mi fermo davanti alla porta, faccio un respiro profondo, e poi entro.

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"Fey, sono dentro a tutti gli effetti!" Vorrei urlare e gridare di gioia, ma visto che sono ancora circondata di gente, cerco di parlare a bassa voce.

"Congratulazioni Ali! Lo sapevo che ce l'avresti fatta, te lo meriti davvero." Conclude lei felice.

Al termine della conversazione, però, mi scappa una piccola lacrima. Non per la felicità, ma per il fatto che ora che lavoro qui a New York, dovrò per forza trasferirmi qui per un po.
Dovrò lasciare Fey, la mia migliore amica da sempre.
Isaac, il mio migliore amico da sempre.
Adrian, il ragazzo che nonostante i suoi difetti, è riuscito a farmi tornare il sorriso. Nel corso di questi due anni ho anche cercato di intrattenere una realzione con lui, mi faceva stare bene. Però, per me e per quello che ho passato, era ancora troppo presto per iniziare un nuovo rapporto.
Glielo avevo spiegato e lui mi ha capita, ha detto che non c'era problema. Nonostante questo io gli voglio un mondo di bene, davvero.
Sarò anche più lontana di quanto già non fossi da Kayla e Hardin.

In pratica dovrò definitivamente abbandonare tutti i miei amici e la mia casa, il luogo dove sono cresciuta.
Dovrò ricominciare tutto dall'inizio, e sta volta per davvero.

"Allora, com'è andata?" Mi chiede di nuovo la segretaria bionda con cui avevo parlato prima.

"Oh, bene, grazie." Mi apro in un sorriso.

"A proposito, io sono Lizzie, ma tutti mi chiamano Liz." Mi porge una mano. Io le porgo subito la mia.

"È un piacere." Sorrido.

"Anche per me, cara. Ora se non ti dispiace ti accompagno dal capo per dargli la notizia che ora sei dei nostri!" Liz mi fa l'occhiolino.

"Va bene, grazie mille." Rispondo sollevata.

Successivamente ci rechiamo al settimo piano dell'edificio, fino ad arrivare davanti ad una porta con su scritto 'stanza 205'.

Entriamo e troviamo, in fondo alla stanza, un uomo alto girato di spalle che lavora su un computer. Tutto ciò che fa viene proiettato su un grande schermo, in modo che tutta la gente intorno a lui possa vedere meglio.

"Eccoci arrivate. Appena finisce te lo presento." Sussurra Lizzie, per poi sedersi attorno al lungo tavolo.

Io, invece, rimango imbambolata ad ammirare la bellezza della stanza luminosa. Vi erano delle enormi vetrate lucenti, proprio come nei film.
Si sente solo il rumore dei tasti del computer.

Tic tic tic tic.

Sono ancora in piedi all'estremità del tavolo, quando quello che dovrebbe essere il mio futuro capo si volta.

Alzo gli occhi.

Cosa sta succedendo?
Non è possibile.

L'uomo rimane in piedi a guardare tutti i suoi dipendenti, il suo sguardo, però, cade su di me subito dopo.

Quegli occhi.

"Signore, le presento la nuova recluta, la signorina Alissa Grey." Asserisce Lizzie indicandomi.

Tutti si voltano a guardarmi.
Io per poco non cado per terra per un'improvvisa mancanza d'ossigeno.

Due occhi indagatori mi scrutano impauriti, speranzosi, disperati.
E poi, un riflesso dorato.

Rimaniamo a fissarci per un paio di secondi.

"Alissa..?" Sussurra quasi impercettibilmente lui.

Una lacrima disperata riga il mio viso truccato.

Mi porto una mano alla bocca, gli occhi mi diventano improvvisamente lucidi.
Il trucco si sbava e cola ovunque.

Theo? Vorrei dire, ma la mia bocca non riesce a emettere un singolo suono. Solo singhiozzi strozzati.

"Non è possibile.."

C'è una zanzara nella mia stanza e non mi lascia dormire. INCUBO.

Comunque raga ho dovuto affrettare un po le cose perché se no non trovo più il tempo di aggiornare, e non voglio poi lasciare la storia in sospeso fino a settembre.

P.s: Ho iscritto la storia ai Wattys2016! Muahah:3



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