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Sono sveglio. Cos'è successo? Ricordo che ero in ufficio e poi solo un gran botto. Questa stanza è buia, troppo buia, forse ho una benda sugli occhi.

- Ehi! c'è qualcuno??- urlo o almeno penso di farlo, sento che la mia voce esce un po' bassa. Ho dolori agli arti e prurito diffuso alla schiena, non riesco a muovermi, sono disteso, immobilizzato in qualche modo.

- Ben svegliato, professore, come si sente? - una voce maschile si fa sentire dietro di me. Faccio per voltarmi, ma non credo di esserci riuscito, continuo a sentire sensazioni confuse e sempre un prurito leggero.

- Non mi sento affatto bene, sa...

- Si ricorda cosa è successo?

- No. Dove sono e chi è lei? Riuscirò a vederci? - Mi rendo conto che vedo tutto troppo nero e non sono sicuro sia solo temporaneo.

- Si calmi, non si agiti. Lei ha subìto un attentato. Si ricorda il suo nome?

- Certo- dico così, ma poi devo fare uno sforzo... - Edvard Moser, scienziato.

- Ecco, così va bene. Si ricorda, cosa ha fatto la mattina, prima dell'attentato?

- Cosa ho fatto stamattina, sì, perché? - ad un tratto, ho l'impressione netta di essere sottoposto più ad un interrogatorio che alle domande di un medico premuroso. Forse vogliono sapere dove sono i piani dello XeoX.

- Si ricorda dove ha messi i piani dello studio XeoX?

Lo immaginavo. Neanche a pensarlo. Non me lo ricordo affatto, ma se è questo che vogliono, è possibile che me ne posso servire come merce di scambio.

- Professore, mi sente? È ancora lì? - fa lui preoccupato.

- Sì. Sa, lo scopo di XeoX era di un sistema di difesa, un antidoto da usare in caso di una eventuale catastrofe nucleare, non pensavo che potesse avere degli sviluppi così tremendi.

- Certo, certo, a noi interessa solo a scopo di difesa, professore. Mi dica dov'è...

- Vorrei parlare con mia moglie - forse riesco a prendere tempo: non ho nessuna intenzione di rivelare il progetto di una delle armi più tremende mai realizzate.

- Adesso la facciamo entrare, aspetti un momento.

XeoX è una polvere, un elemento granulare studiato come strumento di difesa del sistema nervoso dalle radiazioni di un fall-out nucleare. Purtroppo durante gli esperimenti abbiamo scoperto che alla lunga può aggredire le sinapsi e le cellule nervose che avrebbe dovuto difendere. Quindi le vittime diventano, fra dolori atroci, come scimmie addomesticate, incapaci di disobbedire, di applicare ragionamenti complessi: l'ideale per i generali e i tiranni, bestie da guerra e animali da soma.

- È arrivata, fate entrare la moglie del professore- fa la prima voce. Sento aprire una porta alla mia destra, mi sembra di riconoscere un singhiozzo soffocato. Poi una pausa e un grido di sorpresa.

- Piano, piano. Parli qui nel microfono, signora. Mi raccomando non - evidentemente hanno premuto un tasto Mute perché non sento più nulla.

"Perché nel microfono?" mi chiedo sospettoso. Dalla reazione di mia moglie temo che le mie orecchie non siano messe per niente bene.

- C...ca...caro... ci...sei...?- poi scoppia a piangere. Credo di avere un aspetto proprio spaventoso se mia moglie, chirurgo di professione, non riesce a parlarmi.

- Come stai tu May? tutto bene? Non ti preoccupare, non è così brutta come sembra. Ti amo e presto mi alzerò da questo letto- dico così, ma non so neanche se sono su un materasso morbido o su un lettino rigido da sala operatoria, gambe e braccia fanno troppo male e non riesco a muoverle.

- Mi scusi professore, sua moglie non ce l'ha fatta a parlare, le augura di rimettersi presto e le raccomanda di confidarsi con noi, visto che neanche lei sa dove sono questi progetti tanto costosi.

Ancora XeoX. Basta. Non riesco a capire mia moglie. E non posso capire neanche loro; io sono qui che mi sveglio da un attentato e loro continuano a chiedermi solo dei progetti.

- Allora professore, si ricorda dove ha messo XeoX?

Non ce la faccio più a sopportarlo. Comunque quel progetto non deve essere realizzato... però posso cavarmela in qualche modo. Se solo riuscissi a ricordarmi dove sono quegli altri piani...

- Senta, professore, mi dispiace ricorrere a mezzi simili, ma se lei non mi dice dove sono, potrebbero succedere brutte cose anche a sua moglie...

Ancora lui. Sì, ora ho fatto mente locale. I piani veri li ho distrutti proprio questa mattina, prima dell'attentato.

Ho messo i piani e tutti i materiali all'interno dei contenitori di scorie che stamattina abbiamo inviato all'inceneritore centrale. Ricordo di aver tenuto anche una variante dei piani il cui risultato è però una certa argilla terapeutica per nevrotici e stressati, roba che potrebbe eccitare giusto qualche direttore di terme per anziani.

- Professore, sappia che la sua vita e quella di sua moglie sono legate ad un filo. Se lei si rifiuta di parlare, purtroppo non riuscirò a fermarli. Sa, sono delle belve sanguinarie, qua si parla di un sacco di soldi.

- Va bene- faccio finta di crollare alle minacce - va bene. I piani di Xeox sono nascosti nel compartimento segreto della cassaforte dell'Istituto. Per accedere dovete usare la combinazione sei-uno-zero. Ripeto, sei-uno-zero.

- Ho capito: sei-uno-zero. Al massimo, se è sbagliata la facciamo saltare - poi, col tono di chi ordina ad un altro di pulire la scrivania, continua - Ehi, tu, spegni la macchina che ha tenuto in vita questo cervello semiputrefatto. Poi stacca tutto, elettrodi e tubicini e buttalo in qualche scatola, tanto non ci serve più."

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"Il più terribile dei mali dunque, la morte, non è niente per noi, dal momento che, quando noi ci siamo, la morte non c'è, e quando essa sopravviene noi non siamo più." (Epicuro, Lettera sulla Felicità).

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