Prologo

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<<spingi! Ci sei quasi... Dai!>>
<<non ce la faccio!>>
<<ci siamo... Ci siamo quasi...>>
Devo farcela. Ho sofferto tanto per questa creatura e non posso arrendermi proprio ora che sto per stringerla tra le mie braccia.
Ho promesso che me ne sarei presa cura e che l'avrei amata più della mia stessa vita ed è proprio quello che farò.
Non vedo l'ora di sentire le sue urla ed i suoi pianti.
Ricordo ogni istante fino a questo momento e spingo più forte urlando.
Dolore. Sollievo. Poi non sento più niente.
La voce dell'ostetrica è sempre più lontana.
Sono terribilmente stanca, non ce la faccio più a combattere e a farmi forza da sola.
Voglio vedere il mio bambino, ma la stanchezza mi sorprende proprio nel momento in cui sento che è venuto al mondo.
Gli occhi diventano pesanti e mi si chiudono facendomi cadere in un sonno profondo.

Riapro gli occhi e spero di trovare la mia creatura qui, accanto a me.
Nella stanza però non c'è nessuno.
Mi sembra strano che non mi facciano vedere il mio bambino.
C'è un campanello accanto a me e chiamo l'infermiera che però arriva accompagnata da un medico e un'altra donna che non avevo visto prima... ma senza il bambino.
<<dov'è? È un maschietto o una femminuccia?>>
<<una bambina...>> risponde il medico, ma con un volto ed un tono di voce fin troppo cupi.
Avrei voluto gioire di questa notizia, ma non ne ho avuto modo.
<<che succede? Voglio vederla...>>
Il panico e la paura iniziano ad impadronirsi di me.
Perché non me la portano? Perché non mi fanno vedere la mia bambina? Dove l'hanno portata?
Forse era troppo piccola e deve rimanere un po' nell'incubatrice, o forse le stanno facendo qualche controllo.
In fondo le analisi sono una routine per i neonati.
<<Lara, dobbiamo parlarti...>> dice l'infermiera venendo verso di me.
Mi guardano come se... Come se...
<<Lara, la tua bambina... Lei non c'è più.>>
Le sue parole mi arrivano come una doccia fredda e rimango impassibile a fissarla.
Non ci posso credere. Non è possibile. Sto sognando.
Tutto questo è solo un orribile sogno dal quale sto cercando di svegliarmi disperatamente.
La mia Aurora è viva, lo so.
Nel mio cuore sento che è viva e che sta bene.
L'infermiera che mi è accanto continua a parlarmi, ma non sento le sue parole, è come se fosse troppo lontana da me.
Ho aspettato tanto questo momento, ho lottato contro tutto e tutti, ho perso la mia famiglia, il mio ragazzo per sentirmi dire questo?
Non è possibile che stia accadendo proprio a me.
Una mano sulla mia spalla e mi rendo conto in quel momento soltanto che non sono sola.
<<Lara... Ci dispiace>>
È come se, la bolla che mi stava circondando, fosse scoppiata in un momento e fossi stata trascinata bruscamente nella realtà.
<<nooooooo! No! La mia bambina!>> crollo tra le braccia dell'infermiera ed inizio ad urlare come un'ossessa piangendo come non avevo mai fatto prima d'ora.
Mi dimeno ed urlo perché voglio vederla, voglio andare da lei, ma non me lo permettono.
<<fatemela vedere! Voglio vederla... Almeno una volta. Voglio abbracciarla, darle solo un bacio... Voglio dirle che la amo e che ci sarò sempre.>> mi tengono ferma mentre li prego di lasciarmi andare.
Almeno una volta. Almeno un momento.
Voglio la mia piccola Aurora.
Perché me l'hanno portata via?
Io l'avrei amata più della mia stessa vita.
<<per favore, un istante soltanto.>>
<<non puoi, Lara... Ti farebbe solo male.>>
<<no. No, lei è la mia Aurora e non potrebbe mai farmi male vederla... Ti prego.>>
<<non possiamo lasciarti andare... Mi dispiace.>>
Ora lei è un angelo e non potrà mai dormire tra le mie braccia.
Do un ultimo urlo e crollo.
<<no, piccola mia... Aurora!>>

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 12, 2016 ⏰

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