Il Lato Nascosto di Trafalgar Law

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Salve per comprendere a pieno questo racconto dovreste essere nella mia testa, ma dato che ciò è impossibile, devo fare prima una precisazione e presentarvi il nuovo personaggio.
La guerra per la supremazia a Marineford è terminata da poche settimane, Rufy ha deciso di allenarsi per diventare più forte per i prossimi due anni insieme al vecchio Rayleigh, Trafalgar Law è partito dall'isola delle donne e sul suo sottomarino c'è un'ospite.
Il nuovo personaggio: Kira, la figlia del Grand'Ammiraglio Sengoku, ha visto suo padre per la prima volta quando lei ed Ace sono stati consegnati alla Marina. É cresciuta con sua madre su una piccola isola e dopo che questa é stata distrutta ha accettato di unirsi ai Pirati di Barba bianca grazie ad Ace, con il quale ha, forse meglio dire aveva, una relazione stabile. Ha mangiato il frutto del diavolo MizuMizu (mizu in giapponese significa acqua) che le permette di trasformare il suo corpo in acqua.
Fisicamente Kira è una ragazza come le altre, gli occhi azzurri, i capelli neri mossi le arrivano a metà schiena sulla quale spicca il tatuaggio simbolo del Babbo, all'interno del polso sinistro, in caratteri fini, c'è tatuato il nome "Ace".
Bene ora il racconto dovrebbe essere più chiaro, spero.

~A Traffy-chan e a chi ha perso qualcuno che amava e soffre ancora per la sua perdita~

||Il lato nascosto del Chirurgo della Morte||

«Grazie, grazie di tutto... di tutto quello che... stai facendo per me in questo momento... Grazie Law... Io vorrei...»
«Sshh non devi ringraziarmi dolcezza. Sto facendo tutto questo perchè voglio farlo, perchè ti voglio bene. Hai bisogno di me in questo momento e io per te ci sono e ci sarò sempre e so che se dovessi avere bisogno del tuo aiuto non esiteresti a farti in quattro.»
Piccole gocce d'acqua le scorrono sul viso, non fa niente né per fermarle né per mandarle via, le lascia semplicemente andare.
«Io troverò il modo per sdebitarmi...- tira su col naso- Mi spiace che tu ti debba disturbare tanto per me... Non me lo merito neanche... Non sono riuscita a salvarlo...»
Non può dire così, non DEVE dire così, l'afferro per le spalle e comincio a scuoterla «Smettila di dire idiozie!» sto urlando, le sto urlando addosso, non volevo gridare ma non sono riuscito a controllarmi; mi fa rabbia che si butti così a diciasette anni ha ancora tutta la vita davanti, non deve lasciarsi andare.
«Non è colpa tua se Ace è morto! Non è colpa tua, dannazione! Avete fatto l'impossibile per salvarlo, avete rischiato la vita sia tu sia Rufy e tutti gli altri! Non è colpa tua...» La mia voce si è abbassata verso la fine, mi sono calmato un po', lei continua a piangere. Ho smesso di scuoterla, le tengo solo le spalle. Mi guarda con quei suoi occhioni color del mare, che arrossati risaltano ancora di più mentre continuano a gocciolare come dice lei.
«Non è colpa tua -ripeto ancora- Devi trovare la forza di andare avanti, non puoi lasciarti andare, NON DEVI lasciarti andare! Tu sei viva e devi continuare a vivere, per te, se non vuoi farlo per te fallo per il tuo bambino, per il VOSTRO bambino che è il frutto del vostro amore, ciò che ti rimane di lui, per me...»
Ho pronunciato quel "per me" in un soffio quasi impercettibile, ma so che lei l'ha sentito, comincia a piangere più forte, singhiozza e mi sento terribilmente in colpa, ma non potevo non dirglielo. Piange, piange, singhiozza e piange; le fa bene sfogarsi anche se mi fa male vederla così. Ha le mani sul viso a coprire gli occhi, io la sto ancora tenendo per le spalle quando la tiro verso di me e la stringo forte in un abbraccio. Smette un attimo di singhiozzare e si scosta leggermente da me, mi guarda nuovamente negli occhi; penso voglia staccarsi, ma non è così, circonda la mia schiena con le braccia e nasconde il volto nel mio petto.
Povera la mia piccola Kira sta soffrendo così tanto, trema tra le mie braccia. Le bacio i capelli per poi appoggiare il mento sulla testa mentre le carezzo la schiena, quanto mi è mancata e lei neanche lo sa, non siamo stati più così vicini da quando ci siamo lasciati e lei è tornata da Ace.
Sentivo le sue mani stringersi sulla schiena, le dita sottili aggrappate alla maglia in quella che sembra e sono convinto è una muta richiesta d'aiuto.
Non so per quanto tempo siamo rimasti così, una volta calma si stacca e con una mano le asciugo una guancia «Va un po' meglio?» annuisce mentre tira su col naso «Si, grazie» un sussurro, si schiarisce la voce, anche se è ancora roca, parla più forte «Scusa... non avrei dovuto. Non era mia intenzione infradiciarti la felpa.»
«Tranquilla non fa niente, se mi avesse dato fastidio non ti avrei abbracciata, non credi?!» sorride appena, è la prima volta da quando è morto Ace, il suo Ace «Già»
«Sei bella quando sorridi, non che di solito tu non lo sia, ma così lo sei ancora di più.»
Che idiota che sono! Ha appena perso l'uomo che ama non che padre di suo figlio e già torno a provarci con lei, che essere cinico ma io sono Trafalgar Law e questa è la mia natura.
«Grazie, toglierò il disturbo il prima possibile. Vorrei evitare di essere d'intralcio nella vostra avanzata nel Nuovo Mondo.»
É proprio coceciuta, non l'ha ancora capito che mi fa solo piacere averla qui.
«Ma quante volte ti devo dire che non disturbi!? E' bello averti con noi e poi Bepo è molto felice quando sta con te. -e non solo lui- Voleva già venire a trovarti ma gli ho detto che era meglio che riposavi un po' prima» le dico sorridendo lievemente.
«Okay, ma quando troveremo i miei fratelli tornerò con loro. Vorrei evitare che si abituassero a non avermi in mezzo ai piedi.» sogghigna in modo impercettibile.
«Come vuoi principessa.» Le strizzo l'occhio.
«Non cambierai mai Law!» accenna una sottile risata.
«No, mai. Perchè, vuoi che cambi?»
«No, non devi cambiare.»
Ora sembra più serena. «Bene! -esclamo- Facciamo un giro così almeno saluti Bepo e vede che ti sei ripresa?»
«Ecco... Io, insomma...»
La interrompo «Se non vuoi basta che mi dici "Law vai a quel paese e non rompermi." Non mi offendo sai?»
Sorrde di nuovo leggermente, è davvero bella.
«No, non mi va preferisco stare un po' da sola. Bepo lo saluto dopo.»
Questo è un chiaro invito ad andarmene «Okay ti aspetto per la cena»
Ha una mano aperta sul ventre leggermente gonfio, tra pochi mesi avrà una bella pancia sorrido a questo mio pensiero, esco e chiudo la porta, ma prima sbircio dentro: si è coricata.

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