Suona la campanella che da inizio all'intervallo, ed io esco dalla classe come un fulmine.
Vado verso la panchina in mezzo al cortile, lì ci sono tutti i miei amici, nessuno si siede li a parte noi Perché tutti sanno che è il nostro posto.
Esco dalla folla che si è creata nel corridoio, ma mentre mi avvicino alla panchina noto che non c'è nessuno dei miei amici, ma bensì Mia.
È molto concentrata su un libro e addenta un morso di mela ogni tanto portando poi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
Inizio ad avvicinarmi ma Jessica, una del mio gruppo che mi sono fatto un paio di volte, mi precede mettendosi davanti a lei.
Mia alza lo sguardo dal libro per un paio di secondi, il tempo di capire chi c'è davanti a lei, poi riabbassa lo sguardo fregandosene altamente.
Io mi avvicino ancora un po', una scena così non si può perdere, Jessica è una che ha tutto ciò che vuole subito, sicuramente Mia non le piacerà.
"Scusa?" Chiede Jessica.
"Si?" Risponde Mia contro voglia.Jessica fa una risatina nervosa, mentre Mia la guarda aspettando che dica qualcosa che valga la pena ascoltare.
"Non so se lo sai, ma questa è la nostra panchina, quindi tu, che sei pure di due anni più piccola. Vattene" Jessica la guarda dall'alto al basso con fare da diva.
Mia la squadra per un secondo, poi fa una faccia quasi disgustata e risponde: "In teoria, e anche in pratica, io posso sedermi dove voglio. Mio padre ha pagato questa scuola, e nelle regole scolastiche non mi pare ci sia scritto che questa panchina è di appartenenza a "Miss. Penso di essermi vestita per venire a scuola mentre in pratica sono nuda". Pertanto io resterò seduta qui finché vorrò. Ora scusa ma sto studiando l'arte del romanticismo."
Detto questo riabbassa la testa e continua a studiare, dopo qualche minuto però, notando che Jessica è rimasta li sconvolta, chiude il libro, si alza e si allontana da lei.
Prima che Jessica possa girarsi seguo Mia.
La trovo seduta sotto un albero sul retro della scuola con lo stesso libro sulle ginocchia.
Mi siedo accanto a lei, ma non alza neanche lo sguardo. Ovvio.
"Ciao, Mia" dico.
"Ciao."
"Che fai?"
"Al momento ti ignoro"non alza ancora lo sguardo.
"Mmmh bene. Comunque sono Hunter piacere" dico.A quanti pare è una che ci tiene all'educazione perché appena nota che mi sto presentando come una persona normale alza lo sguardo verso di me.
"Piacere Hunter..." dura poco però, perché torna subito a rileggere il suo libro.
Oggi è vestita totalmente con un'altro look.
Ha sempre gli stessi skinny neri strappati, però ha questa maxi maglia nera con sopra una giacca di jeans.
I capelli sono legati in una treccia.
"Potresti smetterla di fissarmi? Per favore." Dice girandosi verso di me.
"E poi si può sapere che cavolo vuoi?".
"Voglio esserti amico!"
"Ma io non voglio averti come amico" risponde senza battere ciglio.
"E perché scusa?" Lo ammetto, mi sono un po' offeso.
"Perché sei un ragazzo senza un briciolo di cervello, frequenti ragazze che hanno più imbottitura nel reggiseno che tette e perché sono una persona che ha pochi amici ma buoni. Memorizza il buoni "
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Out.||hunterrowland.
Fanfiction*** "Siamo giovani" disse lei abbassando lo sguardo. "Qualcuno ha mai dato Età all'amore?" Le presi il viso tra le mani e la baciai. *** Hunter è un ragazzo come gli altri, o quasi. È sempre stato un ragazzo pieno di ragazze intorno. Tutti capivan...