Parte prima

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In cui la duchessa cerca di convincere sua cognata che dovrebbero mandare le figlie in Scozia senza di loro.

Londra, fine luglio 1842

Seduta nella sala da pranzo della loro residenza di Londra, Lia, la duchessa di Caversham, guardava la sua unica figlia Isabel, sua nipote Charlotte e la loro migliore amica, Penelope, partire per la loro cavalcata mattutina. Sarebbe stata una delle ultime che avrebbero fatto insieme, a Londra, fino alla primavera successiva, perché la famiglia Halden avrebbe lasciato la città quel fine settimana.

Dopo quattro stagioni in società, solo una delle tre ragazze aveva mostrato qualche interesse per un gentiluomo, interesse che però si era spento quando il cuore di Penelope era stato spezzato dopo diverse settimane di infatuazione per il giovane. Lia stava cominciando a pensare che, se voleva vedere sua figlia sistemata, avrebbe dovuto dare una mano alla sorte. Con questo in mente, pensò di inviare un biglietto per invitare sua cognata, Elise, la contessa Camden, e la loro cara amica Beverly, la viscontessa Huddleston, per il tè, più tardi. Avrebbero dovuto parlare di una festa in Scozia, che si sarebbe tenuta di lì a poco, nella quale le loro figlie avrebbero forse potuto incontrare dei gentiluomini adatti, diversi dai soliti che frequentavano a Londra.

Lia era dell'opinione che le loro figlie non avrebbero mai trovato marito con gli occhi severi della società di Londra e delle rubriche dei giornali scandalistici a controllarle e a criticare ogni loro mossa. Avevano bisogno di conoscere altri giovanotti; solo Dio sapeva che quelli che avevano incontrato finora non avevano suscitato il loro interesse. O forse sarebbero andati bene anche gli stessi, in un ambiente più rilassato. Forse lì le ragazze e i giovani gentiluomini avrebbero avuto l'opportunità di conoscersi, incoraggiando così la crescita di relazioni; Lia non ne era certa.

Ma una cosa di cui era del tutto sicura era che fosse necessario far loro cambiare aria.

"Volevo parlare a entrambe di Rathcavan" disse Lia a Elise e Beverly, mentre le signore sedevano nella stanza da disegno diverse ore dopo.

"Speravo che fosse quello il motivo per cui ci avete chiamate," disse Beverly, sollevando lo sguardo dalla tazza del tè, "perché anch'io volevo parlarvene."

Elise doveva aver capito che qualcosa non andava dalla voce di Beverly, perché chiese: "Andiamo a Rathcavan a caccia, vero?"

Lia scosse la testa: "So che è una festa davvero importante per lady Adina, ma sapete che non sono tanto ansiosa di farlo quanto voi due." Sollevò la tazza e sorseggiò del tè. Rimettendo l'elegante tazzina di porcellana di Limoges sul suo altrettanto raffinato piattino, continuò: "Inoltre, ho un piano. Uno che vorrei che voi ascoltaste, Elise, perché so che sarete voi a dover essere convinta con più impegno."

Richiamò alla memoria l'invito di lady Adina, la contessa Fitzhugh, che avrebbe compiuto settantacinque anni e voleva celebrare l'evento facendo ciò che più le piaceva da quando era bambina: cavalcare con i suoi cani. Ma non era una normale battuta di caccia: sarebbe stata una festa lunga un mese, nella sua residenza in Scozia; avrebbero cacciato per diverse settimane e il tutto sarebbe culminato con un ballo di campagna per celebrare il genetliaco della contessa.

Sia Elise che Beverly le rivolsero sguardi curiosi; l'espressione di Elise era un po' più critica di quella dell'amica.

"Di che piano si tratta?" chiese Elise.

Lia sentì la cautela nella voce della cognata.

"Credo che dovremmo permettere alle nostre figlie di andare senza di noi."

"Non potete pensare una cosa simile" disse Elise con un turbamento reso evidente dal leggero stridio alla fine della frase. "Inoltre, Michael non lo permetterebbe mai," scattò sua cognata, "dopo che hanno sparato alla regina, all'inizio del mese. E Ren... sapete quanto tema che qualcuno possa cercare di arrivare a lui facendo del male al suo bene più prezioso, la sua famiglia. Diamine... è per questo che vostra figlia ha due guardie."

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