Nonostante fosse ormai abituato, lo strano silenzio che avvolgeva quel parco abbandonato restava comunque suggestivo. La luna piena splendeva alta e maestosa nel cielo illuminando in modo androgeno il viso del ragazzo.S'insinuò con sicurezza tra l'erba alta, saltò un piccolo stagno e s'incamminò su per le scale. Era quasi arrivato alla meta quando un fruscio alla sua sinistra lo fece sobbalzare.
«Sei in ritardo» Era una voce piatta ed apatica che non sopportava ma che, purtroppo, conosceva fin troppo bene.
Il ragazzo non disse nulla, sospirò soltanto e continuò a camminare.
«Al Signore non piace aspettare, lo sai»
Ma lo sapeva, lo sapeva eccome.
Finalmente il ragazzo si voltò in direzione della voce – la sua collega – e scrollò le spalle.
«Ho avuto un contrattempo» Fu la sua unica giustificazione.
Lei annuì distrattamente per poi sparire dietro il tronco di un albero. Il ragazzo restò immobile una manciata di secondi a riflettere circa la stupidità delle sue azioni e seguì a ruota la sua collega posizionandosi ad un metro di distanza.
Lentamente qualcosa si levò dal terreno. Un turbine nero, una macchia densa e scura come la pece, acquisì forma. La sagoma ricordava vagamente quella di un uomo – forse un tempo molto bello – ma non vi era nulla a parte l'oscurità.
Il ragazzo, la sua collega ed una terza figura, si chinarono di fronte al loro Signore.
La grande ombra gracchiò e i suoi occhi presero colore. Il ragazzo non poté fare a meno di fissarli, erano così terribilmente rossi e brillanti. Gli ricordavano sempre i rubini ma quando ci ragionava meglio si accorgeva che erano dello stesso colore del sangue fresco.
Rabbrividì a quel pensiero e cautamente si alzò da terra.
Il Signore Ombra bisbigliò nuovamente qualcosa che un qualsiasi essere umano avrebbe potuto scambiare per il fruscio del vento o il verso di una civetta ma loro tre sapevano come decifrare il messaggio del padrone e capirono subito cosa volesse.
L'Ombra indicò qualcosa in lontananza, poi sparì lasciando nell'aria nebbia e un forte odore di bruciato.
Dall'altra parte della strada la luce di una casa si era appena accesa.
La nebbia si era infittita notevolmente nelle ultime due settimane. La foschia somigliava tanto ad una patina biancastra rimasta appiccicata nei vicoli e sulle case del piccolo paese di Beehouse. Lo scenario era talmente bello da dare i brividi ma gli abitanti sapevano che presto sarebbe successo qualcosa.
Nessuno ne parlava più ma ogni volta la storia si ripeteva e tutto aveva inizio proprio da lì, dalla nebbia.
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Angolo autrice: non so cosa mi stia esattamente dicendo il cervello, so solo che ho voglia di farlo. Riuscirò a gestire due storie contemporaneamente? Speriamo di sì. Lo so, lo so, il prologo è corto, dici tanto ma non dice niente però staremo a vedere con i prossimi aggiornamenti.
"The red sect" è un racconto a cui sono molto affezionata e che fa parte di un ciclo di romanzi - quattro, ma prevedo presto il quinto - intitolato.. No anzi, non ve lo dico! Dire a cosa mi sia ispirata rovinerebbe tutto quanto *risate malvagie*
Vi mando un abbraccio e grazie a chi mi seguirà anche qui in questo folle, folle viaggio.
Aboutjune.
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The Red Sect
ParanormalL'imminente trasloco nel piccolo paese di Beehouse scuote la tranquilla e piatta vita di Bonnie Sullivan: il piccolo borgo medievale, che sorge su di una collina, si presenta come uno scenario vuoto e dimenticato da Dio. Ma Beehouse nasconde molto p...