Capitolo venti

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Nonostante la festa inizi alle tre del pomeriggio... Alex si è svegliata alle sei di mattina. Ha preparato la colazione, ha scelto i vestiti per oggi, ha pulito la casa e i suoi occhiali.
Mi sono alzata per tenerle compagnia, ma non sono più abituata ad alzarmi così presto...
Appoggio la testa sul tavolo di cucina, lasciando dondolare il braccio nel vuoto.

<Caffè?> Mette una tazzina già pronta, davanti a me. Alzo a fatica la testa e vedo Alex con la quarta tazza di caffè in mano.
<Probabilmente ti servirebbe una tisana...> Le faccio notare, con voce fioca. La mattina non sono per niente amichevole e credetemi, è già tanto se riesco a parlare.
Molte volte non dico nemmeno "buongiorno." Appena sveglia, sono scontrosa. Molto scontrosa.

Alex conta sulle dita, le cose che deve fare... Sta cercando di tenere la sua testa impegnata, pensando ad altro... Se potessimo faremo sesso, ma ieri mi è venuto il ciclo, quindi è doppiamente nervosa.

<Alex ti prego... Non stiamo tornando a Litchfield... Cioè si, stiamo tornando in carcere, ma non tornando in quel senso...> Devo concentrarmi, se voglio fare un discorso sensato <Stiamo andando al compleanno di Nicky. Ecco, una festa.> Provo a calmarla, guardando la cosa da un'altro punto di vista.
Una prospettiva positiva. Cosa che, ad Alex non riesce, non quando è agitata.

<Stiamo andando in prigione Piper! E anche questa volta, mi hai trascinato tu.> Non si accorge nemmeno di quello che sta dicendo. Si lascia cadere sulla sedia, prendendosi la testa fra le mani.
<Okeeeey... Questa era cattiva.> Punto il dito contro di lei, ma non sono arrabbiata. Io ed Alex abbiamo imparato a ridere, degli errori del passato, invece che a rinfacciarceli a vicenda.
È uno stile di vita, più genuino.
<Scusa amore, non volevo dire quello...> Allunga la mano sulla tavola, aspettando che io la stringa nella mia.
La sua pelle è liscia e delicata, ci sono due piccoli tagli sul dorso della mano, che si è fatta quando un uomo, ha tentando di ucciderla... In carcere. Potete capire perché lei non voglia tornarci.

Innalzo il suo braccio, sposto la sedia dietro di me e, camminando lungo il tavolo, vado a sedermi sulle sue ginocchia.
Alex posa la testa sulla mia spalla, immergendola successivamente nei miei capelli.
L'abbraccio stretta a me, lasciando qualche bacio sulla sua chioma nera.

<Tu sei la donna più cazzuta che conosca! È Litchfield, ad avere paura di te.> Mi lascio trasportare dall'istinto, rivelandole ciò che penso.
Alex ritrae la testa, guardandomi negli occhi e sorridendo.
<Discorso ispirato Chapaman.> Serra le labbra, in una linea lunga e precisa. Aggrotta la fronte e mi porge il pugno.
Anch'io cerco di fare una faccia da "cattiva ragazza" e con forza, le batto il pugno.

...

Non ci siamo vestite in maniera eccessivamente elegante, considerando dove stiamo andando...
Alex indossa un paio di jeans neri, una maglietta grigia -le stava troppo lunga, ed ha deciso di metterla dentro ai pantaloni - però sono riuscita a convincerla, a mettere i tacchi.
Le slanciano le gambe, la rendono molto sexy... Ma il mio parare conto poco: io l'adoravo anche quando aveva indosso solo un sacchetto della spazzatura, perciò...

Io ho optato per una maglietta a maniche corte, bianca, una giacca nera e dei jeans abbinati alla giacchetta. Ovviamente, mi sono messa i tacchi pure io, ma stanno molto meglio a lei. Non riesco a togliere gli occhi dalle sue gambe.

Alex guida con prudenza sulla strada, o forse va così piano, per arrivare più tardi possibile. Non mi piace essere in ritardo, ma per questa volta farò un'eccezione... È già abbastanza difficile per lei, non le metterò fretta.
Capiranno, se arriveremo in ritardo.
Accendo la radio, una musica classica e rilassante, risuona nell'auto... È proprio quello di cui c'è bisogno.

Arriviamo in tempo alla prigione.
Alex parcheggia accanto all'auto di Healy... Spero che quell'uomo, non sia invitato. Maschilista, razzista dei miei stivali.

Ho già la mano sulla maniglia, ma Alex esita. Percorre il perimetro del volante con le mani, per poi stringerlo in alto.
Inspira ed espira, chiude gli occhi, poi mi guarda e annuisce. È pronta.
Le accarezzo il dorso della mano e le dedico un sorriso di conforto.

Camminiamo mano per la mano, attraversando la porta dell'inferno, che ci ha fatto rincontrare.
In portineria c'è una guardia nuova, non la conoscevamo, il che è un bene, evitiamo di ascoltare battute banali, o di chiederci se quando ce ne andremo, si farà una sega dietro alla scrivania, oppure se prima di venire a lavoro, si è drogato.

Non è cambiato niente. I corridoi sono sempre affollati, i pavimenti lucidi e puliti.. Merito di Occhi pazzi, voglio dire Suzanne.
Sulle pareti ci sono alcuni graffiti a tema pornografico, che alcune guardie stanno cercando di coprire.
È logico che abbiano assunto più personale, dopo la rivolta... Non è finita bene, già...

<Va tutto bene?> Domando ad Alex, quando svoltiamo l'angolo e intravedo da lontano la sala addobbata, con palloncini rossi e gialli e uno striscione, con su scritto "Buon compleanno Nicky!".
Hanno fatto le cose in grande.
<Tutto... Tutto ok.> Balbetta, fingendo sicurezza. Sento che la sua mano è sudata, ma non solo, le tremano leggermente le gambe.
Vorrei rassicurarla che andrà tutto bene, quando vediamo Morello.

<La nostra coppia modello!> Urla felice, venendo verso di noi, con il suo gran sorriso rosso. Certe cose non cambiano mai.
Abbraccia entrambe, in una presa stretta e calorosa.
<Venite, venite.. Vi stavamo aspettando.> Mette una mano dietro la mia schiena e l'altra dietro quella di Alex e con tutta la forza che ha, ci spinge verso la sala.

C'è un tavolo al centro, con una tovaglia fatta di carta rossa. Il delizioso cibo di Red, servito in piatti di carta, che non gli rendono giustizia.
Alcuni palloncini sono sparsi a terra, svolazzano qua e là, quando qualcuno ci cammina accanto, alzando un po' l'aria.

<Vauseman!!!> Nicky, con la sua solita camminata spavalda e sorrisetto da ragazza furba, ci viene incontro.
<Come ci ha chiamate?> Chiede Alex confusa.
Scrollo le spalle e scuoto la testa, non sapendo cosa dire. Che cos'è Vauseman?

<Volete farmi credere, che nessuna delle due, sa cosa vuol dire Vauseman?> Morello controlla, prima l'espressione dubbiosa di Alex, poi si sofferma su di me <Cazzo! Nicky spiega.> La esorta, mentre si serve un piatto di torta salata.

<Siete voi. Vause...> Mostra il palmo di una mano <Chapman...> Gira anche l'altra mano, mostrando il palmo <Vauseman.> Batte le mani le una contro l'altra, unendole in una stretta forte e decisa.

Alex si schiarisce la gola, porta la mano sotto al mento e mi guarda annuendo. Io le sorrido, facendo scorrere la mano sul suo braccio, per poi intrecciare le nostre dita.

In lontananza noto una camicia familiare, tatuaggi confusi e stravaganti... Non ci posso credere.

<Che ci fa Stella qui?> Domando con un sorriso nervoso, rivolto verso Nicky. Alex si sporge velocemente verso destra, aumentando la pressione sulla mia mano.
Constata anche lei, che quella è Stella.

<Non lo sapevate?> Chiede Nicky, con le braccia incrociate al petto e un sorriso tranquillo <È la mia ragazza.>

Ho come l'impressione, che non andrà tutto bene...

Alex e Piper || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora