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Un caldo così non è presente in nessun pianeta abitabile in tutta la galassia. Sarà la presenza dei due soli o per la riflessione dei loro raggi sul terreno sabbioso e chiaro, ma quel caldo era quasi insopportabile anche per chi viveva lì da anni o che lo ha sempre abitato.
Mos Eisley era la più grande fra i villaggi e le rarissime città presenti sul pianeta sabbioso era nata da poco tempo. Prima era un punto di rifornimento per i jawa, che spostavano la loro merce tramite carrelli cingolati poi, con l'avvento delle astronavi intergalattiche, divenne uno spazioporto. Acquistando una certa fama come unico spazioporto in un pianeta sull'orlo dei confini della Vecchia Repubblica e assenza completa di leggi e vigilanza, divenne un covo di malfattori, ricercati e falliti che vi si nasconevano per sfuggire alla cattura da parte delle forze della Repubblica, come i jedi. Per esser riusciti ad arrivare a Mos Eisley e rimanerci vivi per più di un giorno questi uomini sicuramente avevano una certa esperienza per saltare i controlli galattici e farsi rispettare da mandriani e non, forse per distinguersi nello sparare con i blaster o chissà che altre diavolerie...
Il vecchio maestro jedi, N'Kata del Gormo, e il suo giovane allievo padawan, Yoda, cercavano tali individui per combattere i sith, non per mezzo della spada, ma con fucili e armi blaster da combattimento pesante o leggero.
Gormo e Yoda entrarono in una locanda piccola e buia, forse per non dare nell'occhio e iniziarono subito ad adocchiare qualcuno che potesse fare al caso loro.
Il maestro Gormo, di specie Hysalriana, era paziente e tranquillo, ragionava sia con la testa che col cuore, per questo era imbattibile; era alto e possente con un torso da umano da cui partivano quattro grosse braccia; non aveva gambe ma la sua lunga coda da serpente lo rendeva molto agile e sinuoso in quasi tutti i suoi movimenti; la testa, piccola in proporzione al suo corpo e con quattro occhi neri grandi come prugne, era sostenuta da un collo lungo e fine; le spalle erano larghe e i pettorali erano gonfi e pieni i sè; un lungo saio color nocciola, però, faceva appena intravedere il suo corpo ceruleo a cui, attraverso una specie di doppia bretella, era affibiata la propria spada laser; per mezzo di un lungo bastone, impugnato con le due destre, bilanciava il suo corpo mentre camminava, facilitando i suoi movimenti.
Nessuno sapeva invece a che specie apparteneva il giovane Yoda: era un tipetto intelligente ma certe volte impulsivo, faceva ragionamenti logici a dir poco sorprendenti e pieni di significato, per quanto complessi, troppo distaccati dal cuore, pensava lo jedi più anziano, ma era confinto che sarebbe cambiato un giorno; era "alto" almeno un metro e questo lo rendeva infinitamente più agile di Gormo, tenendo presente anche i suoi insegnamenti; i muscoli del tipetto non erano ben fatti come quelli del maestro, infatti compensava il tutto con la saggezza; la sua testa, a differenza del forte maestro, era grande e resa particolare dalla presenza di due grandi orecchie a punta e una folta e selvaggia chioma castana, quasi nera.

<Sta attento, Yoda, queste feccie potrebbero essere molto pericolose...> disse a bassa voce <se vogliamo trovare le persone giuste dobbiamo affinare i nostri sensi, dobbiamo trovare chi tra di loro ha un animo buono>
Il maestro si fece strada verso un tavolo, si mise a sedere e chiese da bere.
<Un fremito positivo nella Forza, maestro, io sento...> sussurro il padawan vicino a Gormo.
<Esatto, giovane Yoda> disse contento senza alzare troppo il tono di voce <Avverto qualcosa anch'io!>
Si alzarono dal tavolo e si diressero verso un gruppo di uomini pochi tavoli più distanti.

Si sentirono diversi rumori metallici, qualche beep qua e là conditi da tre fischi acuti: si accese così un'immagine bidimensionale su uno schermo che illuninò tutta la grande sala. L'immagine era proiettata davanti a un ragazzo di appena vent'anni con un ciuffo di capelli neri come il carbone; alto, con la singolare particolarità di avere una gamba di ferro; la carnagione era bianco latte, come se quella pelle non avesse mai visto il sole; ma la particolarità del ragazzo che colpiva di più erano gli occhi, rossi come il sangue, rossi come l'odio che scorre da tanto tempo dentro Dart Gerdon, apprendista sith nato su Turmon, un pianeta lontano dalla Repubblica Galattica e cresciuto sotto la guida di...
<Lord Tredious, mio signore, eccomi> disse il giovane co tono sommesso davanti allo scermo gigante che mostrava il busto di un uomo con un cappuccio nero che copriva la bocca e il naso.
<Dart Gerdon> continuò il malvagio uomo <sono felice del successo durante la battaglia di Geonosis> disse il Signore Oscuro con una voce bassa, quasi occultata <centinaia di jedi sterminati, ed é tutto merito tuo!> disse festoso.
<Grazie, mio Signore> con voce spavalda. <Ora mi farai entrare nella Lega Dei Signori, giusto?> Lui rispose: <Non è ancora tempo, Gerdon, prima hai un altro compito>
<Sarebbe?> chiese con tono calmo e curioso. <Sono atterrati due jedi su Tatooine, a Mos Eisley> disse Tredious <Secondo le mie spie personali stanno cercando reclute per un esercito della Repubblica> disse <non saranno un grosso pericolo, ma possono rallentare i piani: uccidi i due jedi!> ordinò il Signore dei sith <Sento che sono molto potenti, quindi sii prudente!> lo ammonì Tredious.
<Sì, mi Lord, come desideri>
Un altra ondata di rumori metallici, beep e fischi chiuse la conversazione fra allievo e maestro e la stanza tornò buia.

Quel gruppo di umani, con in mezzo qualche sullustiano, due wookie e un ishi tib, era distribuito attorno a un tavolo su cui si sfidavano piccoli e viscidi animali. Una specie di cinghiale semi-squamoso dominava contro una lucertola dalle grandi fauci: il cinghiale, anche se molto lento, era brutale e distruttivo nelle sue mosse e i piccoli morsi e tagli di artigli da parte della lucertola non si dimostravano abbastanza letali. Il cinghiale, approfittando della distrazione della lucertola, trapassò la gola dell'imprudente avversaria ed ella cadde morta a terra.
Il wookie, che sembrava essere il padrone del cinghiale, cominciò a esultare emettendo festosi urli insieme a quelli che sembravano i suoi compagni, il vinto invece si alzò e se ne andò indignato posando sul tavolo una certa somma di denaro.
<C'è aria di festa, vedo, vi và qualcosa da bere, signori?> il gruppetto lo guardò insospettito, primo fra tutti il wookie che nel mentre metteva in saccoccia il suo premio consistente in 142.000 Crediti, che tanti non erano, ma erano sempre soldi...
D'un tratto dal gruppo si distinse un uomo che si alzò in piedi e prese contatto con il grande maestro: <Voi siete una spia dei sith?> chiese sospettoso.
<Assolutamente no.> rispose Gormo con naturalezza e un accenno di risata. <Oh... e chi siete voi, dunque?> chiese con tono ancora più sospettoso. <Sono il maestro jedi N'Kata del Gormo e lui è il mio giovane padawan Yoda> e lo indicò <Il piacere tutto mio é!> esclamò Yoda, gli altri fecero solo un cenno con la mano e arrangiarono un sorriso. <Quindi... siete un cavaliere jedi...> disse pensando ad alta voce. <Vorrei parlarvi, se non vi spiace>
<Sono tutto orecchie, signor...?>
<Solo, Toby Solo. Venite in quel tavolo> disse con voce stretta il giovane.
<Certo> obbedì Gormo.
Intanto Yoda osservava il piccolo cinghiale che giocava insieme ad altri animaletti.

LA RICERCA DEL PRESCELTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora