Rimasi li' a fissare la lettera con lo sguadro confuso. Infondo non capita tutti i giorni di ritrovarsi una lettera da una semi-sconosciuta tra le mani, soprattutto se la scena avviene quasi dall'altra parte del mondo. «Bhe'? Non la apri?» mi riporto' sulla Terra la voce di Stan. Iniziai a scartare l'involucro bianco lasciando i pezzetti strappati sul bancone, poi estrassi il contenuto. «Li', dove le stelle guardano in alto e incontrano i loro simili. H L S. Summer» lessi con un tono abbastanza smarrito. «Sai che significa?» domandai poi al ragazzo del bancone, il quale mosse il capo a destra e a sinistra in segno di negazione. Senza nessuna parola di piu', buttai i rimasugli di carta nel cestino, tenendo la lettera, o meglio il messaggio in codice, tra le mani e camminando verso la mia stanza. Certo che le donne sanno essere alquanto strane ed inquietanti quando vogliono.
Il mattino dopo, al mio risveglio, sentivo che qualcosa non andava. Sara' stato per la fuga di Summer, sara' stato per la lettera, o magari anche per il troppo cibo del giorno prima, ma qualcosa non andava di certo. Mi lavai i denti velocemente pensando al significato di quelle parole, che magari erano tratte da una poesia o da un libro o da una canzone, e cercai di capirne il significato. Ma niente. Troppe incognite da risolvere.
Fortunatamente per quel giorno avevo in mente di andare a vedere Victoria's Peak verso mezzogiorno, per poi fare un giro in quella zona e chissa', magari entrare in un bar a parlare con gente del posto.Cosi' presi il mio zainetto ed usci' dalla mia quasi dimora, e mi indirizzai ad un'apposita stazione per prendere l'autobus turistico che mi sarebbe servito per arrivare a destinazione. Non feci caso all'orario all'inizio, ma poi, volente o nolente, capi' cosa c'era di sbagliato in quel giorno. O meglio, non sbagliato ma fuori dall'ordinario. Era prestissimo. Controllai l'orologio sul telefono e segnava le cinque e trenta del mattino.
La citta' ancora non si era svegliata completamente. Solo i lavoratori mattutini erano in giro a correre di qua e di la' per non fare tardi in ufficio. Un'aroma variegato di asfalto, acqua e spezie inebriava le mie narici, dando al tutto un colorito molto vivace ma allo stesso tempo malinconico. Avete presente come ci si sente verso le 4 del mattino, quando le domande esistenziali iniziano a sembrare surreali ed inevitabili? Ecco, quello era cio' che provavo. La mia domanda pero' era ''Chi sono io?''
Una domanda con mille risposte ma senza una vera. Potrei dire semplicemente di essere Shawn, come potrei dire di essere un ragazzo, o un uomo, o un umano, o un organismo vivente, chesso'. Ma nessuna di queste risposte sarebbe mai quella esatta. Se ci pensate un po' su, anche voi all'inizio vi trovereste di fronte a questo bivio irrisolvibile, ma probabilmente dopo un po' trovereste la risposta giusta. Io non l'avevo ancora trovata.
I lampioncini e le lanterne erano ancora accesi dato il buio azzurrino di prima mattina. Forse, con un po' di fortuna, avrei potuto ammirare l'alba da Victoria's Peak, anziche' cuocermi sotto al sole del mezzogiorno. Cosi' cambiai piano, o quasi. Decisi di andarci di mattina a Victoria's Peak, cosi' continuai la stessa strada di prima, con una delle tante domande risolta da lasciarmi alle spalle. Infondo non era poi chissa' quale cambiamento di piani, anche perche' se non avessi guardato l'orario ci sarei andato comunque alla stazione, ma almeno sapevo che il tempo era diverso. Mamma mia con questi ragionamenti scombussolati di prima mattina! Niente, non fateci caso se non avete capito, perche' non ho capito nemmeno io cio' che ho pensato.
Capito' senza che me ne accorgessi che passai per puro caso sulla strada dove l'anziana signora vendeva le sue prelibatezze. La senti' chiamarmi, alche' mi girai capendo solo in quel momento chi fosse. «Giovanotto, ma lo sai che ore sono?» mi guardo' come se fosse la mia di nonna quando facevo qualcosa di sbagliato. «Oh,salve signora Xian! Si , lo so che e' presto, ma sentivo di dover cominciare la giornata proprio ora» risposi facendole un sorriso, che ricambio' volentieri. «Le cose spontanee sono le migliori, sai. Tieni, prendi questo! L'ho appena fatto per me, ma e' troppo e vorrei condividerlo con te, se ti va» disse lei porgendomi un piatto di ceramica rossa con dentro riso e qualcosa di strano dal colore marrone. «Grazie» presi il tutto ed iniziai a mangiare, servendomi di una forchetta ua e getta che mi porse poco dopo. Era riso soffiato con qualcosa di molto dolce dentro. Al primo boccone ne usci' estasiato, tanto che divorai il tutto in qualche minuto. «Mi fa piacere che ti sia piaciuto» si rallegro' lei finendo il suo pasto. «Sai, mio marito una volta preparo' questo piatto per me, poco prima delle nostre nozze. Esattamente la mattina precedente alla cerimonia. Mi ricordo che risi tanto, perche' tra tutte le cose che poteva comprare da mangiare, lui decise di cucinare qualcosa, e stranamente preparo' qualcosa di veramente buono. Probabilmente sara' stato un segno del destino,o il caso, chissa'.»
«E suo marito ora dov'e'? A casa?»
«Oh...si, e' a casa. Dentro il mio cuore. Purtroppo e' morto due anni fa per dei problemi di salute, ma so che in realta' e' qui con me. Sempre.»
«Mi dispiace di averlo chiesto»
«Oh, no, non ti preoccupare. Sai, giovanotto, quando una persona non e' piu vicino a te, non significa che non ti voglia bene. Amare qualcuno, o anche solo voler bene, significa avere nel cuore non solo se stessi, ma anche coloro che ne hanno diritto. E' un po' come se tu condividessi il tuo cuore con gli altri, e loro con te. Finche' siete uniti, niente e nessuno vi separera', paradossalmente neanche la distanza. Pero' bisogna essere uniti dentro.»
«Che belle parole, signora Xian»
«Ora basta dai, vai a goderti questa nuova giornata. Ma rifletti su cio' che ti ho detto.»
«Grazie, lo faro'.»
Dopo all'incirca venti minuti ero su un autobus stracolmo di backpackers e altri turisti piu' sobri, tutti diretti verso quel posto magnifico. Appena usciti, un brivido di fresco si fece strada su tutti noi. Eravamo in tempo, dato che il sole stava quasi per sorgere su Hong Kong, e Victoria's Peak era il luogo migliore per assistere a quello spettacolo. Migliaia di raggi iniziavano ad abbagliare la metropoli, facendosi strada come tanti piccoli rami tra quelle foglie di cristallo, vetro e cemento che l'uomo era solito chiamare grattacieli. Un misto tra la natura e l'essere umano che in se' racchiudeva l'inizio di un qualcosa di nuovo per tutti gli abitanti della citta'.
E lassu', tra quei bagliori rossi, gialli, blu e rosa, iniziai a capire e risolvere qualche minimale incognita. Forse Summer voleva che la seguissi, e quel messaggio ne era la prova. Forse, dovevo cercare il cielo piu' stellato che si potesse vedere da Hong Kong, e la' c'era un altro indizio. O forse ero io ad esagerare, costringendo l'immagine di me stesso a cambiare direzione ogni qualvolta una domanda sembrava essere risolta. Ma eccoci la', sempre al punto di partenza, con una riposta che sfocia in mille altre domande.
**Spazio Autore**
Mannaggia, gia' e' passato un mese! Scusate, ma ho avuto da fare ahahhah ho avuto un esame e un viaggio da portarea termine, ma ora sono tutto vostro e di wattpad. Intanto ditemi che ne pensate!! Se avete qualche suggerimento su possibili destinazioni future dove mandare Shawn, ditemelo!
Alla prossimaaaaaa,
~Fra'
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This Big World ~ Il mondo che c'e' in te
FanfictionAvete mai avuto quella sensazione di essere alla ricerca di qualcosa, senza sapere di cosa esattamente? Io si. Era da anni che non riuscivo a trovare il mio posto nel mondo. Ricordo che una notte ero talmente sommerso da questo pensiero da non riusc...