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6.30 a.m. suona la sveglia. La detesto, solo il suo suono mi fa venire l'urticaria, se considero poi che oggi è lunedì sono ancora più arrabbiata con lei.

"Annalisa svegliati o farai tardi a scuola!!", ecco doveva aggiungersi anche mia madre a questo risveglio già abbastanza traumatizzante. Comunque anche se con due occhia che metterebbero in fuga chiunque, mi alzo, prendo i prime vestiti che trovo sulla sedia e me li infilo. Esco dalla mia stanza e mi dirigo in cucina per la colazione.

"Tesoro ti avevo detto di anticipare la sveglia alle 6.15 a.m., sai che oggi andari col tram a scuola"

"Mamma mia me ne ero proprio scordata, credevo mi accompagnasse papà!!"

"No Lis, lui è già impegnato con tuo fratello e io oggi non posso permettermi di fare tardi al lavoro"

"Va bene, vado a darmi una sistemata e torno".

Mi dirigo verso il bagno, abbasso la maniglia per aprire la porta ma ecco che è chiusa. Sbuffo, non è possibile che tutte le mattine vadano a finire così, mio fratello occupa sempre il bagno quando serve a me!

"Leonardo, muoviti, ho bisogno anche io del bagno!!"

"Lis abbiamo due bagni in casa, usa per favore l'altro".

Capisco immediatamente che aspettando non otterrei nulla, per cui mi dirigo all'altro bagno. Nonostante ciò detesto quel bagno, non so come mai ma semplicemente lo odio. In meno di cinque minuti mi lavo i denti, mi trucco con un po' di mascara e sono pronta per uscire, prendo la borsa con i libri e raggiungo mia madre che già mi aspetta in auto.

"Non vedo l'ora che finisca la scuola, almeno per tre mesi non dovrò più prendere il Tram"

"A proposito di tram, all'uscita da scuola dovrai prenderlo di nuovo e fare il giro lungo, non posso aspettarti alla fermata".

Anche se con tristezza annuisco, so che a mia madre dispiace non riuscire a prendermi, ma è davvero molto impegnata.

"Va bene"

"Dai resisti, ancora due settimane e poi sarà finita".

Per fortuna guardo il telefono ed è abbastanza carico, per cui penso immediatamente al mio ritorno da scuola all'insegna della musica.

"Tesoro siamo arrivate al tram, ci vediamo stasera"

"Va bene, ciao mamma!".

La saluto con un bacio e salgo immediatamente sul Tram che per mia fortuna è arrivato proprio nel momento in cui sono scesa dall'auto. Il tragitto passa velocemente e in venti minuti sono a scuola. Perfetto in anticipo di 10 minuti, almeno avrò il tempo di predere qualcosa alle macchinette e di parlare un po' con la mia amica Anna. Si proprio così, una delle mie migliori amiche si chiama Anna. Forse siamo così unite a causa di questo; ricordo all'inizio di quest'anno, il primo giorno delle superiori, che ci hanno chiamato per dividerci in classi e appena abbiamo sentito i nostri nomi ci siamo subito avvicinate.

"Ehi Anna, come è andato il weekend?"

"Bene grazie, siamo state a casa di Gandini insieme alle altre e abbiamo giocato al gioco della bottiglia"

"Uuuu qui la cosa si fa interessante, sentiamo, te chi hai baciato?"
"Nessuno perché purtroppo non sono uscita, ma mi sarebbe piaciuto capitare con Mandelli"

"Eeee, qua qualcuno si è preso una bella cotta, comunque immaginavo. È un peccato che non ti sia capitato"

"Già...."

Purtroppo la nostra conversazione viene interrotta dal suono della campanella, così ci dirigiamo velocemente ai nostri posti. Le lezioni del lunedì sono abbastanza noiose, abbiamo due ore di greco, una di latino e poi matematica e scienze, ma oggi sembrano passare velocemente, infatti sono trascorse senza che me ne accorgessi. Così sistemo le mie cose nella borsa e esco velocemente da scuola, non posso perdere tempo visto che oggi dovrò fare il giro lungo. Non capisco perché anche se abito appena fuori Milano non ci sia un tram o un pullman diretto lì, sarebbe tutto più semplice in questo modo. Comunque è circa 1 p.m. percorro un pezzo di strada a piedi per raggiungere il primo dei mezzi che prenderò oggi. Non posso fare a meno di guardare il cielo, oggi è di un azzurro così profondo, intenso, insomma non riesco a staccargli gli occhi di dosso e ciò mi porta a fare una delle mie solite figuracce. Arrivando infatti alla fermata del tram non mi sono accorta del marciapiede e sono caduta addosso a un ragazzo. Non posso guardarmi in faccia ma scommetto che sono diventata rossa peggio di un pomodoro e come alzo il volto scommetto di arrossire ancora di più, infatti appena guardo il ragazzo in faccia non posso fare a meno di pensare a quanto siano i suoi occhi simili al cielo, esattamente dello stesso colore. Senza nemmeno accorgermene mi incanto fissandoli fino a quando vedo una mano muoversi e una voce chiedere preoccupata

"Tutto bene?"

con appena un filo di voce riesco a rispondere

"Si.... Scusami se ti sono caduta addosso"

"Non importa, l'importante è che tu stia bene".

Non so come continuare la conversazione per cui annuisco e corro dalla parte opposta della fermata, ma cercando di andarmene sento la sua voce che dicembre

"Dimmi almeno come ti chiami".

Non so come mai ho deciso di rispondere, ma in quel momento sapevo dentro di me che era la cosa giusta da fare e così, voltandomi per vedere ancora una volta i suoi occhi celesti gli ho risposto Annalisa e sono scappata via. Per fortuna una volta salita sul tram non l'ho più visto, e ora mi ritrovo a prendere l'ultimo mezzo della giornata. Salgo sul pullman ed essendo affollato come al solito non trovo un posto a sedere, così decido di stare in piedi. Metto le cuffie in un orecchio e ascolto la musica, dopo una giornata come questa e la cosa più rilassante che possa fare, ma a quanto pare il mio momento di tranquillità e destinato a finire. Dopo avere sentito infatti per una decina di volte qualcuno chiamare Annalisa, ho capito che si trattava di me, mi sono girata e ho sentito il mio corpo irrigidirsi non appena ho visto il ragazzo che avevo travolto alla fermata. Sinceramente non credevo di incontrarlo qui, non lo avevo mai visto fino ad oggi e la cosa i sembra alquanto strana. I miei pensieri vengono però interrotti non appena vedo la sua mano che mi fa il gesto di raggiungere lui e il suo amico. Senza pensarci due volte mi incammino nella loro direzione e appena li raggiungo dico

"Scusa ancora per oggi, non avevo intenzione di venirti addosso".

Lui mi guarda e poi si scambia un sorrisetto con il suo amico per poi tornare a concentrarsi su di me.

"Stai tranquilla non è la prima volta che mi capita"

"Ah ok, comunque come ti chiami? Scusa se sono curiosa ma dato che tu sai il mio mi piacerebbe sapere il tuo"

"Ivan, Ivan Facchetti"

"E tu?"

"Ivan, Ivan Caprioglio"

Rimango un attimo sbalordita, credevo di essere una delle poche persone che aveva un'amica con il suo stesso nome, ma a quanto pare mi sbagliavo,

"Non ci credo, due amici che hanno lo stesso nome, credevo di essere l'unica a cui era successa una cosa simile, infatti la mia amica si chiama Anna"

"Fa a tutti uno strano effetto sapere che abbiamo lo stesso nome e che siamo così tanto amici, infatti ci conosciamo dall'asilo".

Li guardo per un istante e penso che deve essere davvero una cosa bellissima avere un amico così stretto che nemmeno tutti gli anni passati riescono a portarti via. Mentre però sto pensando mi distrae la voce del conducente del pullman che annuncia la mia fermata.

"Scusate ma ora io dovrei scendere"

"Fantastico anche noi"

"Non ci credo, chi è che abita qua?"

"Io" esclama Caprioglio

"Non riesco a credere che in tutti questi anni non ci siamo mai incontrati, è davvero una cosa assurda!"

"Va beh, ciao ragazzi, questa è casa mia, spero ci vedremo presto"

"Certo, poi se oggi pomeriggio vuoi, potresti fare un salto a casa mia per passare un pomeriggio divertente".

Non so cosa rispondere perché vedo che Caprioglio mi ha fatto questa proposta con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, mentre Facchetti lo guarda in modo strano. Non ho intenzione di passare un pomeriggio noioso in casa, per cui decido di accettare lo stesso.

"Ok, ci sarò. Solo dove abiti?"

"Non puoi sbagliare, in fondo alla strada, l'ultima casa a destra"

Annuisco, ci salutiamo e entro in casa. Non posso fare a meno di pensare a quello che è successo oggi.

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