Caffè amaro e cioccolato

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I

Quando si era alzato, quella mattina, minacciava pioggia. Il cielo era completamente coperto di nuvole grige e soffiava anche un vento gelido, ma per Kou la giornata non poteva essere più bella di così.

Nemmeno la solita, terribilmente noiosa, lezione all'università riuscì a levargli dalla faccia un'espressione di beata anticipazione e un accenno di sorriso.

"Ma si può sapere che ti prende, oggi?" gli aveva chiesto alla fine uno dei suoi compagni. "Hai la testa tra le nuvole."

"Kou ha un appuntamento romantico con il suo ragazzo, più tardi!"

Shizuka non si era lasciata sfuggire l'occasione di spifferare tutto con un sorriso sornione malcelato dietro la mano, suscitando immediatamente un coro di commentini e risatine tra gli amici raccolti attorno al tavolo della mensa per la pausa pranzo.

Kou era diventato rosso come un pomodoro e aveva abbassato la testa per nascondere l'imbarazzo, ma non aveva potuto impedire ad un enorme sorriso di affiorargli sulle labbra.

"Ah! Quindi è per questo che ti sei anche vestito così carino?" lo aveva preso bonariamente in giro Masashi. "Dovevo immaginarlo che c'era qualcosa sotto..."

"E pensate che Kou gli ha anche preparato il cioccolato fatto a mano!" aveva insistito Shizuka, del tutto indifferente alla sua muta supplica di darci un taglio. Quella ragazza era una sua carissima amica, ma a volte poteva essere davvero perfida!

Fortunatamente, Masashi era venuto in suo aiuto. Gli aveva messo un braccio sulle spalle, scompigliandogli i capelli.

"Magari avessi anche io qualcuno che a San Valentino mi regalasse del cioccolato fatto dalle sue dolci manine! Sarei l'uomo più felice della terra! Quel tipo è davvero fortunato ad averti, Kou!"aveva sospirato, esagerando un'espressione sconsolata.

Quelle parole gli risuonavano ancora nelle orecchie mezz'ora più tardi, mentre teneva tra le mani il pacchettino decorato con un fiocco rosso, annodato con cura. Lo stringeva tanto forte da rovinarlo, ma, ormai, non aveva più importanza.

Non quando davanti a lui c'era Arata, il suo Arata, ad occhi chiusi, con le braccia strette attorno al corpo di un altro ragazzo e le labbra premute le une contro le altre in un bacio appassionato che non poteva avere nulla di casuale.

II

Nessuno dei due si era accorto di lui quando era scappato via. Nemmeno Arata. Ma, del resto, come avrebbe potuto notare la sua presenza, nascosto com'era dietro ad un pilastro e circondato dalla folla degli studenti?

Kou aveva pensato di fargli una sorpresa, andando ad aspettarlo all'uscita del dipartimento di Chimica dove studiava. Aveva dovuto correre per arrivare in tempo, dato che Ingegneria si trovava dalla parte opposta dell'ateneo, ma ora se ne pentiva amaramente.

Arata gli aveva detto che si sarebbero incontrati al solito tavolo della caffetteria... Avrebbe dovuto ascoltarlo. Non avrebbe dovuto fargli quell'improvvisata. Così, a quell'ora, sarebbero stati come sempre al calduccio, seduti davanti ad un cappuccino fumante, a chiacchierare delle lezioni della giornata. Kou sarebbe arrossito nel dare ad Arata il pacchettino di cioccolato e lui lo avrebbe assaggiato, esagerando come sempre nel lodarlo. Più tardi sarebbero andati al cinema e, magari, dopo aver cenato con una pizza, sarebbero finiti a rotolarsi insieme tra le lenzuola del letto di Arada...

Ma, adesso,niente di tutto quello sarebbe più accaduto.

Il bel sogno, nel quale aveva vissuto in quegli ultimi sei mesi, era appena finito con il più brutale dei risvegli.

Il cellulare nella sua tasca squillò e Kou non ebbe nemmeno bisogno di guardare per sapere che era Arata a chiamare, forse preoccupato del suo inusuale ritardo al loro appuntamento.

A San Valentino, tutto può succedere...Caffè amaro e cioccolatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora