Fearless on my breath

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"Si tiene qui la presentazione?"
"Si, inizia fra mezz'ora. Potete porre una sola domanda per uno."

Io avevo mille domande Virginia, non aveva senso. Quando è arrivato ero là in prima fila, urlavano tutti, tranne me.

"Sono davvero contento che oggi pomeriggio siate sopraggiunti numerosi! Non è una cosa alla quale sono abituato, presentare un libro!"

Davvero Umbe, erano centinaia. Avrò anche trent'anni di carriera, ma credimi, non ero preparato. Ho parlato poco e male, ho preferito passare subito alle domande.

"Lei è un grande musicista. Perché improvvisamente c'è stato questo cambio di rotta? Semplice voglia di mettersi in gioco o necessità di comunicare qualcosa?"
"Un po' tutt'e due. Ci sono sempre state cose che non era possibile esprimere in musica. Non parlo di concetti, di fatti, informazioni, ma di tratti dell'essere. Io sono un compositore, e ad un certo punto della mia vita ho avvertito l'esigenza di tradurre in parole ciò che ho espresso fin ora in musica."

Che poi sai, ho sentito la metà, forse, della risposta che mi ha dato. Mi sono distratta a notare il suo forte accento del nord.

"Pensa che il suo pubblico possa apprezzare il suo nuovo lavoro? O l'ha scritto destinandolo a un altro tipo di target?"
"Beh fondamentalmente il mio è un libro che, volendo, può rispecchiare ciò che io faccio di solito con la musica. È un thriller, e credo che per certi versi sia il genere di cui farebbero parte le mie canzoni se fossero libri. Quindi si, credo, e spero, che vi piacerà!"

Credo avessero imposto un limite di tempo per le domande, perché siamo passati subito alle firme.

"Come ti chiami?"
"Frida."
"Come Frida Kahlo!"
"Esatto!"
"Bel nome Frida."
"Avrei voluto farle qualche altra domanda."
"E io avrei voluto sentirle. Almeno tu mi hai chiesto del libro! Tieni, ti ho scritto anche una dedica ma stai attenta che l'inchiostro del pennarello è ancora fresco!"

Cosa avrei dovuto fare secondo te? Ho aspettato che se ne andassero tutti e sono rimasta fuori dalla libreria.

"Ehi! Frida, giusto?"
"Si! Mi scusi, non volevo fare la figura della stalker. Posso chiederle un'ultima cosa?"
"Certo!"
"Che cosa prova?"
"In che senso?"
"Quando ci vede. Quando si rende conto che quello che fa unisce le persone, che ci regala emozioni, che il suo lavoro ha funzionato!"
"Posso farti una domanda anch'io?"
"Dica pure!"
"C'è un bar qui vicino? Ti offro un caffè e nel frattempo ci facciamo una chiacchierata."
"Oh...oh ma certo! Beh, conosco un bar molto buono, dobbiamo arrivare a quella piazza, sta lì di fronte! Ma non si disturbi, anzi, sarei felice di offrire io! Mi farebbe tanto piacere, davvero!"
"Va bene, ma solo se la smetti di darmi del lei! Mi fai sentire vecchio!"
"È una questione di rispetto, ci sono almeno vent'anni di differenza tra me e lei! Ma se la pone così, ok, ci diamo del tu!"
"Bene, da ora in poi lascia perdere i "lei". E niente nome d'arte, io sono Sergio e basta, intesi?"
"Intesi, Sergio! Eccoci siamo arrivati! Direi che il tavolino là in fondo va bene, no?"

Una ragazza davvero brillante, era un piacere conversare con lei. A volte mi sorprendo di come i miei fan mi somiglino.

"Pensi che ne scriverai un altro?"
"Non è nei miei programmi ma chi lo sa?"
"Sai Sergio, a me piace scrivere. Mi rilassa parecchio."
"Davvero? Cosa scrivi? Mi piacerebbe leggere qualcosa!"
"Oh, nulla di interessante a dire il vero! A volte, quando la mia testa è piena, scrivo i miei pensieri, altre volte compongo buffi monologhi comici, e altre volte ancora scrivo delle storie. Piccole storie che hanno un po' di me."
"Un po' del bello o un po' del brutto?"
"In che senso??"
"Nel senso che dipende. Perché scrivi?"
"Perché mi fa sentire bene!"
"E quindi scrivi quando stai giù?"
"Beh, si. In un certo senso, allora, hanno un po' del brutto di me."
"No, è tutto il contrario! Io credo che dando sfogo alla propria arte, qualunque sia il talento, ciò che ne esce è l'esatto riflesso dell'anima. Come uno specchio. E si sa, gli specchi riflettono al rovescio."
"Non ci avevo pensato. Perché la tua musica è malinconica?"
"Perché è il mio bello"
"Significa che sei felice?"
"Non sempre. Ma quando compongo lo sono. Non è una verità assoluta, Frida, ma io ci credo."
"Anche io, sai? Quando vengo a vederti suonare non mi riesce mai di scrivere un resoconto degno di questo nome. Credo sia perché mi sento completa."
"Che vuoi dire?"
"Voglio dire che quando scrivo è perché mi manca qualcosa. Così quello che mi manca lo creo io. Ma in quel caso sono le note della tua musica che riempiono gli spazi vuoti, e non ho bisogno di farlo io, è tutto già perfetto."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 03, 2016 ⏰

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