Capitolo ventiotto

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<Che cosa vuoi fare?> Larry è assorto nei suoi pensieri, non bada a bada a me. Lo scuoto per il braccio, riportandolo alla realtà.
Gli ripeto la domanda, assicurandomi che questa volta capisca.

<Non lo so Piper... Perché non me l'ha detto che aveva cambiato idea? E se fosse troppo tardi?> La sua voce trema, intuisco che oltre ad essere sorpreso, è anche molto intimorito, di intraprendere una vita, con una persona insicura e indecisa. Sta vivendo la stessa situazione, di anni fa, quando sono stata io, a confonderli le idee.

<È tuo figlio Larry. Lo desideri da sempre. Magari Polly ere indecisa all'inizio, ma adesso è qui, ed ha ancora tuo figlio in grembo. Non puoi scappare, per un errore che non è stato commesso.> Lo conforto, strusciando il palmo della mano sulla sua schiena, piegata in avanti.
Ogni poco alza la testa, deciso ad andare in camera, perché ha preso una decisione, ed è sicuro che sia quella giusta, ma poi riabbassa la testa, scuotendo il capo energicamente e tornando ad immergersi nelle sue riflessioni.

<Ok Larry.> Inclino la testa, abbassandomi sin all'altezza del suo sguardo. Volta gli occhi su di me, ascoltando ciò che ho da dire <Guarda me ed Alex... Dopo tutto quello che è successo, siamo ancora insieme, più forti di prima. Ci rialziamo dopo ogni ostacolo, abbattiamo muri invariabili e anche se abbiamo commesso tanti sbagli, anche se ci siamo ferite profondamente, ci amiamo ancora. Io sono sicura che lei è la persona della mia vita, se anche tu hai questa convinzione, con Polly, non puoi permetterti di lasciarla andare.> Il suo sguardo diritto dentro al mio, mi sussurra qualcosa, una cosa che Larry ha paura di ammettere, che forse nega a se stesso.
Fa un bel sospiro, prende il coraggio che fino ad adesso, gli è mancato e guarda sopra la mia testa, dicendomi

<Non sono sicuro di amarla, come amavo te.> Mi prende alla sprovvista. Mi tiro indietro, togliendo la sua mano dalla schiena. Balbetto qualcosa, impegnandomi a trovare le parole giuste, per rispondere, ma è lui che parla per me.

<Non devi dire niente. Lo so che ami Alex. Lo so perché, non mi hai mai guardato, come guardi lei. Una parte di me ti vorrà sempre... Con questo, non sto dicendo che non amo Polly, solo che forse, non è abbastanza l'amore che ho per lei.> Sospira, stanco di questa situazione, di tutti quei pensieri che lo tormentano.
Dopo aver ascoltato il suo discorso, mi rendo conto che ciò che ha appena detto, non lo pensa davvero, sta solo tentando di trovare una risposta, al perché Polly, inizialmente non abbia voluto un figlio da lui... E l'unica cosa che gli viene in mente, sono io.
Crede che Polly non si sia sentita amata e questo le abbia portato insicurezza, ma non è vero.
Troppe domande, stanno confondendo il suo giudizio.

<Larry io credo che nella vita amiamo tante persone, ma solo una può rubarci l'anima, possiamo concedere noi stessi ad una sola persona... Non ero io la donna della tua vita Larry. Certo ci siamo voluti bene, ma non riuscivamo a superare un minimo problema assieme. Polly riesce a darti la forza di cui hai bisogno, ti ama per quel che sei e tu ricambi. State costruendo una famiglia insieme!> Sorrido eccitata al solo pensiero, che Larry presto sarà padre. Chissà come sarà, quando io ed Alex saremo madri, di una bellissima principessa, o di un meraviglioso principe.
<È vero, non la ami quanto amavi me, la ami molto di più.> Concludo.

Larry annuisce, questa volta sicuro di se e mi abbraccia, ringraziandomi più volte, prima di scomparire dietro l'angolo e andare in camera, da Polly.

Rimango sola, seduta sul divano. Sono orgogliosa di me, di come ho gestito le cose, sono una nuova Piper. Non quella che va fuori di testa, ok forse a volte si, ma adesso sono una donna matura.
Due pacche sulla spalla per me!

Qualcuno gira le chiavi nella toppa della porta. Deve essere Alex.
Schizzo in corridoio, posizionandomi davanti all'entrata, con le mani sui fianchi e il piede che batte in terra.
Quando i capelli folti e neri sbucano dalla porta, chiedo a gran voce

<Dove cazzo eri?>

<Sei buffa.> Scoppia in una risata, notando la mia posizione da dura. Mi ricompongo, incrociando le braccia al petto, giro lo sguardo attorno a me, ispezionando ogni quadro, per non trovare i suoi grandi occhi divertiti, perché so che mi scioglierei immediatamente, ed invece voglio delle risposte.

<Ti ho fatto una sorpresa...> Cammina verso di me, con un foglio bianco in mano e si pavoneggia, sorridendo emozionata.

Mi avvicino a lei, le strappo il foglio di mano, guardandola negli occhi, lei mi esorta a leggere, così sposto lo sguardo sulla carta bianca davanti a me.

Alex appoggia le braccia sulle mie spalle, posso sentire il suo sorriso allargarsi sempre di più. Il suo respiro irregolare, emozionato e compiaciuto, mi incuriosisce sempre di me.

<No... Non è vero.> La voce mi si spezza in gola, dopo che ho finito di leggere. Non ci posso credere. <Non l'hai fatto davvero...> Mi giro a guardarla, spostando il foglio alle mie spalle.

<L'ho fatto eccome Chapman.> Cinge il mio ventre, attirandomi a lei.
Metto le braccia attorno al suo collo, alzandomi in punta di piedi, le lascio un bacio caldo sulle labbra e l'abbraccio forte sorridendo.

<Quindi è ufficiale! Ci sposiamo il 23 ottobre, nel ranch fuori città!> Esulto, saltellando fra le sue braccia.

<Si. Ci sposiamo... Dovrai sopportarmi per un'altra eternità.> Sorride, dandomi tre baci veloci sulle labbra. Le sue mani stringono con più forza il mio bacino.
Vorrei poter descrivere quel momento, raccontare come il mio cuore esplodeva nel petto, come il sangue correva veloce nelle mie vene, quanta gioia riempì i miei polmoni, ma non esiste ancora una parola, per poterlo fare.

<Devo fare una cosa...> Mormoro qualche minuto dopo, essermi resa conto di quanta felicità, riempisse il mio petto. Avendo ricevuto la certezza, di saper dov'è il mio posto.

...

Busso alla porta di casa, prendo un bel respiro, nella mente mi ripeto che è la cosa giusta, che sono pronta e che posso farcela!

Lo stipite stridula, rivelando un uomo con barba folta e occhi vacui.

<Questa è casa mia, mi spetta, perché la mamma ha deciso che dovesse appartenere a me. Voglio venire a vivere qui, perciò ti darò sette giorni, nei quali dovrai portare via la tua roba.> Dico con tono deciso, sostenendo lo sguardo di mio padre, osservando con quanta indignazione, mi scruti in quel momento.

Scendo le scale, soddisfatta di me stessa, ma non abbastanza... Prima che la porta si richiuda, mi volto verso di lui, porto le braccia al petto e lo informo...

<Io mi sposo ad ottobre. Sposo la donna che amo, che ho sempre amato e che amerò per sempre. Non mi importa cosa tu pensi. I tuoi sono principi del cazzo. Non viviamo più negli anni trenta, quindi fattene una ragione! Al matrimonio mamma non potrà esserci, perciò se cambi idea, ti aspetto... Mi farebbe piacere, avere almeno te accanto. Ma vieni solo se ci credi davvero, solo se accetti anche Alex, perché lei è la mia vita e non voglio che tu rovini il nostro matrimonio.>

L'uomo sulla porta sospira, senza dire niente, impassibile davanti ad ogni mia parola. Richiude la porta, solo quando sono già lontana e sto ingranando la marcia, per tornare a casa.

Alex e Piper || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora