Solo parole

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Perché infondo si sa, nulla è per sempre. O forse il per sempre è scontato, o forse è una meraviglia.
Forse sono innamorata di te da quando sono nata e tu di me da quando hanno scoperto che eri un maschietto nel tiepido nido di tua madre.
Forse eravamo destinati a stare insieme o forse, più semplicemente, ci siamo trovati.
Se non avessi trovato te, forse prima o poi avrei trovato qualcun'altro, o forse semplicemente non avrei trovato nessuno.
Invece ti sto guardando e sei bellissimo.
Sei disteso davanti a me che mi carezzi una gamba. Sento freddo perché sono nuda ma te lo dirò tra poco così forse mi abbraccerai e mi stringerai al petto, facendomi sentire amata, desiderata e protetta.
Mi carezzi una gamba e la luce soffusa nella camera crea le nostre ombre sul muro alle tue spalle. Il cuscino bianco che hai dietro la schiena, per stare più comodo, è ripiegato e sembra sofferente ma ti permettere di stare eretto e di leggere così il piccolo libro che tanto stai adorando.
Lo capisco dall'espressione assorta che hai assunto, dallo sguardo confuso e concentrato, dalle labbra sporte in avanti, dalle folte sopracciglia quasi unite, dai movimenti impercettibili dei tuoi occhi scuri. Da qui la luce non mette in risalto i tuoi tratti migliori ma mette in evidenza ciò che più odio di te. La barbetta sulle guance che pizzica le mie quando mi rubi un bacio, quel naso un po' storto e sporgente, quelle guance un po' scavate e spigolose. Una tua grande mano sorregge il libro, l'altra mi carezza. Nonostante sia la mano di un uomo, sembra debole e pericolosa quanto quella di un bambino. È soffice sul palmo ma le dita sono ruvide, reduci di uno dei tuoi lavori manuali che non comprendo ma che mi aiutano a capirti un po' di più.
Sento i brividi partirmi dalla punta delle dita, fin lì dove il tuo tocco li accompagna, per poi salire in ventre e farmi contorcere le membra.
Siamo entrambi nudi, una sottile coperta copre i nostri sessi ma siamo nudi, scoperti l'uno all'altra nel profondo, nell'anima.
Il tuo petto si alza e si abbassa piano, lentamente, facendomi capire che sei ancora vivo ma non sei presente. No, tu stai via, stai viaggiando lontano e io devo solo aspettare che ritorni da me a raccontarmi le tue avventure. E io ti ascolterò, come faccio sempre, come continuerò a voler fare perché sentirti parlare e vederti ridere di ciò che dici mi fa sentire come i fiori in primavera o un frutto estivo, come i colori d'autunno o la neve dell'inverno; è fredda, spettacolare.
E assottigli gli occhi facendo sfiorare alle ciglia la pelle bianca delle tue guance scavate. E come mi guardi poi, con quei tuoi grandi e profondi occhi scuri che delle volte mi fanno paura e delle altre mi lasciano interdetta su cosa sia la vera bellezza; mi guardi sempre come fossi la cosa più bella che ti sia mai capitata.
E come cerchi di farmi divertire o di farmi emozionare, sento il sollievo quando mi beo di un tuo complimento o quando rido di una tua battuta. E sento il petto più leggero quando una sola mia carezza ti fa sfiorare il sollievo e la beatitudine.
Ma questo è uno dei tanti nostri segreti, qualcosa che so non vuoi condividere per paura che la sciupino e la mal trattino. Perché sai che bisogna conservarla.
Solo con me mostri il nostro amore, con gli altri mostri solo la felicità della nostra coppia, nel nostro essere l'uno l'anima dell'altro; e questo, devo ammetterlo, mi fa sentire protetta e al sicuro, amata ogni oltre limitazione, oltre ogni giudizio o pensiero.
Come quando siamo noi e basta, e questo ci riempie.
Poi mi prendi per mano, per non lasciarmi andare o per tenermi più vicina, non saprei dirlo; e camminiamo fianco a fianco. Talvolta i nostri piedi fanno passi uguali e ci troviamo a camminare letteralmente spalla contro spalla, o forse dovrei dire spalla contro bacino perché la tua altezza mette in proporzione tutto il resto; altre volte tu fai un passo più lungo e il mio braccio si deve allungare per continuare a tenerti.
Quando invece siamo soli, non più circondati da gente e da sconosciuti, allora ti liberi di quel sollievo inaudito di avermi accanto e godi solamente della mia presenza. Non mi prendi più la mano, ma mi tieni stretta al petto, non mi sorridi più timidamente, ma ridi per le nostre conversazioni. Non cerchi più di stupirmi perché sei tu ad essere stupito, stupito del nostro amore che seppur ripetitivo ancora non ci stanca.
È ancora come quando ti ho visto la prima volta, mi sembravi così perso eppure così fervidamente con i piedi per terra. Sicuro di te ma troppo intimorito dalla vita stessa.
Non mi hai regalato una rosa al nostro primo appuntamento nonostante mi avessi detto di averci provato e di esserti tagliato un dito con una spina. Dissi a te stesso, allora, che non era destino che mi portassi una rosa. E ricordo il destino che ci mise sabato un sentiero di margherite e io ne feci una collana per te.
È ancora come la prima volta che mi baciasti, sopra il ponte estivo di quel campeggio noioso e sperduto. Ricordo ancora che mi tremavano le mani e il tuo profumo sapeva di sale e lavanda.
È ancora come quando mi dicesti per la prima volta di amarmi, con delicatezza eppure incredibile determinazione. Come il tuo essere.
È ancora come le notti in cui facciamo l'amore, perdendoci in ore e chiacchiere, in estasi e desiderio, in reciproca approvazione e estenuante passione.
Il nostro amore è ancora qui, come ogni nostra prima volta, come ogni altra volta a venire.
E la luce dell'alba non mi spaventa adesso, perché tra poco prenderò le coperte per stare al caldo e mi sdraierò al tuo fianco.
Non mi vedi, ma io vedo te. Non sai che sto scrivendo queste parole ma io so che prima o poi le leggerai, o le sentirai.
Adesso vorrei allungare le mani e toccare il tuo petto pallido, ma più cerco di avvicinarmi più sembri lontano. Vorrei sfiorati con dita tremanti e fredde la linea naturale della pelle sull'addome e poi sulle tue braccia toniche e fredde. Non sembri soffrire l'umidità portata dalla finestra aperta come me, forse ti stai riscaldano con il piacere della lettura.
Io posso scaldarmi solo se ti avrò accanto e per questo tra poco mi avvicinerò.
Così potrò toccare la voglia che hai sul fianco, di quel colore che tanto amo, e ne definirò i contorni, magari facendoti un pò di solletico. Ma non ti scanserai perché adori quando la mia pelle tocca la tua, anche solo quando ci sfioriamo.
Nenache con la luce dell'alba potrò vedere ciò che più amo di te, perché esso è celato nel profondo del tuo essere, nel profondo dell'essere stesso, mio e tuo.
Ma almeno potrò vederti bene, tu avrai accantonato il libro e io ti sarò vicina, pronta a sostituirlo con la mia presenza.
Come sempre, all'inizio non diremo niente. Tu mi guarderai e io farò finta di essere stanca, poi mi carezzerai i capelli e io mi crogiolerò nella tua delicatezza. Infine staremo ancora insieme, perché catturati d'insaziabile passione l'un per l'altra. E quando il sole sarà alto io vorrò uscire dal letto, per lavarmi, vestirmi e vivere un altro giorno ma tu mi terrai vicina, intrappolandomi nella tua morsa d'amore, facendo di me la distrazione e il gioco che ti serve. Forse mi lascerò distrarre anch'io o forse avrò abbastanza forza per entrambi di tirarci su e uscire dal letto per vedere se almeno il mondo fuori è cambiato.
Perché noi due non lo siamo, non siamo cambiati. Così come il nostro amore.
Ma queste sono solo parole, che non rendono per nulla l'idea.

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