Capitolo 27

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Jiyong

Aveva fatto la sua colazione o meglio dire un pranzo molto tardi con gli altri cinque. Dopo per divertimento, mentre tutto il tempo lo guardavano in modo strano lo presero per i polsi buttandolo in piscina. Anche se doveva tornare un momento di svago per dimenticare quello che era successo ci voleva. Di colpo cominciò una lotta tra Jin e Seungjoon, ridevano entrambi saltando fuori dall'acqua, acciuffarsi ributtandosi poi in piscina. Rise a quella scena quando sbucarono di nuovo fuori dall'acqua affannando. Uscì, ora doveva andare in bagno. Quando entrò passò per la cucina notando il suo telefono vibrare. "Seungri..." Cominciò a leggere il suo messaggio

*Ji, devi tornare a casa. Greg è tornato! Yla sta con noi ma per farti sapere che cosa sta succedendo. Torna a casa ti prego. Dobbiamo fare qualcosa! Ci vediamo dopo!

Ridacchiò, non era possibile. Greg qui? Adesso se le erano inventate tutte per farlo riportare a casa e magari parlare. Ma ora non c'era più nulla da discutere. Gli aveva detto il motivo per cui si era distanziato. Ed ora che era tutto più o meno apposto le cose potevano tornare normali. Tranne che con Yla... <Fanno di tutto per farmi parlare con lei? Ho detto che deve andarsene...> si morse il labbro.

*Arrivo, ci vediamo dopo

*ok perfetto a dopo

Cercò di sviarsi da quel pensiero e dopo esser stato in bagno tornò in piscina tuffandosi. I ragazzi risero contenti mentre Minho lanciò una palla.
Cosa sarebbe successo quella sera se non ci fossero stati loro? Sarebbe finito da qualche parte in un bar oppure come una volta si era ritrovato vicino al fiume con i vestiti mezzi strappati. Dormiva a terra... Ricordava perfettamente ancora il suo sogno. Era steso nel letto mentre una voce calda gli faceva sentire il suo dolore, le sue sofferenze tra le parole e le lacrime. Le percepiva sulla sua maglietta pur essendo tutto buio, ma nel sogno sapeva che quella ragazza fosse al suo fianco, accucciata al suo fianco affondando la faccia sul suo petto come un cucciolo. Poco tempo dopo quando incontrò Yla si rese conto che quella misteriosa ragazza assomigliasse in un qualche modo a lei... Pur non avendola vista in sogno si poteva capire che potessero essere la stessa persona. Anche se lei risvegliatosi dal coma parlava a tratti <Naaaa... Era solo un sogno> Scosse la testa sprofondando in acqua. Nuotò un tratto vedendo i corpi dei due muoversi mentre a destra qualcuno si tuffò. Riprese un respiro tornando su "Jiying!" Notò Taeyhun sul bordo piscina chiamarlo "Cosa c'è?!" "Il tuo telefono sta squillando da un po!" "Che ore sono?!" "Sono le cinque perché?" "Cazzo!". Veloce uscì correndo in casa "Sei tutto bagnato!" Ignorò le urla dei altri <Sarei dovuto partire per raggiungere Subin! Adesso sarà su tutte le furie che non sono già a casa sua>.
Prese in mano il telefono "Pronto?" "Salve, lei è Jiyong il compagno di Subin?" Una voce bassa, lo spaventò per un attimo "Si" " Lei è l'ultimo numero chiamato dalla ragazza quindi presumo che sia il ragazzo. Comunque devo darle a malincuore una brutta notizia..." "Cos... Le è successo qualcosa?!" "Purtroppo è stata vittima di un incidente e si trova priva di coscienza in ospedale..." "Cosa?! È uno scherzo vero?! Ed il bambino?!" "Bambini? Non c'era nessun bambino in macchina..." "Lei è in cinta!" "Ho... Di questo non ne sapevo nulla, deve chiedere al medico. Le faccio gli auguri e che vadi tutto bene e che la sua compagna guarisca presto" "Grazie..." Riattaccò senza parole. "Cosa c'è?" "Subin è in ospedale ha avuto un incidente..." Rispose alla domanda di Seunghoon preoccupato mente Minho si avvicinò curioso. "Grazie di tutto ma ora devo scappare!" "Chiaro, vai preparati e dicci poi come sta!" Minho si avvicinò a loro non capendo con l'asciugamano, glielo strappò di mano asciugandosi veloce. Taehyun avendo sentito probabilmente il loro discorso tornò con i suoi vestiti. Li prese e si cambiò velocemente in bagno per poi prendere le scarpe in mano e correre fuori. "Hei fermo!" Si volse appena aprì il grande cancello d'uscita dal giardino "Vuoi un passaggio?!" Minho fece girare la chiave sul dito come un giocattolo davanti alla porta di casa appoggiato al muro. Gli sorrise indietro "Si grazie!".

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