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«Allora? Non sali?»
Un uomo di mezza età mi si era fermato davanti con la macchina, probabilmente attirato dal mio abitino smilzo ed aderente che metteva in risalto il mio fondoschiena.
«Si...»
Aprii la portiera posteriore, ed entrai nell'auto in compagnia di quell'uomo; mi faceva schifo ma non avevo altra scelta.
«Tieni.»
Presi i soldi che mi porse e li misi in borsa.
Dopo qualche minuto accostò in un quartiere disabitato e buio.
Scese dal veicolo e rientrò accomodandosi di fianco a me.
«Allora quali regole ci sono?»
Dovevo almeno fingere di essere forte o tutto se ne va a puttane, cosí sospirai, mi feci coraggio e lo guardai negli occhi celesti.
«Preservativo, niente sesso anale od orale.»
Fece un ghigno.
«Certo che ti fai pagare eh?»
Mi poggiò una mano sul ginocchio scoperto, che ritrassi immediatamente.
«E mi devi toccare il meno possibile.»
Dentro tremavo, avevo paura, ma non potevo permettere che se ne accorgesse... Ogni volta era un inferno.
«Caspita, che caratterino.»
Si leccò le labbra con un mavimento lesto.
Chissà cosa passava nella testa di quelle persone; di tutta quella gente che mi pagava per sfogarsi.
Ogni volta pensavo alle loro famiglie, alla moglie; che molto probabilmente lo stava aspettando a casa sul divano, davanti al TV in attesa che la porta d'ingresso si aprisse per far apparire l'uomo che aveva sposato.
Ma la notte era ancora lunga.

«Grazie per la serata.»
Quindici minuti pieni di sofferenza per me e di gioia per i miei clienti.
«Certo.»
«Buonanotte Nina.»
Salutai l'ultimo ragazzo della serata e mi andai a sedere ad una fermata dell'autobus, giusto per non rimanere in piedi e aspettai l'arrivo di Noah, nonché il mio migliore amico... Che faceva il mio stesso lavoro.
Arrivò qualche minuto dopo scendendo da una Mini Cooper rossa.
«Certo! Alla prossima Vanessa!»
Salutò ancora con la mano la ragazza e, finalmente, si girò guardandomi.
«Ciao Nana!»
Si avvicinò e mi posò un bacio delicato sulla guancia.
Lui era l'unico ragazzo che riuscivo a sopportare.
«Nana vuol dire sette...»
«Si, si, lo so... Com'è che recitava la tua cantilena?...»
Fece una pausa passandosi una mano tra i capelli biondi, tenuti leggermente lunghi.
«Ah si! E sette é il numero massimo di ogni cosa: sette mari, sette giorni e sette peccati capitali... Giusto?»
Annuii contenta, mi piaceva quando mi chiamava in quel modo, mi sentivo importante, proprio un numero massimo.
«Com'é andata?»
«Centosessanta, serata scarsa...»
Sorrise beffardo.
«Io invece ti ho battuta di nuovo, piccoletta! Centottanta!»
Si tirò leggermente in basso la palpebra inferiore e mi fece la linguaccia.
Accennai un sorriso.
«Sai che differenza! Per venti sterline!»
Lo spinsi leggermente facendogli perdere appena l'equilibrio.
«Hey!»
Lo guardai, ancora divertita dalle sue azioni.
«Dai, Noah, andiamo a casa...»
Abitavamo nello stesso condominio, ma in due appartamenti diversi, visto che potevamo permettercelo.
«Avresti dovuto proprio vederla la terza ragazza di questa sera! Che bella ragazzi!»
Continuava a parlare a vanvera ma a me, non importava nulla, volevo solo dormire.
«E poi, Vanessa, come sempre con me é molto gentile! É proprio la ragazza che tutti noi poveri ragazzi vorremmo, ma che nessuno può permettersi.»
Sospirò, quasi triste, e io prontamente lo guardai inarcando un sopracciglio.
«Ma se te la fai quasi tutte le sere!»
«Si... Hai ragione, dovrei smetterla di lamentarmi.»
Annuii.
Aveva i capelli biondi leggermente mossi e con sfumature rosse, gli occhi verdi, e un comportamento tremendamente infantile, ma quando voleva, poteva essere tremendamente serio e possessivo.
Arrivammo davanti casa ed ognuno di noi prese fuori le chiavi.
«Allora buonanotte.»
«Buonanotte, nanerottola.»
Un altro bacio sulla guancia ed entrò chiudendo la porta alle sue spalle. Subito dopi seguii il suo esempio. Andai in bagno e mi guardai allo specchio: che aspetto terribile.
I capelli castani ed ondulati erano piú spettinati del solito, la matita nera che mi ero messa prima di uscire per contornare i miei occhi verdi, ormai era cosparsa su tutta la mia faccia facendomi sembrare un panda. Mi struccai velocemente e mi incamminai verso la camera da letto.
Mi tolsi il vestito aderente che portavo con un po' di fatica, levai i tacchi, sentendomi finalmente sollevata, e mi sdraiai sul letto rimanendo solo nel mio intimo bianco.
«Che serata orribile.»

Salve! Sono qui con una nuova storia non é etero (ovvio). Ho voluto provare a scrivere questa cosina che da un po' mi frullava nella testolina.
Spero che qualcuno abbia notato i vari riferimenti alle canzoni di Ed Sheeran *-* (si lo amo.) e basta... Fatemi sapere cosa ne pensate con un commentino ^^ <3

Kiss Me Under The Light Of A Thousand StarsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora