Qualcuno mi svegliò battendo ripetutamente ed in modo fastidioso la sua mano contro la mia porta, cercai di ignorare quei colpi, ma poco dopo non ne potei più!
Aprii la porta e davanti a me vidi Noah, sconvolto, con i capelli arruffati, gli occhi arrossati ed un'espressione indescrivibile.
«Cosa ti sei fumato? E poi... Cazzo sono le sette di mattina! Cosa vuoi?!»
Sbottai io con voce addormentata e altamente irritata.
«Ho bisogno di un favore.»
Ruotai gli occhi al soffitto e poi li riportai nei suoi color smeraldo.
«Se é fattibile, e semplice, posso fare qualsiasi cosa.»
Abbassò lo sguardo ed andò ad intrecciare le sue dita con fare nervoso.
«Quindi?!»
Sembrava un bambino! Timido e troppo, TROPPO, ruffiano.
Alzò la testa é mi fece un sorrisone innocente.
«Ho bisogno che ospiti qualcuno in casa tua-»
Io prontamente feci un passo indietro e chiusi la porta di casa, ma lui ci mise un piede in mezzo bloccandola.
«Ma che fai?!»
«Io non ospito delle tue clienti in casa mia!»
Intanto cercai di spingere sempre di piú il battente appoggiandomici con tutto il corpo e facendo pressione con l'intento di fargli togliere il piede da li in mezzo.
«Ma non é una cliente! Fammi spiegare!»
Mi fermai, rifeci un passo indietro e riaprii di nuovo il battente.
«Chi é?»
Lo riguardai negli occhi, e la sue espressione era un po' piú rilassata.
«Cloe, mia sorella...»
Arricciai il naso.
«E perché dovrei tenerla in casa mia, scusa?!»
Misi una mano sul fianco con fare scocciato.
«Perché io il posto non ce l'ho, lo sai che la stanza degli ospiti ora é addobbata come sala prove.»
Era vero, e per un attimo me l'ero dimenticata.
«Nina, per favore!»
Fece uno sguardo da cucciolo, incrociando le dita all'altezza del petto in segno di supplica.
Ed io ad una visione cosí non potevo certo resistere.
Sbuffai rassegnata.
«Va bene...»
Si ricompose in un attimo; quando otteneva quello che voleva faceva sempre cosí: cercava di impietosirmi con facce improponibile e quando aveva finalmente quello che desiderava era come se non fosse successo nulla.
«Perfetto! Arriva qui tra due ore!»
Sbarrai gli occhi e sul mio volto c'era dipinta un'espressione che non seppi distinguere nemmeno io.
«COME TRA DUE ORE?!»
Mi fece tacere portandomi il dito indice della mano destra all'altezza delle labbra sfiorandomele.
«Shhh! Sono le sette di mattina, la gente dorme.»
Aggrottai le sopracciglia e piegai la bocca di lato.
«Fottiti, Evans.»
Lui sorrise e mi fece la linguaccia mostrandomi il piercing che aveva sulla lingua.
«Dico davvero: fottiti.»
«Grazie signorina White!»
Sorrisi anch'io, dopodiché rientrai in casa, chuisi la porta alle mie spalle e guardai il salotto pieno di vestiti, cartacce e qualsiasi altra cosa radioattiva esistente sulla terra.
«Porca puttana che casino...»
Sussurrai disperata portandomi una mano sugli occhi.«Lei é Cloe, lei invece é Nana.»
Guardai il biondo con sguardo atroce.
Si schiarí la voce, capendo subito il perché della mia espressione.
«Nina.»
Si corresse.
La ragazza bionda e dagli occhi verdi come il fratello, ma un pelo piú brillanti, mi porse la mano con fare titubante. Gliela strinsi e le sorrisi.
«Piacere di conoscerti, e scusa di questo imprevisto.»
«Di nulla, ma la prossima volta potresti avvisare un po' prima tuo fratello del tuo arrivo?»
Lei ritrasse la mano e lo guardò dubbiosa.
«Ma é da un mese che te ti dico che sarei venuta a Londra, Noah.»
Portai gli occhi su di lui, misi una mano sul fianco e sorrisi soriona sbattendo le ciglia ripetutamente.
«Ah davvero? Ti sei anche dimenticato della tua dolce sorellina?»
Lui colto sul vivo aprì le braccia e bofonchiò qualcosa di incomprensibile alle mie orecchie.
«Ecco io... Non... Scusate, devo andare.»
Detto ciò girò i tacchi e se ne andò di corsa.
Io e Cloe ci guardammo e ci cacciammo a ridere contemporaneamente per il comportamento stupido del biondo.
Dopo essermi un attimo ricomposta mi feci da parte e le feci segno di entrare.
«Prego, accomodati.»
«Grazie davvero, non so come avrei fatto altrimenti.»
Agitai una mano davanti a me.
«Oh, non preoccuparti, é solo stato un po' imprevisto, perché quel rincoglionito me l'ha detto due ore fa.»
Posò la valigia rossa a terra e mi guardò ancora.
Ed anch'io non potei fare a meno di guardarla in tutto il suo splendore: portava i capelli riccissimi, scolti e pomposissimi tirati indietro da una fascia a righe color bianco e salmone, un vestito rosa, che le arrivava a scoprire il ginocchio, altrettanto gonfio per via del tulle bianco che era sotto la gonna, un fiocco del medesimo colore annodato in vita, mentre la parte superiore aveva uno scollo a cuore con piccoli decori in pizzo sul bordo. Il viso messo in risalto solo da un filo di matita attorno agli occhi, accompagnato da un mascara, un lucidalabbra chiaro sulle labbra ed un pizzico di cipria rosea sulle guance che faceva molto bambola di porcellana.
Rimasi imbambolata a guardarla per non so quanto, pensando a come fosse stramaledettamente carina, finché non si schiarí la voce e mi fece ritornare alla realtà.
«Ecco... La mia stanza?»
«Oh, ahm... Si! Certo la stanza! Seguimi.»
La portai nella sua camera e le diedi la chiave, per mantenere comunque un certo tipo di privacy.
«Grazie.»
Mi disse prendendo tra le sue piccole manine la chiave argentata che le porsi.
«Il bagno é in fondo al corridoio a destra, quella davanti é la mia camera e la stanza affianco é il ripostiglio, fa pure come se fossi a casa tua.»
Le sorrisi ancora e mi andai a sedere sul divano prendendo il cellulare in mano.
Scrissi un messaggio.Come cazzo fa una meraviglia simile ad essere tua sorella?
Ed ecco a voi il secondo capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate, ho pensato di cambiare paese perché sempre Ferrara rompe le palle, quindi: WELCOME TO LONDON
Va bene basta... lasciate una stellina e fatemi sapere cosa ne pensate ^^
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Kiss Me Under The Light Of A Thousand Stars
Storie d'amoreNina é una ragazza costretta a prostituirsi per continuare una vita -piú o meno- decente. Nella sua vita non c'è piú nessuno, a parte il suo migliore amico, che , guarda caso fa il suo stesso lavoro. Ma incontrerà la persona che vorrà amare davvero...