Tsukishima ha paura.

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<<Tsukki, tu...>>

Yamaguchi gli si era dichiarato due settimane prima.

Yamaguchi lo aveva colto di sorpresa due settimane prima.

Yamaguchi era stato allontanato da Tsukishima due settimane prima.

I genitori del biondo, in quei quattordici giorni, non fecero che chiedersi per quale assurdo motivo Kei evitasse Tadashi.

Anche i compagni di squadra avevano fatto caso a quell'improvviso allontanamento.

Tadashi non aveva detto a nessuno di essersi dichiarato, se ne vergognava troppo.

Tsukishima non lo aveva rifiutato, o almeno non apertamente.

Tutto ciò che aveva fatto era stato andarsene senza dire una parola mentre Yamaguchi stringeva nervosamente la borsa della palestra.

Da quel momento aveva sempre evitato Tadashi e il moro aveva pensato che quello fosse un rifiuto bello e buono.

Mangiava sempre meno, dimagrendo ad una velocità impressionante; non sorrideva più; non giocava neanche più con passione durante gli allenamenti.

Si sentiva a pezzi, con il cuore che aveva smesso di battere, era quasi del tutto sicuro che quel giorno il suo apparato cardio - circolatorio avesse smesso di funzionare definitivamente.

Yamaguchi si stava autodistruggendo e Kei non lo stava di certo aiutando con il suo comportamento.

La verità è che quella dichiarazione lo aveva fatto sentire strano: la testa aveva cominciato a girargli, il cervello era andato in tilt, il viso aveva preso fuoco e il cuore gli batteva in petto ad una velocità allarmante.

Tutto ciò che era riuscito a fare dinnanzi a questi sintomi e a un adorabile Yamaguchi tutto rosso era stato scappare.

Se ne era andato lasciando il suo migliore amico solo in una strada semideserta.

Era tornato e, senza neanche salutare i genitori e il fratello che era momentaneamente tornato a casa, si era buttato sul suo letto fissando il soffitto e ascoltando musica.

Doveva pensare.

Doveva pensare.

Doveva pensare.

Ma non ne aveva voglia, anzi, non ne aveva il coraggio.

Perché pensare a quella dichiarazione e a un'ipotetica risposta gli avrebbe fatto balenare in testa cose che si rifiutava di accettare.

Perché se lo ricordava perfettamente com'era andata a finire l'ultima volta che aveva amato qualcuno dal profondo del cuore.

Suo fratello, il suo idolo, il suo eroe, la sua roccia, la persona per lui più importante, gli aveva mentito e lui, scoperta la verità, ne era uscito devastato.

Il suo povero cuore pieno di ferite non era pronto a fidarsi di nuovo di qualcuno così tanto.

Rimandò la chiacchierata con il suo cervello per giorni, ignorando una vocina fastidiosa e un povero Yamaguchi che lo aspettava comunque per tornare a casa insieme.

Per due settimane non avevano parlato, non si erano guardati negli occhi, e non si erano neanche scritti con i cellulari, però Tadashi voleva tornare a casa con Kei e, anche a costo di uscirne ancor più distrutto, lo avrebbe fatto.

Un giorno, mentre camminavano, Yamaguchi prese coraggio di nuovo e chiese a Tsukishima: <<Non...non hai nessuna risposta da darmi?>>

Kei neanche si voltò mentre il suo cuore iniziava a galoppare.

Tsukishima ha pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora