Capitolo 4

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Mentre ci facevamo largo tra la grande marea di persone presenti, tenevo d'occhio quel grande orologio dorato appeso al muro, segnava l'una e tre minuti, ormai non pensavo ad altro che al momento in cui mi sarei calato il primo mezzo grammo di MD; a quando avrei finalmente assaporato quell'acqua dal sapore salmastro, mescolata con quei cristalli speciali. Era il nostro rituale settimanale: lavorando in discoteca, nel week end ero sempre impegnato, e quindi la serata più importante per noi lavoratori notturni era il martedì, anche perché poi al mercoledì avevo il giorno libero, quindi c'erano quasi quarantott'ore di tempo per riprendersi prima di rientrare al lavoro.
Arrivati al centro cominciammo a ballare tra di noi, uno accanto all'altro. Titty era incontenibile, quella ragazza avrebbe potuto tranquillamente non prendere alcun tipo di droga che avrebbe comunque ballato per tre giorni a fila. Amelia si destreggiava con James e Carl mentre io e Lucio eravamo un'attimo più in disparte.
Continuavo a guardare quell'orologio, il ticchettare dei minuti mi stava facendo impazzire, era solo l'una e dieci. Il tempo non passava mai, più guardavo quell'orologio con le sue vecchie lancette arrugginite più mi sembrava fermo. Sapevo che potevo benissimo cominciare quando volevo, però volevo che le tempistiche fossero tutte perfette, dovevo azzeccare il secondo esatto, non potevo permettermi errori, volevo godermi appieno la serata.
Così per ingannare l'attesa cominciai a guardarmi intorno, cercando tra la folla una qualche ragazza con cui valesse la pena attaccar bottone. Notai una biondina niente male apparire e scomparire tra le luci al LED. Era bassina, con lineamenti tipici del nord d'Europa e occhi di ghiaccio, che ballava a pochi passi da me. Indossava un cappellino nero girato con visiera al contrario, una maglietta da football americano blu con numero cinquantotto bianco stampato sopra, e un paio di leggins neri. Si dimenava come una matta insieme a una sua amica mora, alta, ma onestamente abbastanza brutta. Decisi quindi di incamminarmi verso di lei.
Arrivatole di fianco comincia a ballare un po', notando Lucio che con gli altri ragazzi mi guardava e rideva; avevano capito che stavo per sfoggiare l'ennesima figuraccia con una ragazza. Tra l'altro ero ancora completamente sobrio quindi non poteva che risultare in una figura imbarazzante. Decisi comunque di proseguire e le feci subito un complimento per rompere il ghiaccio: -Nice hat!
Lei mi guardò con faccia leggermente disorientata; la musica si stava facendo sempre più alta ed era difficile capirsi alla prima battuta. Si avvicinò al mio orecchio urlando: -Come scusa? Hai detto qualcosa sul mio cappello?
-Ma sei italiana?!- Replicai con tono alquanto stupito. -Sì, sono di Verona!
-Ma dai, avrei giurato fossi tedesca o norvegese!-Gridai a due centimetri dal suo orecchio.
Lei intanto continuava a ballare, con un movimento ondulante di bacino quasi ipnotizzante; aprì i suoi due occhioni azzurri e quasi rimasi scioccato, non mi sembrava così carina da lontano. E invece con quelle sue guance rosse fuoco mi aveva già praticamente fatto innamorare.
-Beh in parte sono tedesca, mia madre viene da Berlino, ma sono nata e cresciuta in Italia!- Rispose sistemandosi il cappellino che stava per caderle dalla testa. -Ma pensa! Beh, ehm, che ci fai di bello a Londra?!- Chiesi sempre parlandole ad un soffio dal suo orecchio. -Studio arte, e intanto mi mantengo facendo la barista in un pub!
-Anche io faccio il barista, sono qui da un anno esatto. Ho studiato un po' di sceneggiatura e ora sto provando a scrivere un lungometraggio!
-Che bello, mi è sempre piaciuta la scrittura. Vieni spesso qui?
La guardai ancora un po' in quei suoi occhi blu come l'oceano atlantico, sembrava mi stessero chiedendo di buttarmi dentro di loro, di fare una nuotata lunga dieci chilometri e crogiolarmi ammollo dentro essi. Le risposi tenendo lo sguardo fisso su quella sua bellezza tanto rara quanto inarrivabile: -Sì sì, siamo qua quasi tutti i martedì, voi invece passate spesso?
-No, prima volta, però devo dire che è bello, mi piace la musica; c'è anche un gran bell'arredamento! - Disse indicando i vari caschi di banane appesi al soffitto.
Li guardai per un attimo anche io sussurrandole: -Sì è bello, poi vedrai che migliorerà parecchio durante il proseguimento della serata!
Improvvisamente sentii una mano sulla mia spalla interrompere la conversazione, mi girai, e vidi Lucio farmi cenno che lui e gli altri stavano andando a fumare una sigaretta. Dissi loro che li avrei raggiunti in un paio di minuti.
-I miei amici stanno andando a fumare una sigaretta, vuoi venire anche tu?- Invitai lei.
-Perché no!- Rispose subito con fare deciso. In quel momento tirò verso di se la sua amica mora.
-Questa è Jennifer, viene anche lei a fumare con noi!- Affermò.
Mi presentai stringendole la mano e accorgendomi che non sapevo ancora il nome di quella bellissima creatura con cui stavo parlando ormai da diversi minuti. Così la interruppi subito: -Ancora non so il tuo nome comunque!
Lei porse la mano presentandosi: -Piacere sono Natalie!
-Io invece Jonny. Andiamo fuori dai!- Conclusi accennandole di seguirmi.
Dopo esserci presentati ci dirigemmo verso l'uscita facendoci spazio fra i giovani ragazzi presenti nel locale. Era quasi l'una e trenta, la discoteca era ormai completamente piena; ma io non riuscivo a pensare ad altro che alla droga. Mentre raggiungevamo la zona fumatori già stavo architettando in quale modo avrei potuto prepararla e poi assumerla senza essere scoperto. Alla fine avrei fatto come sempre, in bagno, chiuso dentro la toilette, stando attento a non farmi scoprire da nessuno: avrei aperto il sacchettino e lasciato cadere la polverina dentro la bottiglietta d'acqua, un'agitata rapida, e poi me la sarei bevuta con tranquillità in una mezz'oretta. Anche se ultimamente mi ballonzolava l'idea di chiuderla dentro una cartina Rizla, e mangiarmela come fosse una gomma da masticare; dicevano fosse il metodo non plus ultra per assumere l'MD, in modo da raggiungere l'apice dello sballo in pochi minuti. L'importante in ogni caso sarebbe stato assumerla, in un modo o nell'altro, mi dissi stringendomi nelle spalle e continuando il mio cammino.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 25, 2016 ⏰

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