P R O L O G O

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"Tempo fa conobbi un ragazzo. Era carino, ma non gli davo tutte le attenzioni che riceveva solitamente dagli altri. Pensavo fosse una semplice persona che non avesse avuto un segno particolare nella mia vita. Tipo quelle persone che vedi nell'autobus, che francamente nemmeno ne ricordo la maggior parte. Non faceva niente di memorabile o particolare,eppure ricordo bene ogni suo movimento. Mi ritrovavo a fissarlo mentre stava seduto al fresco sulla sedia di paglia scura, col le gambe stese, che se qualcuno ci fosse passato davanti senza fare attenzione sarebbe inciampato. Se ne stava lí con la sua migliore amica tra le labbra, l'unica che poteva toccarlo in quel momento buio della sua vita. Sembrava cosi chiuso. Stava lí ad ascoltare tutto quello che diceva mio padre e quando era il momento rideva, anche se a me è sempre sembrato uno sforzo emotivo. Era una risata amara, eppure era l'unico suono che avrei voluto sentire in quel periodo. Era timido, quando parlava balbettava, e tutto ció era provocato dalla sua insicurezza. Era un ragazzo solo, uno di quei ragazzi che se lo trovassi sui social te ne innamoreresti all'istante, ma uno di quei ragazzi che peró non provoca alcun interesse nelle persone che potrebbero stare con lui senza distanza o problemi che una persona del suo paese potrebbe avere. Lui peró non ne sembrava triste o dispiaciuto, pare che preferisse staresene lí da solo con la sua sigaretta, con il venticello che gli scostava qualche ciuffo di capelli, e che trasportava il fumo che gli usciva dalle labbra. Preferiva stare li e pensare a qualsiasi cosa, cose che non avrebbe mai potuto fare ma nelle quali sperava comunque, senza peró farlo notare molto. Preferiva non mettere entusiasmo nelle cose che faceva, semplicemente non voleva mostrare interesse nelle cose a cui teneva di piú. Io invece preferivo non fare assolutamente niente, oltre che stare li a fissarlo. Non lo fissavo solo per studiare i suoi lineamenti o la posizione dei suoi capelli, ma anche per studiare tutto quello che passava nella sua testa. La sua mascella sempre serrata e le sopracciglia corrucciate mi dicevano tutto quello. Tutto quello che descrivo, tutto quello che vedo e tutto quello a cui penso in qualsiasi momento. I suoi occhi non erano con il resto del corpo: viaggiavano chissà dove, in posti in cui lui poteva essere felice senza il bisogno della sua sigaretta e del suo accendino, in posti in cui non doveva corrucciare la fronte, e in posti in cui i sorrisi gli scappavano involontariamente, e non riusciva a toglierli dal volto. Quei sorrisi che avrei osservato fino ad avere il mal di testa. La sua mente viaggiava, viaggiava ovunque, e la mia inseme alla sua."

Che succederà quando si incontreranno? Cosa proverà la piccola Kelly Edwards?

Ciao a tuttee,questa è la mia prima storia. Spero vi piaccia.😙❤

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