Capitolo 28- Head

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Harry's Pov

Heads are a science apart.

Non riuscivo realmente a dare un significato definitivo a quella frase.
So solo che non c'era verso di togliermela dalla testa.
E la collegavo disperatamente a lei, alla sua mente intrigante e illegibile.
Lei è del tutto illeggibile. Non solo la sua mente.

Lei mi ricorda un'artista.

Riesce a malleare l'opera a modo suo. Nel suo caso, l'opera è il puzzle della sua vita. È la sua vita.

Nessuno è completamente padrone della sua vita.
Insomma, ci sono persone destinate a vivere come dei pupazzi di pezza movibili da chiunque.
Come delle cazzo di amebe, come degli ebeti che non sono capaci di prendere le redini del loro avvenire.

Ma tra questi ebeti, chiunque ci si ritrova. C'è chi è dominato dal lavoro, chi dallo scetticismo, chi dall'amore, chi dalla paura...chiunque possiede un demone che lo perseguiterà sempre.

Ma lei è il demone della sua vita. È la perfetta artefice di se stessa.
Una donna, così ricca d'arte che a pennellate non si può descrivere.
No, per Diane ci vuole ben altro. Le pennellate, per lei, avrebbero soltanto il loro sapore letterario.
Lei non vede mai le cose oltre il loro significato letterario.
Semplicemente, una parola indica qualcosa e basta. Non c'è profondità. Non c'è immaginazione, constatazione, riflessione.

E sceglie con cura le parole da dire. Sempre giuste, al momento giusto.

Quelle parole riescono a torturarti l'anima. A destare le azioni del tuo inconscio, a stravolgere letteralmente la tua sanità mentale.

Per quanto sia difficile comprenderlo, lei è un'artista. Non so dirvi precisamente cosa rappresenti, quale sia il suo scopo, o di cosa si fornisca.
I suoi strumenti variano di continuo, ma spesso le parole prendono posto ai colori.

I colori sono le parole e le parole sono i colori.
È un quadro, la sua vita.
Un turbinio di parole, colori, pensieri, demoni, chiamateli come cazzo volete!

Per me è arte, vita.

E non so dirvi quanta luce esca dalle crepe della sua armatura rotta.

Che sembra risanare temporaneamente, per poi crollare al nuovo impatto.

Non so dirvi un cazzo, perché io non so un cazzo.
Altro che Socrate, che sapeva di non sapere.
Io non so nemmeno quello.

So solo che sta destabilizzando ogni mia fottuta particella di lucidità. Sempre se la lucidità sia qualcosa di tangibile.
O di raggiungibile.

Come lei. Cazzo, perché ogni discorso mi riporta a lei? Al suo seno morbido, alla sua pelle bianca, al suo torpore che ossessiona i meandri della mia anima? Perché tutta questa beatitudine, per me, poi?

Mi ritrovo a pensarci come un coglione. Alle pieghe del suo inguine,alle curve del suo corpo.
Nel significato più puro e contemporaneamente malizioso che possano assumere i miei pensieri.

Quelle labbra che non mi permettono nemmeno di pensare di allontanarmici, le sue dita fredde e così tremanti mentre si stringevano alle mie.
La sua voce, la sua più grande traditrice. L'esatto opposto della mia, così candida, melodica...Mentre sussurrava il mio nome. Sembrava persino più bello, il mio nome, pronunciato dalla sua bocca, musa ispiratrice dei miei desideri più intriganti.

L'avrei voluta fare mia altre mille volte ancora. Tutta la vita, se avessi potuto.

E ancora, se penso al caldo che mi aveva ospitato durante quella bolla d'amore che c'eravamo creati, sorrido come un coglione e rischio di tamponare qualcuno mentre guido verso casa mia.

L'ho lasciata qualche minuto fa al suo appartamento. Credo che entrambi avessimo bisogno di metabolizzare il tutto. Beh, più che altro lei, perché io non riesco letteralmente a staccarmi dal suo essere.

Mi chiedo come sia stato il suo primo rapporto dopo...quanto accaduto. Insomma, pensavo che dopo aver subito gli abusi sessuali da parte di quel maiale figlio di puttana, non si sarebbe concessa facilmente a me.
Non voglio dire che sia una che la dà facilmente, solo mi ha piacevolmente colpito che si sia fidata ciecamente di me.
Le chiedevo continuamente se le stessi facendo del male, troppo spaventato di scalfire la sua aurea di magnificenza.

E lei, sempre col sorriso sulle labbra, rassicurava me come se fossi stato io quello che avrebbe potuto provare dolore.

Dio, sono completamente pazzo di lei. Non vi è un aspetto, una curva del suo corpo, una sfaccettatura dei suoi occhi che io possa odiare. Non mi capacito di quanto travolgente possa essere la sua presenza nella mia vita.

E spero che le note amare non intralcino per il momento la nostra relazione.
Gli alti non sono niente senza i bassi, ma lei ne ha avuti abbastanza, di bassi.
Credo che tutti meritino prima o poi una tregua. Forse è arrivato il momento che lei si lasci andare completamente a me. Vorrei farle capire che con me è al sicuro, e che la curerei tra le mie braccia come un semplice uomo, adulatore della sua maestosità. Un uomo che saprebbe amarla come vorrebbe, e che aspetta solo di rivederla.

O di scriverle un SMS, perché no.

Io: D.
Io: Dddddddddddd.
Io: Dd.
Io: D alla seconda, ahaha.
Io: D, rispondi.
Io: Devo chiederti una cosa.
Io: Sei morta?
Io: ODDIO.
Io: Sei stata trascinata dagli alieni nel loro pianeta sconosciuto per far loro da mamma e governatrice?!!?!??!? Per studiare il cervello umano?!??!
Io: Oddio,D. Houston, Houston, abbiamo un problema!
Io: Potevi almeno avvertire che saresti diventata una regina extraterrestre. Certe volte non so dove hai la testa.
Io: Dove.
Io: quale pianeta.
Io: Dimmelo oooo.
Io: IQNSUJDUFJXINZINRIDKSOIEIDNDY
Diane: Non so se ridere per la tua fervida immaginazione o insultarti e abbandonarti per le minchiate che escono dalla tua bocca.
Io: ODDIO, D!! SEI VIVAAA! NON TI HANNO CATTURATO GLI ALIENI!
Io: BRUTTA BABBANA, PERCHÉ NON RISPONDEVI?!?!?
Diane: LE PERSONE NORMALI, OGNI TANTO, SE LA FANNO UNA DOCCIA. CI SIAMO VISTI 3O MINUTI FA, COSA PENSI CHE AVREI MAI POTUTO FARE IN 3O MINUTI??!
Io: Oh.
Io: D.
Io: Piccola.
Diane: Eh.
Io: Ma se fossi stato sotto la doccia con te...
Diane: Non ti avrei fatto entrare sotto la doccia con me, Harry.
Io: Shh, metti che magari prima eri meno acida del solito e mi avessi fatto entrare...
Diane: Dove vuoi arrivare?
Io: Che cosa avresti fatto?
Diane: Avrei preso lo shampoo, avrei lavato i miei capelli, avrei preso la spugna, avrei lavato il mio corpo...Come ho fatto, del resto.
Io: ...
Diane: ...
Io: ...
Diane: Cosa, Harold?
Io: :'(
Diane: ??
Io: E se ti avessi insaponata io?
Diane: Cosa ti dice che te lo avrei lasciato fare?
Io: È inutile che fai la difficile, credi davvero che non veda come il tuo corpo reagisca al mio?
Diane: ...complimenti, mi hai lasciata senza parole. Wow, non è da te!
Io: E se stasera realizzassimo tutti questi magnifici programmi che abbiamo pensato prima?
Diane: Che HAI pensato prima.
Io: Shh, io e te siamo un'unica persona.
Diane: ...
Diane: Wow...Harry, mi hai...Mi hai colpita. È bellissimo ciò che hai detto.
Io: Davvero? Wow.
Diane: Sì...
Io: Stasera verresti a cena con me?
Diane: Da quando mi chiedi e non mi imponi appuntamenti mediante scommesse?

Sorrido al ricordo.

Io: Da quando mi hai aperto la porta, quella sera che sono venuto a prenderti...
Diane: A me piaceva solo la tua macchina.
Io: Beh, a me piacevano solo le tue tette.
Diane: Che maiale, che sei.
Io: Ti adoro anche io, piccola.
Io: Allora, per stasera?
Diane: Devo controllare la mia agenda...
Io: Quanti altri ragazzi hai che si vestirebbero da pinguini per portarti in un ristorante degno di una signora?
Diane: Degno di una signora? Oh, ma così mi lusinghi...Non sono abituata a tutte queste lodi.
Io: È un sì?
Diane: Uhm...Dopo saliremo sul London Eye?
Io: Dopo saliremo sul London Eye.
Diane: Allora sì, cazzo!
Io: Finalmente, ce l'abbiamo fatta! Passo a prenderti stasera, porta la tua boccuccia raffinata! A dopo, amore mio!
Io: Il solito coglione...portati il reggipalle.

Faraway,so close. || H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora