«Sono davvero carini quei vestiti!»
Alzò i suoi bellissimi occhioni verdi nei miei, mi ci persi in quel colore; sapeva di fresco, di natura... Di lei.
«Ahm... Grazie, li faccio io...»
Stava sistemando la roba che era nelle valige dentro l'armadio, sempre con la sua solita grazia e compostezza.
«Coosa?! Davvero?!»
Risposi stupita e affascinata dalla sua bravura, non era certo da tutti saper cucire cosí bene.
Forse fui davvero troppo esuberante, e chinò prontamente il capo, smettendo di guardarmi, imbarazzata.
«Ecco... Si... Mi diverto anche a fare cosplay, a volte.»
Unii entrambe le mani in segno di supplica e la guardai con occhioni da cucciolo, tirando fuori il labbro inferiore.
«Ti prego, fammene uno!»
Chiusi gli occhi e mi accasciai ancora di piú in avanti, e occupai quasi tutto il letto sul quale prima ero seduta.
«Certo! Certo! Ma non fare così, mi metti in imbarazzo!»
Scosse entrambe le mani, tenendo le braccia tese in avanti, davanti a lei, intanto che parlava.
Io mi tirai su sedendomi sui talloni e le presi entrambe le mani con le mie.
«Saresti davvero cosí gentile?»
I miei occhi quasi uscivano dalle orbite per quanto ero contenta.
«Certo!»
Mi sorrise ed io ricambiai felice.Come quasi tutte le sere mi guardai allo specchio schifata da quel riflesso.
Avevo un vestito nero aderente che arrivava appena sotto al sedere, delle calze a rete, anch'esse scure, tenute su da dei reggi calze, un paio di scapre tacco dodici grigie ed il mio immancabile sguardo perso nel vuoto.
Mi truccai velocemente con un filo di matita e mascara; quella sera il rossetto lo volevo dimenticare.
Uscii dalla mia camera, ed appena aprii il frigorifero per bere, successe la cosa peggiore che potesse capitarmi in quel momento: la porta della stanza di Cloe si aprí.
«Ciao Nina...»
Il suo sguardo era un po' confuso, vista l'ora in cui avevo intenzione di uscire, non era difficile intuire dove stessi andando in quella notte di tenebra.
«Ciao Cloe... Io devo andare ora, ci vediamo dopo, o domani mattina se dormi.»
Annuì, le sue sopracciglia folte erano corrucciate e la sua espressione era un misto tra confusione e delusione.
«Mi raccomando... Chiudi la porta.»
Detto ciò, presi la borsa ed uscii di casa, trovandomi davanti, come tutte le volte Noah.
«Yo!»
Mi salutò lui con sguardo allegro e pimpante; a lui piaceva il suo lavoro, a me no. Non lo sopportavo.
Ma il suo sguardo s'incupí quando vide la mia espressione non proprio contenta... Anzi, tutto il contrario.
«Ehi, Nana, che é successo?»
Abbassai gli occhi sul pavimento, mentre percorravamo il corridoio del palazzo per poter uscire.
«Cloe...»
Iniziai, ma lui mi bloccò.
«Che cos'è successo?!»
Il suo tono di voce era molto preoccupato, dovevo rimediare, lui, almeno, non doveva avere pensieri strani.
«No, no... Non é successo nulla a Cloe, tranquillo.»
Feci un sorriso spontaneo quando si tranquillizzò di colpo; era un bambino cattivo, ma con sua sorella un cavaliere dalla lucente armatura.
«É che... Mi ha vista uscire cosí...»
«E allora?»
Lo guardai un poco stizzita alzando un sopracciglio.
«Come 'allora'? secondo te é cosí stupida da non capire che in realtà vive con una puttana?!»
Iniziai a sentire il naso pizzicare.
«Ehi, su. Non penserà mai questo di te.»
Si fermò davanti a me e mi abbracciò portano la sua mano destra sulla mia schiena, che iniziò ad accarezzare con cerchi irregolari della mano.
A quel punto appoggiai la testa sul suo petto e tirai fuori tutto quello che avevo dentro con un piccolo pianto: rabbia, dolore, odio.
«Io non voglio essere giudicata Noah...»
Intanto i singhiozzi, che prima erano quasi impercettibili si fecero sentire di piú.
«Cloe non é quel tipo di persona, puoi stare tranquilla, mia piccola Nanerottola.»
Mi disse con tono dolce, dopodiché si staccò un poco da me, mi depositò un leggero bacio sulla tempia e mi prese la testa tra le mani accarezzandomi gli zigomi, ormai neri, per colpa della matita che era colata per via delle lacrime.
«Basta piangere, e poi, ti ho fatto un regalo...»
Mi guardò dritto negli occhi e mi sorrise dolcemente.
Tirò indietro la schiena e prese fuori dalla tasca posteriore dei suoi jeans un braccialetto, abbastanza largo, in pelle con delle borchie appuntite tutte intorno.
«Ecco, prendilo... Il tuo vecchio si era rotto no? E poi non mi piace vedere quei segni.»
Mi circondò con il bracciale il polso sinistro, ed appena ebbe finito mi guardò con quegli occhioni verdi, più tendenti al grigio, diversi da quelli di sua sorella.
«Grazie Noah, ti voglio bene.»
«Anch'io piccoletta.»Sono in Croazia ed a quanto pare qui l'ispirazione ce l'ho... Bah... Non ho parole.... COOOOOMUNQUE! Cosa ne pensate di questa storia? Vi intriga almeno un pochino?:3 commentino e stellina per favore :3
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Kiss Me Under The Light Of A Thousand Stars
RomanceNina é una ragazza costretta a prostituirsi per continuare una vita -piú o meno- decente. Nella sua vita non c'è piú nessuno, a parte il suo migliore amico, che , guarda caso fa il suo stesso lavoro. Ma incontrerà la persona che vorrà amare davvero...