L'attimo a cui ti leghi per sempre.

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Sembrava così strano, ma un peso lancinante premeva sulle mie spalle quasi fino a schiacciarmi. Respiravo a fatica, sembrava che tutto il mondo si fosse bloccato di fronte a questa scena orripilante, ma non era così, il tempo scorreva secondo dopo secondo e il suono delle lancette affondava nel petto, bruciava l'anima, scottava sulla pelle, ardeva nel cuore. Scorreva fin troppo veloce e mentre tutto ciò che mi circondava riprendeva colore, un colore chiaro, nitido, puro, il mondo tornava in movimento e quasi speravo di tornare a pochi secondi prima, quando la mia vista era offuscata da quel dolore lancinante.

"Lasciavo che l'aria mattutina mi possedesse completamente. Sembrava essere tornati indietro, tornati in quel mondo coperto da un velo, un velo che nascondeva quel mistero ancora incomprensibile ai miei occhi. E rivedevo me... me da bambina mentre correvo, urlavo, ero libera. E adesso, adesso lei si chiederà se non lo sono più. Cos'è successo." I suoi occhi mi fissavano, ardevano dal desiderio di saperne di più, di conoscere a fondo la mia vita, ed io avrei dato le mie parole in dono, avrei riempito l'aria di una melodia silenziosa ma forte, tanto forte, ma celata da un sussurro. Mi fissava ancora e ancora. Ed io lo facevo attendere, così come attendeva di conoscere il mio nome, la mia età, voleva scoprire la mia anima, voleva che mi spogliassi davanti ai suoi occhi bramanti di parole, di quel muro che avevo sollevato, ma non l'avrei fatto, non l'avrei lasciato annegare nella mia anima, non gli avrei lasciato conoscere la vera me, sarei rimasta nell'ignoto, nel buio, un buio che parla, urla a coloro che lo osservano in silenzio.
"Non lo sono più. La libertà è un lontano ricordo. E sembra quasi stupido dirlo. Lei dovrebbe saperlo, dovrebbe sapere quello che succede oltre quella soglia. Mi guarda così, come se fossi una sola semplice ragazzina finita qui per un chissá quella motivo strano e a lei ignoto. Lei non vuole aiutarmi, non è così?"
Le sue pupille si dilatarono, bramavano le mie parole, lui doveva aiutarmi, ma era il contrario. Come sempre.
"Ma cosa dice, sa che io sono qui, per ascoltarla, per aiutarla" e vedevo un luccichio nei suoi occhi e adesso non voleva solo spogliare la mia anima, cercava la mia pelle, i miei occhi per aggrapparsi a questa chiarezza, ma non gli avrei permesso di farlo, non ancora.
Quell'uomo. Chissà quanto nascondeva quell'uomo. Lo guardavo come lui guardava me, ma il desiderio di conoscerlo non mi accecava, non mi possedeva. Era troppo il dolore per permettergli di farlo.
"Se vuole continuare. Io sono qui per fare il mio lavoro, per vedere i suoi progressi" non era così, lui voleva salvarsi ed io l'avrei aiutato, l'avrei fatto un'altra volta.
"È successo tutto quella mattina. Non volevo tornare a scuola, era troppo difficile farlo. Ero stretta nella mia felpa e aspettavo che un qualsiasi segno mi portasse nella direzione giusta. La costante sensazione di sbagliare non mi ha mai abbandonata, l'incertezza penso che lei la possa leggere dai miei occhi" è così inizia a scrutarli ancora più a fondo, sembra che lame appuntite si scaraventino nelle mie iridi e le distruggano completamente. Mi muovo con un po' di disagio su questa sedia scomoda e riprendo a lasciar scorrere parole. "Non so come, non so perché, ma mi sono ritrovata in una strada buia, scura fin troppo scura per essere solo nelle prime ore del mattino. Non mi ero mai trovata lì, mai in diciassette lunghi anni. Nessuno mi notava, forse perché nessuno era lì con me. I miei pensieri non si smuovevano restavano fissi su quel passato irremovibile e lei non sa quanto sia grande voglia per me di cambiarlo, un desiderio che porto avanti da tanto tempo, ma non posso farlo. E per quanto i ricordi possano fare male, sono fermi lì, impressi davanti agli occhi. Camminavo in quella stradina, una strada che si faceva sempre più stretta e ancora non sentivo la morsa della paura affondarmi nel petto e proseguivo, proseguivo come se l'avessi già fatto tante volte" il suo volto si distaccava da quella che era la sua realtà e affondava nella mia. E solo ora mi resi conto di avergli rivelato la mia giovane età. Ma non il mio nome, non ne verrà mai a conoscenza, qui dentro resterò sempre per tutti "la ragazza 205". Ero un numero e per una volta ero contenta di esserlo. "Continui" la sua voce che mi incita a continuare mi porta a stringere le labbra, ma lo stesso proseguo. "Pensavo fosse una mattina come le altre, ma non fu così. Mi ero fermata in un angolo quando mi accorsi di due occhi, due occhi che mi fissavano, il volto coperto, solo uno sguardo troppo profondo e ancora non sentivo la paura impadronirsi del mio corpo. Si sedette accanto a me e la sua mano scivolò sulle mie gambe. Non avevo paura. Disgusto, rabbia, una rabbia così grande da spingerlo lontano da me e che mi pose a ricorrere a quell'arma da me tanto odiata. La violenza. Mi aveva toccata, era un uomo, un uomo come tutti gli altri che dimentica il valore del corpo di una donna, che dimentica il male che provoca" un sorriso beffardo sul suo volto ed io non capivo, ma continuavo a parlare. "Voleva spogliarmi delle mie vesti e trasportarmi in quella che per lui sarebbe stata pura passione, ma mi avrebbe uccisa più di quanto non lo fossi già" la sua voce mi interruppe. "E dopo?" "Sono scappata, sentivo dietro di me una donna urlare e le sirene arrivare, mi hanno presa e portata con loro, non consapevoli del male da poco subito, non consapevoli di cose fosse realmente successo" "Ed è stata portata qui" "Si, la mia storia non valeva niente, quella donna aveva visto me spingerlo via, tirare un calcio a quella mano che aveva premuto sul mio corpo, ma lei lo sapeva, lei leggeva nei miei occhi e con i suoi mi urlava perdono, ma non disse nulla, lasció che venissi chiusa qui" "Quell'uomo?" "È libero, libero dopo quel che ha fatto e che avrebbe potuto fare" mi fissava, un ghigno sul suo volto e riprovai quella sensazione di disgusto verso il genere umano, mentre il passato mi si rovesciava nuovamente addosso. "Può andare adesso, riferirò quello che mi ha confessato ai direttori così vedremo cosa fare" annui lievemente ed uscì da quella stanza per raggiungere la mia. È solo quando varcai la soglia di quella porta riconobbi quegli occhi, lo sguardo di un volto coperto e la mano che mi aveva 'consolato' era quella che mi aveva uccisa. Ed il passato continuó a pretendere di essere ascoltato con le mie urla, i mei pianti. Quel passato che mi aveva resa così.

Il tempo scorre inesorabilmente, parliamo di passato, presente e futuro, ma il secondo che hai già vissuto è già passato, un passato che non cambi, che resta, urla, passa, torna e ti distrugge. Se non c'è ieri non ci sei tu oggi. E con questi pensieri tormentati tornai nella mia camera passando davanti ai numeri delle porte di quelli che ormai erano degli "amici", fino a raggiungere la 205 la stanza a cui l'uomo che fino a pochi minuti fa bramava le miei parole, mi aveva spedita.

Sentì un rumore tra le sbarre le guardie mi avevano chiusa lì per tutto il pomeriggio, mi voltai verso quella che dovrebbe essere la porta, ma non vidi nulla, solo un corridoio spoglio sommerso in quel giallo tenue che ormai odiavo. E di nuovo quello sbattere sulle sbarre, credevo di starmi sbagliando, ma non era così. Ormai il mio udito era sordo ai grandi rumori, ma attento a quelli lievi, quasi inaudibili. Questo non faceva parte ne dell'uno né dell'altro. La voglia di scoprire cosa fosse era troppa e questo mi condusse in uno dei miei più grandi meravigliosi sbagli. I suoi occhi incrociarono i miei. Le sue parole si unirono al mie. Il suo mondo capovolse il mio. E dimenticai, dimenticai quel passato tormentoso, lasciai che i ricordi rimanessero in un angolo, quei ricordi che mi hanno resa la persona che sono oggi, quei ricordi che però mi hanno portato a lui, al "ragazzo della 210", il ragazzo che ha ucciso il tormento e l'ha trasformato in melodia.

Il passato ti forma, ti fa crescere, ti rafforza, ti distrugge.
Il futuro è il sogno, la paura, il dubbio, l'incertezza, il desiderio.
Il presente sei tu. Il presente è il tutto. Il presente è l'attimo a cui ti leghi per sempre.

Spero ti piaccia vvogliolaluna e di non essere in ritardo.

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⏰ Last updated: Jul 29, 2016 ⏰

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