Chapter 1

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In un pomeriggio d'inverno qualunque,Melanie e William erano a casa dei nonni.
Sorseggiavano un buon thè caldo e mangiavano i biscotti allo zenzero appena sfornati mentre la nonna cucinava per la cena e il nonno accendeva il fuoco nel soggiorno accogliente.
Il nonno,non appena si girò,corrugò la fronte vedendo un libro poggiato sul tavolo affianco a sua nipote.
Era ancora un uomo acuto e di bella presenza,nonostante la veneranda età.
"Tesoro ma che libro è quello?" chiese lui guardando la copertina abbastanza familiare si suoi occhi.
"Oh,me l'ha prestato la nonna è Orgoglio e Pregiudizio scritto in lingua originale,sai devo fare una ricerca per scuola...Perché?"
Lui sorrise mentre la mente lo riportava indietro di molti anni.
"L'ho comprato io a tua nonna,dopo che glielo ho regalato non faceva che leggerlo in continuazione" ridacchiò lui.
Melanie,la sua prima nipote ormai 16enne,guardò il libro curiosa.
Accarezzò cautamente la copertina con la mano e lo aprì sfiorando le parole impresse nella carta biancastra con un inchiostro nero.
Lei non capendo guardò interrogativa la nonna che cucinava con i capelli bianchi legati.
"È stato uno dei regali più belli di sempre,un gesto semplice e di grande valore."disse lei sorridendo.
Nella stanza ci fu un attimo di silenzio.
"Perché non ci raccontate come vi siete conosciuti?" disse la voce della ragazza dai capelli scuri,mentre il fratellino ascoltava attento e beveva il the fumante.
"Sei sicura Melanie? è una storia lunga.." disse lui incerto se raccontargliela sul serio oppure no.
"Oh andiamo caro! Gli piacerà,raccontiamogliela." sorrise la donna ancora bella per la sua età.
L'adolescente annuì e anche il fratello minore,William glielo chiese speranzoso:"Si dai nonna! Secondo me eravate una coppia bellissima!"
L'uomo dai capelli candidi tirati indietro impeccabilmente,mordicchiò il labbro al ricordo e disse:"Mettetevi comodi allora,oggi vi raccontiamo come ci siamo incontrati e non ci siamo più lasciati."
La donna sorrise e si mise sulla poltrona accanto al marito,passò le mani sul grembiule e fece avvicinare i suoi due nipoti.

Quella mattina esco di casa molto presto. Non perché ho cose molto importanti da fare,ma perché non riuscivo a stare a letto.
Le domestiche vociferavano che è arrivato un nuovo comandate tedesco,quello precedente è stato mandato via.
Ormai la Francia è invasa da tedeschi è un po' mi suggestionano.
Anzi è proprio la guerra stessa a suggestionarmi,a farmi star male.
Sarei dovuta partire con i miei per l'America,ma non potevo fare tutto così in fretta e furia.
La Francia è la mia terra e non potevo abbandonarla così come hanno fatto loro.
Ho paura che le cose si complicheranno e a quel punto,temo di doverla lasciare.
Mi stringo nella giacca semplice che copre la mia camicetta bianca infilata a gonna blu a vita alta che arriva a metà ginocchio.
I miei tacchi,pur non essendo altissimi,provocano un ticchettio mentre cammino sul marciapiede.
Entro nel bar dove faccio colazione,un piccolo bar che da su Place Dauphine.
Mi siedo fuori e un cameriere si avvicina a me,prendendo le mie ordinazioni.
Un cornetto alla marmellata di albicocche e un latte macchiato.
Guardo la piazza attorno a me,che pian piano si popola di persone.
Bambini che vanno a scuola e uomini di una certa età che vanno a lavorare o vengono a prendersi un caffè.
Prendo la tazza con il latte macchiato e lo sorseggio,tranquillamente.
Mentre mordo il cornetto sento dei passi decisi proprio dietro di me.
Mi volto e noto dei soldati,sono parecchi e davanti a loro c'è un uomo.
Alto,possente e biondo.
La sua corporatura è stretta in un completo verde militare,vari distintivi scintillano sul suo petto.
Le sue mani aggiustano il cappello che copre i capelli biondi e i suoi occhi di ghiaccio studiano la piazza.
Deglutisco un po' intimorita e mi affretto a mandare giù l'ultimo boccone di cornetto,lasciando i soldi sul tavolo.
Mi alzo sistemando i miei capelli scuri ed ondulati sulle spalle ma una mano afferra il mio braccio.
"Scusate,mademoiselle potete dirmi il vostro nome e cognome? Sa dobbiamo fare dei controlli." dice una voce maschile che parla perfettamente francese ma deviata dall'accento duro del tedesco.
Mi giro e vedo il nuovo comandante guardarmi.
"Emilie Dubois,monsieur." dico quasi in un sussurro.
I miei occhi chiari guardano il suo viso che si piega in un ghigno.
"Merci,mademoiselle." dice lui non smettendo di guardarmi.

The soldier //N.HWhere stories live. Discover now