Viaggiare verso Bristol sembrava essere un'esperienza entusiasmante per tutti i passeggeri che come me si trovavano sul volo Denver-Bristol di quel pomeriggio di autunno.
L'uomo e la donna, probabilmente coniugi, che sedevano sui sedili davanti al mio leggevano con estrema attenzione la sgualcita cartina della città, alternando risate compiaciute a versi di stupore.
Il bambino che sedeva sul sedile proprio dietro al mio chiedeva in continuazione l'orario e i minuti rimanenti all'atterraggio ai genitori che spazientiti cercavano di calmarlo, inutilmente.
Anche il cane di una giovane coppia sembrava non riuscire a contenere la sua gioia dal momento che non sembrava minimamente avere intenzione di smettere di abbaiare. O probabilmente era solo infastidito dall'idea di trovarsi su un aereo rinchiuso in una gabbia.
Il ragazzo asiatico che avevo di fianco non aveva smesso di scattare foto dal finestrino dell'aereo, immortalando le nuvole che pian piano si andavano a tingere dei colori del tramonto.
Tutti sembravano trepidanti e desiderosi si scendere da quell'aereo e arrivare finalmente a Bristol. Chi per vacanza, chi per lavoro, chi per far visita ai familiari.
E forse, tra quei sedili, c'era anche chi, come me, si trovava su quel volo per ricominciare e per dimostrare di potercela fare.
A se stesso e agli altri.L'aereo dopo un volo durato ben tredici ore e cinquanta minuti era finalmente atterrato sulla pista.
Slacciai la cintura di sicurezza e mi alzai dal sedile lasciando Yang parlare al telefono in una lingua totalmente incomprensibile.I passeggeri erano quasi tutti scesi, impazienti di toccar terra. Io al contrario loro non ero proprio al settimo cielo.
Presi il mio bagaglio a mano dal vano sopra il sedile e afferratolo, mi diressi verso l'uscita.
Erano le 6:55 p.m, il cielo si era fatto scuro e di lì a poco la luna avrebbe illuminato la città.
L'aria fredda autunnale mi travolse, scompigliandomi i lunghi capelli castani, non appena scesi il primo scalino della scala che permetteva di arrivare a terra dall'aereo.
La stanchezza si stava facendo strada in me. Era una stanchezza più psicologica che fisica. Durante tutto il volo più volte l'idea di tornare a Denver, in Colorado, mi aveva fatto desiderare di rivedere quegli alti e imponenti grattacieli che avevo deciso di lasciare.
Quella di lasciare l'America per andare a Bristol, nel sud dell'Inghilterra era stata una mia decisione. Una decisione pensata, sofferta e di cui, diverse volte, seduta su quel sedile di aereo mi ero pentita. Più volte avevo cambiato idea e deciso che sarebbe stato meglio non partire. C'era però un desiderio che serbavo dentro di me da troppo tempo e che avevo represso. Quello di sconfiggere i demoni del passato. Per tutti quegli anni mi ero nascosta, impaurita dalla realtà dei fatti. Vivevo come in una bolla che mi aveva permesso per tutto quel tempo di credere che tutto andasse bene. In realtà non era così. E il viaggio verso Bristol significava anche provare a fare i conti con la realtà. Non ero più una bambina e sapevo che le cose non sarebbero cambiate se mi fossi tenuta ancora alla larga dalla realtà. C'era qualcosa dentro di me che mi sussurrava che andare a Bristol mi avrebbe aperto gli occhi. Su di me, sul mio passato e sul mio futuro.
Entrai in aeroporto e aspettai pazientemente che il nastro trasportatore mostrasse la mia valigia gialla. Afferrai il manico nero consumato e mi allontanai dal mucchio di gente che si accalcava per afferrare i propri bagagli.
Le porte dell'aeroporto si aprirono e uscii fuori. Guardai l'orologio che avevo al polso.
7:15 p. m.Avevo bisogno di un taxi per poter raggiungere la mia nuova casa.
"Appartamento di circa 400m² in un condominio nel centro della città, provvisto di cucina, salotto, una stanza da letto e un bagno. Affitto mensile di 200 sterline. " così, assicurava il giornale di annunci che mi era capitato tra le mani il mese precedente. Dalle foto sembrava grazioso e accogliente. Non necessitavo di molto e poi era vicino all'università che avrei frequentato: la Bristol University.
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Snowee
ChickLitAvete mai pensato alla vostra vita? Sicuramente sì. Tutti noi, prima o poi, ci troviamo a pensare al passato. A giorni che sembrano così lontani, a persone che non vediamo da tempo e a fatti che sembrano essere accaduti secoli fa. Tutti lo abbi...