"Non credo sia una buona idea" sussurrò Kurt con voce tremante al padre, spostando di tanto in tanto lo sguardo da lui che guidava alla strada davanti a loro.
"Mi hai pregato per mesi di farti iscrivere alla Dalton e proprio oggi, il tuo primo giorno, cambi idea? Figliolo, io proprio non ti capisco."Burt Hummel era decisamente un padre provetto. Uomo pazientoso, sapeva ascoltare e dare consigli. Si era sempre schierato dalla parte del figlio, in qualsiasi circostanza e non aveva intenzione di abbandonarlo.
Da bravo – ed unico genitore, aveva deciso di fare sempre la cosa giusta per il proprio figlio.Era davvero da mesi che Kurt letteralmente perseguitava Burt con opuscoletti della "Dalton Academy".
Il ragazzo ne era rimasto così estasiato che aveva costretto il padre ad iscriverlo, a costo di pagarsi la retta da solo.Era sempre stato abbastanza forte e sicuro di se, ma allora non stava vivendo un periodo tranquillo nella sua vecchia scuola.
I problemi con i bulli, purtroppo, non cessavano e, avendo constatato che neanche l'aiuto del preside aveva la minima influenza sulla situazione, aveva deciso di andarsene.
Certo, sarebbe stato un colpo secco per i suoi pochi ma sinceri amici ai quali aveva promesso di mantenersi in contatto e vedersi qualche volta, anche se sapeva sarebbe stato un po' un problema.
La Dalton, infatti, era un collegio a tutti gli effetti, con mensa, aule e soprattutto..dormitori.Tuttavia, Kurt non si faceva prendere dallo sconforto. Voleva vivere almeno i suoi ultimi due anni di scuola in pace e serenità, senza intoppi. Avrebbe sacrificato di tutto pur di concedersi della meritata tranquillità.
L'unica cosa che davvero lo preoccupava era se avrebbe potuto continuare a suonare anche all'interno della struttira ospitante.
Nonostante fosse a conoscenza del rinomato Glee Club che rappresentava la scuola, non era sicuro di trovare un pianoforte nascosto in qualche camera misteriosa.In pochi sapevano quanto importante era la musica per Kurt: preferiva custodire con gelosia il suo piccolo segreto.
Che più che un segreto era..una qualità.
Parlare attraverso la musica.
Saperla vivere.
Era questo quello che faceva Kurt.
Ed ogni giorno donava speranza, amore, passione a tutti quelli che avevano la fortuna, l'onore di ascoltarlo.
Perchè mai in tutta la sua vita aveva trovato un qualcosa che lo facesse sentire così bene.
Era come se ogni tasto che pigiava, ogni nota sprigionata da quel singolo tocco lo portasse alla scoperta della libertà.
Come un uccello che per tutta la vita rimane intrappolato in una gabbia di ferro e che dopo anni viene liberato, finalmente riuscendo a vivere.Burt Hummel parcheggiò la sua auto nell'isolato di fronte all'imponente struttura che si ergeva a pochi metri da lì.
Kurt aprì la portiera e scese dalla macchina sgranchendosi le gambe ed ispirando a pieni polmoni l'aria pungente di una fresca mattinata di settembre, aspettando che il padre lo raggiungesse dall'altra parte dell'isolato.
Burt scortò il figlio all'ingresso della struttura tirandolo letteralmente per un braccio, mentre il mezzo soprano era assorto nei suoi pensieri e ogni tanto si sforzava di dare una timida occhiata in giro, quasi esitando.Era tipico di Kurt apparire restio in un luogo nuovo.
Ed era soprattutto tipico il suo essere titubante proprio a fatto compiuto.
Era come se le sue ansie lo abbandonassero per tutto il giorno e lo venissero a trovare durante la notte, quando mai è troppo tardi per tirarsi indietro."Figliolo" sussurrò Burt al figlio, fermandosi a pochi passi dalla porta principale, posizionandosi di fronte a lui e cercando di incrociare il suo sguardo.
"Hai fatto tanto per entrare in questa scuola. Questo è il tuo momento e non devi permettere a nessuno di rovinartelo. Non lasciarti divorare dalle insicurezze. Ora voglio vedere mio figlio varcare quella soglia a testa alta." concluse, indicando il grande portone di ingresso spalancato, come ad invitarlo insistentemente ad entrare.
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One..two..three.
Fanfiction"Io.." sospirò, ancora in preda all'ansia. "Da..davvero?" riuscì a balbettare, sperando con tutto se stesso di non sembrare ridicolo. "Chopin, Spring Waltz. Uno dei miei preferiti. E tu lo suoni..perfettamente. Con eleganza, tranquillità..spontanei...