«Non ho ancora ben capito.» disse Damien facendo esasperare Jane, che stava buttando tutte le sue cose in un borsone.
«Ti basta sapere che devo andare via.»
La ragazza non gli aveva raccontato tutto ciò che era successo, voleva che fosse suo fratello a dirglielo.
«Non può essere. Dimmi cosa è successo, Jane, perché tutto questo non è normale.»
«Fattelo spiegare da Edward quando tornerà, va bene?»
«Voglio sentire anche la tua versione.»
«Edward non vuole che io stia qui e non vuole nemmeno che ti parli, quindi adesso me ne vado ed è stato un piacere conoscerti.» sputò fuori alla fine la ragazza facendolo restare senza parole.
«No, aspetta, tutto questo non ha senso, non ha assolutamente senso. Mio fratello era entusiasta di averti qui, sei la sua amica.»
«Evidentemente ha cambiato idea, dato che non vuole più vedermi. Gli porto soltanto guai.»
«Ti... Ti ha detto questo?»
«Anche di peggio, ma preferirei evitare.»
«No, non devi andartene solo perché te l'ha detto lui. Non abita solo lui qui e io non voglio che te ne vada.»
«Ma io sì. Non voglio restare qui solo per farmi insultare quando tornerà.»
«Non glielo permetterò. Sei una delle ragazze migliori che abbia mai conosciuto e non ti farò sottomettere da quello stupido di mio fratello.»
«Damien, ti ringrazio, ma non posso restare, davvero.»
«Tu resti.»
«Damien, non posso, smettila.»
«Giuro che andrò a parlargli e gli farò cambiare idea.»
«Buona fortuna, allora.»
«Verrò a casa tua appena avrò finito.» le disse prima di uscire di casa.
Jane prese tutta la sua roba e andò via. Per strada non la notarono in molti ed era meglio così. Quando aprì la porta di casa chiamò Jonathan, che arrivò dalla sua camera.
«Oh, sei tornata. Stavo cercando di sistemare un po' il letto nella mia camera, ma non credo di star facendo un buon lavoro. Come è andata? Come mai hai portato le tue cose qui?»
Jane posò gli abiti nella sua camera e poi andò in quella del fratellastro, scoppiando a ridere. Il letto era praticamente al contrario e molto probabilmente era ridotto peggio di come non lo fosse prima.
«Ci penso io.» disse cominciando a sistemarlo.
«Oh, grazie. Allora? Non hai risposto a nessuna mia domanda.»
«Non è andata bene, cosa vuoi che ti dica?»
«Tutto. Cosa è successo?»
«Oh, nulla, mi ha solo mandata via da casa sua, mi ha proibito di stare con lui o con Damien, mi ha detto che gli ho praticamente rovinato la vita e, inoltre, sono scoppiata a piangere di fronte al principe rendendomi una completa idiota. Non è successo assolutamente nulla.» disse la ragazza mentre sbatteva, forse con troppa forza, le coperte e cercava di non piangere di nuovo.
«Mi dispiace, Jane...»
«Non fa nulla, non è niente. Non ho mica bisogno di lui per vivere.» disse come per convincere se stessa, ma non funzionò: la ragazza teneva ad Edward più di quanto pensasse e non le sembrava vero che lui l'avesse cacciata.
«In compenso sono stata con William, almeno un effetto positivo da tutto questo c'è stato.» disse poi per cambiare discorso.
«Sei stata con lui tutto il tempo?» le chiese Jonathan con una punta di gelosia. Lui non era il principe, non sarebbe riuscito a farla innamorare, non sapeva corteggiarla.
Jane annuì. «Sì, quasi sempre. Aveva un livido sulla mascella e il labbro spaccato, colpa di Edward. Ho incontrato anche il Re.»
«Oh, come è stato?»
«Imbarazzante.»
«Perché?»
«Lascia perdere.»
La ragazza finì di sistemare il letto e si girò verso di Jonathan.
«Che c'è?» gli chiese.
«Cosa?»
«Hai una faccia... Strana.»
«Oh, beh...» Stava soltanto pensando a quello che può essere successo tra Jane e il principe. «Non è nulla.»
«Mi aiuti a sistemare gli abiti nella mia camera?»
«Certo.»
***
Intanto Damien era arrivato a palazzo e una guardia lo stava portando verso la cella del fratello.
«Ultima cella a destra.»
«Grazie.»
I passi di Damien risuonavano in tutto quel silenzio e stava iniziando a sentirsi a disagio. Si fermò davanti la cella del ragazzo e lo chiamò.
«Damien, sono felice che tu sia venuto.» disse Edward alzandosi e andando verso di lui.
«Io pensavo che non ci sarebbe stato nemmeno il bisogno di venire qui.»
«Lo so, ho fatto una-»
«Ho parlato con Jane.» lo interruppe e il maggiore strinse immediatamente la mascella.
«Cosa diavolo ti sta prendendo? Ti sembra il modo di trattare quella ragazza così? Non ti ha mai fatto niente!»
«Lei mi ha rovinato.»
«Spiegami come, perché non riesco a capirlo.»
«Non potresti capirlo.»
«Dici così soltanto perché non vuoi dirmelo. Dovresti vergognarti di quello che le hai detto.»
«Non me ne pento.»
«Edward, io non ti riconosco più. Tu mi hai praticamente minacciato per Jane e adesso non la vuoi nemmeno vedere! Tutto questo non è normale!»
«Senti, capisco che magari per te lei è diventata come una specie di punto di riferimento, ma devi cancellarla dalla tua mente.»
«Non è questo il punto! Il fatto è che quella ragazza sta male per colpa tua e non è giusto! Non puoi mandarla via di casa.»
«L'ho già fatto.»
«In quella casa non sei solo e io non voglio che se ne vada, va bene? E devi scusarti con lei!»
«Io non devo scusarmi proprio con nessuno e sono io il maggiore, quindi lei va via! Non provare più a contraddirmi o me la prenderò anche con te!» disse Edward alzando la voce, si stava innervosendo.
«Ormai è tardi, sono io che ce l'ho con te.»
Detto questo, Damien andò via, mentre dalla cella Edward sbraitava. Fuori dal palazzo, decise di andare a casa di Jane, proprio come le aveva detto, ma le disse soltanto che il fratello non voleva dirgli perché si comportava in quel modo. Alla fine Damien cenò con Jane e Jonathan e poi andò a casa sua, solo, nonostante l'invito della ragazza di restare da lei.
***
«Stamattina ti accompagno io a lavoro, va bene?» disse Jonathan a Jane appena la vide uscire dalla sua camera.
«Va bene, grazie.»
I due si sistemarono e poi uscirono di casa.
«Perché hai voluto accompagnarmi?» chiese la ragazza.
«Perché non voglio che tu ti senta sola. E perché voglio cercarmi un lavoro.»
Jane si bloccò in mezzo alla strada, guardandolo. «Davvero?»
Lui annuì e lei gli legò le braccia attorno al collo.
«Sono così felice, Jonathan!»
«È ora di mettersi la testa a posto. Se lavoro anche io possiamo permetterci qualcosa in più e se proprio uno di noi due deve restare a casa, quella sei tu.»
«Io non posso restare a casa.»
«E nemmeno vuoi, lo so. Adesso andiamo o arriverai tardi.»
Tornarono a camminare e quando arrivarono davanti la locanda si salutarono.
«E quello chi è?» chiese Charlotte appena la ragazza entrò.
«È Jonathan.»
«Jonathan?!» dissero insieme i due amici.
«Tu non lo odiavi a morte? E quello che ti accompagnava non era Edward? Cosa è successo?» le chiese Raphael e la ragazza sospirò, doveva aspettarselo.
«Sono successe tante cose.»
«Che ora tu ci racconterai, vero?» le disse Charlotte facendola sorridere.
«Certo.»
Jane si mise a raccontare ai suoi amici quello che era successo, senza entrare nei dettagli. Disse solo il necessario per capire.
«Edward non mi può cadere così in basso, mi stava simpatico.» disse Charlotte e l'amica si ritrovò ad annuire.
«E cosa mi dici del principe? Non ne hai parlato, non è successo niente?» chiese invece Raphael.
«Ci siamo visti.»
«E...»
«Mi ha fatta sdraiare accanto a lui, mi ha detto che forse non era proprio il momento adatto per baciarmi ed è stata una fortuna, dato che è entrato nella camera il Re.»
«Re Theodor?! Seriamente?!» disse abbastanza sconvolto il ragazzo, mentre Charlotte stava già fantasticando.
«E come è stato? Adoro quell'uomo, seriamente. È molto ricco e molto bello, cosa si può desiderare di più?»
«È stato imbarazzante, tanto, dato che mi ha vista quasi sopra suo figlio.» rispose Jane tralasciando la seconda parte della frase dell'amica.
«Sopra in che senso?» chiese Raphael, invece.
«Smettila di pensare certe cose, non in quel senso. Avevo solamente la testa appoggiata sul suo petto, non farti strane idee.»
«Eri comunque molto vicina a lui.»
«È stato tutto molto imbarazzante, non volevo coricarmi, mi ha trascinata.»
«Le cose si fanno più interessanti...»
Jane diede un colpo sulla schiena del ragazzo che stava sistemando un tavolo.
«Immagino la faccia del Re.» continuò ridendo.
«Volevo seppellirmi, non è stato affatto divertente.»
«Io invece trovo che sia tutto molto divertente.» disse Charlotte.
«Siete miei amici, dovreste supportarmi!»
«Noi siamo quel genere di amici che ridono delle tue disgrazie.»
«Grazie tante.»
Charlotte stava per aggiungere qualcosa, ma un paio di uomini entrarono e i ragazzi smisero di parlare delle loro questioni private.
***
Alla fine del turno non c'era nessuno ad aspettare Jane. Probabilmente Jonathan era stato impegnato con qualcosa. Non lo trovò nemmeno a casa, così decise di andare a palazzo. Aveva un paio di cose da dire a Edward e voleva anche passare da Marie. Appena arrivò girò verso il retro e bussò sulla piccola porta. Ad aprirle fu Marie.
«Tesoro, sono felice che tu sia venuta. Come stai?» le chiese facendola entrare e chiudendo la porta.
«Bene.» rispose la ragazza ingoiando il vuoto. «Tu?»
«Al solito. Come vanno le cose a casa?»
Jane sorrise. «Jonathan sta cercando lavoro.»
«Oh, non posso crederci, è una cosa meravigliosa!» esultò ed abbracciò la ragazza.
«Sì, me l'ha detto stamattina e adesso non era a casa.»
«Bene, bene. Il principe mi ha detto della cena, come è andata?»
«È andata benissimo, Marie. Anzi, non è che puoi chiamarmelo?»
«Credo sia meglio se torni pomeriggio, adesso sta pranzando con il Re e altri, non credo sia un buon momento.»
«Oh, va bene. Tornerò dopo.»
La ragazza tornò a casa e trovò Jonathan.
«Dove sei stato?»
«A fare una prova per un lavoro, tu?»
«A trovare tua madre.»
«Quindi sei stata a palazzo. Hai visto anche il principe?»
«No, ma pomeriggio dovrò tornarci.»
«Devi vederti con lui?»
«Devo parlare con Edward.» rispose la ragazza scuotendo la testa.
«Vuoi ancora provare a fargli cambiare idea? Dopo tutto quello che ti ha detto?»
«Anche tu mi hai detto tante cose, ma ti ho perdonato. Comunque no, devo parlargli di una cosa, conosce un mio segreto, non posso permettere che lo dica in giro.»
Il biondo rimase in silenzio. Di che segreto si trattava? Avevano fatto qualcosa insieme e non voleva che si venisse a sapere? La curiosità e la gelosia stavano divorando Jonathan mentre Jane preparava qualcosa da mangiare.||spazioautrice||
Buona sera!! Capitolo di passaggio? Abbastanza. Aggiorno oggi perché... Boh, ne avevo voglia. Non so che dirvi, spero che il capitolo vi piaccia e... Vabbe, le solite cose. [domande random] che classe fate? È iniziato bene l'anno? Io ho iniziato il liceo e boh, non è male e ADORO TROPPO la mia classe! Okay, la smetto. Una buona serata a todos!!
~Rob ❤️
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Kalos
Fantasy|IN REVISIONE| [19.09.16 #251 fantasia] [12.11.16 #251 fantasia] [01.12.16 #150 fantasia] [18.12.16 #144 fantasia] [21.12.16 #138 fantasia] Jane era diversa e lei lo sapeva. Sapeva anche che nessuno doveva venire a conoscenza del suo segreto, o avre...