Parte 1

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Erano passate due settimane.

Due settimane da quando Louis aveva lasciato soli me e Darcy.

Tutto era cambiato, solo io ero rimasto lo stesso.

Aveva deciso di intraprendere una cura sperimentale per i suoi bellissimi occhi blu; era riuscito, ora vedeva. Mi ricordo ancora quel giorno: Louis perennemente ansioso e irritabile ma bastava una mia carezza per farlo rilassare. Ma quel fatidico giorno arrivò, infatti Louis doveva togliere le bende agli occhi, dovevo rivedere dopo 2 mesi i suoi occhi liberi da quella oscurità. Non stavo nella pelle, volevo vederlo sorridere, rivivere in un mondo a colori e lasciarmi guardare da lui. Ma quando tolse le bende, andò davanti allo specchio, si specchiò, e si tocco il viso: -Questo sono io? Sono davvero io? - disse disperato, ricordo ancora la vocina di Darcy che era elettrizzata e disse: - Papino guardami, mi riconosci? Sono la tua bambina. -

Il volto di Louis si rabbuiò, corse via da casa e sperai fino all'ultimo che era andato a vedere il mondo al di fuori delle sue tele. Sperai ancora dopo due settimane che si ricordasse dal suo grande amore, lo stesso che lo aveva tenuto fra le braccia quando di notte le sue paure gli crollavano addosso o quando in ospedale gli tenni la mano per tutta la durata dell'operazione. Per non parlare di quel giorno in cui il suo buio divenne ancora più scuro: gli occhi gli bruciavano e continuava a lacrima ed io ero lì, inerme a guardarlo struggersi di dolore. Ero felice quando tolse le bende, ma Louis mi guardò per un tempo a me infinito e abbassò i suoi occhi. Non riuscì a leggere chiaramente nei suoi occhi, volevo leggere "amore", "felicità" o "speranza" ma l'unica cosa che seppi leggere era "scusami".

Ricordo quel giorno, quando ritornò a casa dopo una settimana di silenzio, se me lo avesse chiesto lo avrei perdonato di tutto: tutto il silenzio, tutto il male e tutti i pianti di Darcy che lui non aveva asciugato. Quando lo guardai varcare la soglia di casa per un attimo il mio cuore batté forte, potevo amarlo in tutti i modi ma forse per lui non erano abbastanza, potevo amarlo con tutti i mezzi ma nulla avrebbe riportato indietro il mio Louis. Non osò nemmeno guardarmi, si diresse nella cantina adibita a laboratorio, prese le sue tele e andò via. Senza uno ciao, un arrivederci o un bacio alla bambina.

A Louis non importava delle domande di Darcy, ero io a doverla tranquillizzare per entrambi, quando ogni sera veniva nel mio (nostro) letto a dirmi che aveva sognato che il papino Lou tornava e le dicevi che era una bellissima bambina.

Ero io a dover essere forte per entrambi, ma tornai in camera da letto guardai la sua tela, lessi l'etichetta:

"Louis Tomlinson,

Blu di Louis

Body Art, fotografia, 2006"

Piansi in silenzio e decisi che dovevo essere forte, che la mia bambina non avrebbe vissuto nel tuo ricordo. Infatti ora sono qui determinato a prendere in mano la mia vita. Decisi di scrivere un diario per lasciare dentro di esse tutte le mie emozioni e sensazioni; nulla doveva trasparire agli occhi di Darcy. Aprii il diario, presi la penna ma, mentre stavo per cominciare a scrivere, Darcy mi chiamò: -Papino, mentre tu scrivevi o disegnavi arcobaleni sui fogli per lavoro, ho visto il biglietto di papà, cosa c'è scritto?- presi la brochure e l'aprii guardando solo le foto e risposi:

-Oggi Louis farà una nuova mostra-

Darcy mi guardò con gli occhietti tristi: -Papino voglio vederlo, voglio chiedergli perché è arrabbiato con me. Papino cosa gli ho fatto? Sono stata monella con lui? - mi disse guardandosi i piedini, la presi in braccio la strinsi a me. -No, piccolina mia, papà ha deciso solo che vuole concentrarsi sulla sua carriera da pittore, appena starà meglio tornerà da noi. - dissi poco convinto. Non volevo perdere Darcy, era l'unica cosa che mi rimaneva di noi. Di me e Louis.

Con i tuoi occhi (BOOK 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora