"Caro Diario,
Oggi, 17 Dicembre 2004 abbiamo l'incontro con la scuola elementare della Florida. La mia maestra Tiffany, dice che fare scambi culturali (o almeno così li ha chiamati lei) con altre scuole del paese ci aiuta a crescere e a capire molto meglio come vivono le altre persone lontane da noi. Questa mattina sono molto contenta, e non vedo l'ora di conoscere il mio nuovo amico (o la mia nuova amica) della Florida. Chissà com'è... Spero di non fare brutte figure e di apparire carina con lui/lei. Scritto questo, vado a vestirmi. Più tardi ti faccio sapere com'è andata. A più tardi, un abbraccio, la tua amica Alice Smith."Erano le due del mattino quando Alice si svegliò nel cuore della notte per via di un incubo. Non era più riuscita a prendere sonno, perciò era scesa in cucina a prendere una camomilla rilassante al profumo di miele e vaniglia. Il suo battito era ancora irregolare, il viso pallido e la fronte imperlata di sudore. Lanciò un'occhiata al muro dove l'orologio scandiva i secondi con uno snervante tic-tac e ripensò a quel sogno. Quel solito sogno dove ricordava la sua infanzia e le mani di suo padre sul suo corpo. Scosse la testa promettendosi di non pensarci, continuando a sorseggiare il liquido caldo. Proprio davanti a lei, nello scaffale più basso della mensola, notò uno scatolone. Erano gli effetti personali che i pompieri trovarono in casa sua dopo l'incendio. Tra i vari oggetti più insoliti trovò il suo diario d'infanzia. La copertina era di un verde lucido, con una margherita dai petali colorati in mezzo. Prese il diario tra le mani, accarezzando la ruvida carta sotto le sue dita, e si soffermò su un appunto del 17 dicembre.
Allora era una bambina di sei anni, timida e riservata. Portava sempre le treccie con due nastrini rossi e ahimè, gli occhiali. Che le davano un'aria buffa e intellettuale.
Quella mattina d'inverno, l'aria era pungente e la neve cadeva in piccoli fiocchi, erano gli ultimi giorni di scuola prima delle vacanze natalizie, e quel giorno dovevano incontrarsi per uno scambio culturale con degli alunni provenienti da una scuola della Florida. la piccola Alice, prima di uscire di casa, lasciò i capelli sciolti cingerle le spalle, in modo da apparire più carina per quello che sarebbe stato il suo nuovo amico della Florida, dato che ogni bambino doveva parlare con un suo coetaneo e fargli le domande che avevano scritto con la maestra, tempo prima, in classe.La prima ora passò lenta e noiosa, tra presentazioni da parte del preside e chiacchierate tra le varie maestre. Alice sbuffò. Erano tutti seduti nell'aula incontri, un tavolo di circa due metri era al centro della stanza, pieno di bibite e pizzette, che pian piano venivano consumati dai piccoli ospiti del Sant Antony school. Tutti si stavano divertendo, e quasi tutte le sue compagne avevano trovato un nuovo amico con cui confidarsi. Tutti tranne Alice. Lei, se ne stava seduta in un angolo della stanza, a guardare quel caos di voci attorno a lei, con una piazzetta mordicchiata tra le mani, quando una domanda destò i suoi pensieri.
"La mangi quella?" Una bimba con i capelli corti e gli occhi azzurri le sorrideva davanti a lei.
"Cosa?" Domandò insicura Alice.
"Ho chiesto se la mangi... lassù sono finite tutte ed io non ne ho assaggiate nemmeno una." La piccola abbassò gli occhi, leggermente triste.
"Certo, possiamo fare a metà se ti va" disse dopo un po la biondina alzandosi e superando un po la timidezza "Ecco, io sono Alice... tu chi sei?" Chiese porgendo un pezzo di pizza alla sua nuova amica.
"Io mi chiamo Margo... anche se tutti mi chiamano Marco."
La ragazzina strabuzzò gli occhi.
"Marco? Ma è un nome da ragazzo" affermò prima di ridere.
"Lo so, ma i miei amici mi prendono in giro per via dei miei capelli corti e mi chiamano così" rispose mettendo il broncio nuovamente triste.
Alice si guardò un attimo i piedi, dopodiché allungò una mano per toccare i capelli della bimba davanti a sé...
"A me piacciono, sono molto carini" disse Alice sorridendo.
"Grazie... sei la prima che lo dice. Comunque... devo dirti una cosa!" Margo, si guardò intorno prima di fare cenno con il dito ad Alice di avvicinarsi.
"Dimmi!"
"Ecco io... io ti ho mentito"
"Riguardo cosa?" Chiese con guardo spaesato prima di avvicinarsi ancora di più.
"Riguardo alla pizza... io l'avevo già mangiata! Cercavo solo una scusa per parlarti... eri tutta sola. Spero di non averti fatto arrabbiare." La piccola Margo abbassò gli occhi cercando di nascondere l'evidente imbarazzo spuntato pure sul suo viso sotto forma di rossore.
"Io... grazie per avermi mentito." Affermò decisa Alice "non mi piace stare da sola." Lo sguardo della piccola si incupì leggermente.
"Ehi! Non essere triste, ora ci sono io..." Margo allungò timida una mano verso quella della bionda davanti a sé, dopodiché la strinse, sorridendo gentilmente.I ricordi correvano nitidi nella sua mente e aprì un foglietto nascosto tra le pieghe del diario. Era un semplice foglio di carta ingiallito dagli anni, dove in matita era stato scritto in un ordinato stampatello "Vuoi essere la mia migliore amica?" Con tanto di casella per il sì e per il no. Sotto di esso, un post scrictum diceva "guarda che sarà per sempre!"
Alice sorrise, prese una matita e barrò la casella del "si" prima di correre verso la camera da letto. Aveva quasi rimosso quell'evento.
Aprì la porta della camera euforica, mentre Margo dormiva beatamente nella sua parte. Era abbracciata al suo cuscino quasi come a compensare l'assenza della compagna.
"Amore!" Disse quasi urlando. "SÌ!"
Si buttò sul letto posando un bacio sulla fronte di Margo "amore sveglia! Si! Ho detto si!"
La ragazza mugugnò un attimo qualcosa,prima di nascondere la testa sotto le lenzuola.
"Oh andiamo Margo, svegliati!" insisteva la bionda sprizzante di energia. In fondo, alle 3 della notte è una cosa del tutto normale.
"Amore dai, leggi!" Disse porgendole il fogliettino che aveva trovato tra le pagine di quel diario. "È un si!" Aggiunse poi sorridendo...
Margo alzò il capo, aveva i capelli corti scompigliati sul viso e un'espressione assonnata. Socchiuse gli occhio cercando di mettere a fuoco e confusa si alzò di scatto sorridendo, dopodiché prese la ragazza per i fianchi e cominciò a baciarla.
"Guarda che è per sempre" Ripeté citando le sue stesse parole.
"Lo so... solo... stavolta non te ne andare."
Margo sorrise scuotendo la testa, baciandole il collo e lasciando un vistoso segnetto irregolare viola.
"Ora sei mia per sempre.""Caro Diario,
Oggi è il 18 dicembre 2004, la mia amica Margo è tornata in Florida, ed io sono molto triste. Con lei ho sorriso molto, ma ora non c'è più... ti lascio qui vicino il suo biglietto. Tienilo con cura Diario, e portami da lei ogni volta che lo leggo.
La tua amica, Alice."
