Capitolo 18: La Freccia Rossa

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All'inizio, i suoi sogni erano vaghi, confusi e subito dimenticati. Ma con il passare del tempo, Nolan si rese conto che, persino nelle tenebre di quel sonno apparentemente tranquillo, vi era una presenza che lo fissava.

Si sentiva come in una camera buia, era incapace di muoversi e di vedere ma percepiva per istinto che qualcuno di pericoloso era in agguato. Lentamente, le tenebre si dissiparono ed il luogo intorno a lui iniziò a prendere forma, assumendo un aspetto tutt'altro che sconosciuto: era la stessa radura in cui si erano accampati al tramonto, la stessa radura che Nolan, pochi istanti prima di sprofondare nell'oblio del sonno, aveva riconosciuto come il luogo della visione avuta prima del colloquio con la Sfinge. Inizialmente, Nolan non vide nulla di insolito. Poi, la stessa sensazione di oppressione e disagio lo invase nuovamente, accompagnata dalla consapevolezza che quello, purtroppo, non era un semplice sogno, bensì una delle sue visioni. E questo non fece che aumentare ancora di più il suo terrore per ciò che lo aspettava.

Sentì il leggero rumore di passi in avvicinamento. Si voltò in tutte le direzioni, ma il nemico in agguato non si vedeva da nessuna parte. Improvvisamente, alle sue spalle un lampo di luce celeste illuminò tutta la radura salendo rapidamente verso il cielo. Nolan rimase quasi accecato da quella luce, e quando riaprì gli occhi e si voltò, vide finalmente la presenza oscura che lo stava cercando. Era una figura incappucciata, immobile al confine fra la luce e le tenebre che dividevano la radura, ed intenta a fissarlo.

"Ti ho trovato, finalmente..." disse semplicemente, rimanendo immobile ad osservare il ragazzo terrorizzato al centro della radura.

Senza nemmeno accorgersene, Nolan piombò fuori dall'incubo sgranando gli occhi e togliendosi di dosso le coperte. Fece per alzarsi in piedi angosciato, agguantare la daga e avvertire gli altri del pericolo che si avvicinava, ma qualcosa lo fermò, qualcosa che proveniva da dentro il suo cuore. In qualche modo, sembrava che il suo corpo si rifiutasse di essere spaventato, nonostante il sogno gli avesse mostrato quell'uomo misterioso.

Non sapeva chi fosse né perché lo stesse cercando. Di una sola cosa era certo: quell'uomo era un mago. E a testimoniarlo vi era la misteriosa luce celeste che nel sogno aveva fatto splendere nel mezzo della notte in quella radura. Non sapeva se esserne spaventato o contento: dopotutto, un mago avrebbe potuto aiutarlo a sapere qualcosa di più sulla sua strana magia; ma se fosse stato un suo nemico, cosa assai probabile, lo avrebbe potuto uccidere o catturare. Eppure, a Nolan quest'ultima possibilità pareva del tutto remota.

L'idea che un mago lo stesse cercando avrebbe dovuto fargli venire i brividi, invece lo esaltava più di quanto fosse normalmente immaginabile. Così, decise di dare ascolto a quella strana sensazione di sicurezza e eccitazione ed accettare l'incontro imminente senza troppe preoccupazioni. Si convinse che quello era un incontro che non poteva evitare, ma soprattutto che non necessariamente rapprensentava un pericolo. Forse questa volta il sogno non gli aveva annunciato l'arrivo di un nemico ma di un alleato, come era accaduto con la Sfinge a casa di Vultek.

I suoi dubbi si dissiparono per lasciar spazio a quella sicurezza immutabile, che lo esortò ad alzarsi in piedi e ad annunciare a Lenx quella notizia.

- Lenx! – lo chiamò Nolan, avvicinandosi al contadino, rimasto di guardia accanto al fuoco.

- Che cosa c'è, Nolan? –

- Ho fatto un sogno. –

- Un altro? – domandò il contadino, divenendo più interessato.

- Sì, come quello a casa di Vultek. C'era un mago che mi cercava, ed alla fine mi trovava. –

Lenx rimase in silenzio con lo sguardo pensieroso, ma Nolan lesse nei suoi occhi solo preoccupazione, e questo lo fece pentire immediatamente di aver rivelato tutto ciò a Lenx.

Atlas - Libro primo del ciclo degli eroi - Leggenda delle cronache di KyiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora